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Renzi-Conte a un passo dalla rottura finale: “Meglio opposizione che non fare nulla”

Dopo il vertice di governo Matteo Renzi alza il tiro e sembra avviare il contatore della crisi: “Se devo stare in maggioranza per non fare niente preferisco stare all’opposizione. Non abbiamo fatto tutto questo caos per prendere una poltrona, noi siamo gli unici che sono pronti a restituire le deleghe”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il conto alla rovescia della crisi di governo sembra essere iniziato questa sera. "Non abbiamo fatto tutto questo caos per prendere una poltrona, noi siamo gli unici che sono pronti a restituire le deleghe". Lo ha detto Matteo Renzi a Stasera Italia, su Rete 4. "Se devo stare in maggioranza per non fare niente preferisco stare all'opposizione", ha aggiunto.

"Oggi non basta dire siamo contro Salvini, così non si va avanti", ha detto in merito alle tensioni nella maggioranza, dovute soprattutto al Recovery plan, di cui Italia viva chiede di poter visionare il testo completo prima di valutarne l'approvazione. "È possibile avere questo benedetto testo del Recovery plan? Fino ad ora avuta solo una sintesi. Quando ci arriverà ci prenderemo 24 ore per leggerlo perché non possiamo votare, dire sì o no senza conoscerlo", ha detto ancora. "Noi non pretendiamo di avere la verità, ma se vogliono i nostri voti devono ascoltarci sennò restituiamo le poltrone".

"Non solo il premier non ci ha detto chi l'ha scritto il primo Recovery, ma la maggioranza del Mef non l'aveva letto", ha spiegato. Al vertice di questa sera "Hanno fatto passi avanti, ma la mia domanda è, ora è possibile avere un testo? Abbiamo avuto solo una sintesi di 13 pagine. Sono sei mesi che aspettiamo questo Recovery plan: dico al governo prendete una decisione".

Intanto il Consiglio dei ministri sul Recovery plan, inizialmente previsto per il 7 gennaio, dovrebbe slittare ancora. Il vertice di maggioranza con il presidente del Consiglio è terminato poco fa, dopo circa 3 ore e mezza.

Secondo quanto si apprende da fonti di maggioranza, durante il vertice sul Recovery plan di questa sera, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha garantito alla delegazione di Italia Viva che il dettaglio sulle poste di spesa dei capitoli arriverà in tempo, ovvero prima della riunione del Consiglio dei ministri. Era uno dei punti posti dal partito di Renzi, che resta però sulle proprie posizioni sul resto delle critiche avanzate.

"Ciascuna forza può riconoscere l'incidenza delle proprie proposte nella nuova bozza e apprezzare i significativi passi avanti", avrebbe detto il premier Giuseppe Conte, a quanto viene riferito, spiegando che non si possono accogliere comunque tutte le richieste nella bozza del piano.Dalle altre forze di governo trapela insofferenza: "Iv sta ostacolando e prendendo in ostaggio il Recovery plan. Per M5S Leu e Pd si registrano ottimi passi avanti sulle linee, ora bisogna andare avanti in Cdm e poi inviare il piano in Parlamento. Non perdere più tempo", dicono più fonti di maggioranza presenti al tavolo. "Mentre Renzi chiede in uno studio televisivo di fare presto il suo partito al tavolo di maggioranza chiede il rinvio del Recovery", aggiungono.

A quanto si apprende il capogruppo di Italia viva al Senato Davide Faraone, presente insieme all'altro capogruppo, Maria Elena Boschi, ha posto la questione dell'attivazione del Mes sanitario. Faraone ha chiesto esplicitamente al premier "se si intende attivarlo o no" perché l'utilizzo delle risorse previste dal Meccanismo europeo di stabilità significherebbe poter intervenire sulla Sanità "in modo strategico" e contemporaneamente "liberare risorse". La "mossa" era stata del resto anticipata ieri sera dal leader Matteo Renzi. Al vertice "diremo: Mes si o no? Ci mettano nero su bianco che dicono no", aveva detto l'ex presidente del Consiglio.

Oltre ai capi delegazione erano presenti anche i rappresentanti del fronte rosso-giallo delegati al dossier, il sottosegretario alla presidenza Fraccaro, i ministri Gualtieri, Provenzano, Amendola e Patuanelli.

"È stata una discussione articolata e complessa. Noi abbiamo chiesto che si vada in Cdm perché il Parlamento possa iniziare a lavorare e dare il suo contributo", ha detto Loredana De Petris, capogruppo di Leu al Senato, al termine della riunione.

"Il tema – ha aggiunto Federico Fornaro, capogruppo alla Camera – non è approvare un testo definitivo, in Cdm andrà una bozza che sarà discussa con le parti sociali e in Parlamento. E c'è l'impegno a fornire il testo ai ministri 24 ore prima del Cdm. Ma ripeto non sarà un testo chiuso, ma una bozza, non è che oggi o domani si chiude anche perché comunque alla fine ci dovrà anche essere l'approvazione dell'Ue. Ma ora il prossimo passo è il Cdm".

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