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In Puglia il M5s lascia la giunta Emiliano, per Conte “è ora di fare pulizia”: cosa succede adesso

Il Movimento 5 stelle abbandona la giunta guidata da Michele Emiliano in Puglia. L’annuncio è arrivato da Giuseppe Conte. Alla base della rottura ci sono le diverse inchieste giudiziarie che hanno portato, nelle scorse settimane, ad arresti nella Regione per corruzione e voto di scambio.
A cura di Luca Pons
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La Puglia sta diventando il centro di una caso politico che vede il Movimento 5 stelle opporsi non solo al centrodestra, ma anche al Partito democratico. Ora, il Movimento 5 stelle ha deciso di abbandonare la giunta guidata da Michele Emiliano, lasciando tutti gli incarichi: "È il momento di fare pulizia", ha detto Giuseppe Conte in un'apposita conferenza stampa. Negli scorsi giorni sono arrivati nuovi arresti per indagini legate a corruzione e voto di scambio. Un tema certo non presente solo in Puglia – basta guardare ai casi di Torino e di Palermo – ma che ha attirato l'attenzione anche a seguito del caso Bari. Nel capoluogo pugliese si voterà per le comunali tra poche settimane, mentre le regionali si svolgeranno nel 2025.

Conte: "Non possiamo fare finta di nulla, bisogna fare pulizia"

Il leader del Movimento 5 stelle ha dichiarato: "Noi non combattiamo solo Meloni e soci sul tema della legalità, ma anche i partiti del nostro stesso campo politico, perché non possono esistere due pesi e due misure. Il Movimento 5 stelle conserva intatta l’aspirazione a cambiare la politica, vogliamo dare una scossa. È il momento di fare pulizia, fare tabula rasa. Qui a Bari e in Puglia vediamo dilagare le erbacce della cattiva politica". Anche un'assessora della giunta Emiliano, Anita Maurodinoia, risulta indagata e nelle scorse settimane ha dato le dimissioni.

Perciò, è arrivata la decisione: "Lasciamo i nostri posti in giunta, rimettiamo tutti gli incarichi e le deleghe che abbiamo". Il M5s, ha detto Conte, "non è più quello della prima fase, che si limitava a gridare ‘onestà’ da fuori. Qui abbiamo fatto la scelta di contribuire al governo di questa Regione, ed è con rammarico che questo lavoro oggi si interrompe. Noi siamo entrati in giunta anche perché il presidente Emiliano ha una storia come pm che ha combattuto le mafie. Non disconosciamo le ragioni politiche alla base di questa scelta, né il lavoro che è stato fatto. Ma chiudere gli occhi ora sarebbe assurdo".

Dunque il partito di Conte uscirà dalla maggioranza, anche se è disposto a continuare a collaborare proponendo "un patto per la legalità, che a tutti i livelli prevede criteri da rispettare e su cui vigilare. Lo offriremo alle forze politiche, e ci predisponiamo per lavorare a realizzare questo quadro normativo". Il Movimento, ha detto l'ex presidente del Consiglio, "non vuole l'antipolitica, ma la buona politica. Non possiamo ritornare all’epoca di Mani pulite, quando la politica non diede nessun segnale di reazione".

In tema di legalità non ci sono distinzioni tra centrodestra e centrosinistra, ha ribadito Conte, dicendo però che "il Pd ha chiara consapevolezza della direzione verso cui muoversi. Invece nel centrodestra non c’è solo indifferenza al malaffare, ma si lavora consapevolmente per rimuovere i controlli". Per quanto riguarda il futuro del campo largo, "continueremo a mantenere alta l’asticella su tutti i territori, possiamo andare in coalizione solo se ci sono premesse oggettive che ci consentano la buona politica: chiarezza e trasparenza dei programmi, e interpreti affidabili". Anche alle comunali di Bari la spaccatura è definitiva: il M5s continuerà a sostenere Michele Laforgia.

A che punto sono le indagini per corruzione in Puglia e cosa è successo a Bari

I casi giudiziari di Bari e della Puglia nelle ultime settimane hanno visto un'accelerata improvvisa. Il caso non ha a che vedere con le accuse rivolte al sindaco di Bari, Antonio Decaro. A marzo il governo ha nominato una commissione che valuterà il possibile scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, dato che un filone d'indagine ha portato – tra le altre cose – all'arresto di una consigliera comunale a febbraio. Questa inchiesta riguarda specificamente il Comune di Bari e le possibili infiltrazioni nella sua azienda municipalizzata dei trasporti.

Ma la Procura di Bari sta conducendo anche altre indagini legate al tema della corruzione elettorale. Gli inquirenti hanno lavorato su diversi casi, e si è arrivati alle dimissioni dell'assessora regionale Maurodinoia, che sarebbe stata legata a un sistema di voto di scambio che l'avrebbe aiutata ad essere eletta in Regione (in questo caso non risulta nessun collegamento con le elezioni comunali di Bari). Ieri poi è arrivato un nuovo sviluppo: l'ex assessore Alfonso Pisicchio – vicino al presidente Emiliano – è stato messo agli arresti domiciliari insieme al fratello Enzo. Entrambi avrebbero sfruttato i loro ruoli politici in modo "clientelare" secondo gli inquirenti, per ottenere vantaggi economici e consensi.

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