Remigio Ceroni: il deputato Pdl che vuole cambiare la Costituzione

Il suo viso era quasi praticamente sconosciuto, così come il suo nome. Questo almeno fino a ieri, giorno in cui Remigio Ceroni ha proposto di modificare l'articolo 1 della Costituzione. "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale". Questo il testo con cui è salito alle cronache il deputato Pdl, dal quale giunge un nuovo attacco contro i giudici – che fa eco all'ennesimo di Berlusconi dei giorni scorsi – ma anche, di fatto, al Capo dello Stato, ribadendo “la centralità del Parlamento nel sistema istituzionale della Repubblica” che farebbe scendere in secondo piano la figura del Presidente della Repubblica.
Marchigiano, nato ad Ascoli Piceno nel 1995, Ceroni è laureato in sociologia e sindaco di Rapagnano (2 mila abitanti circa), in provincia di Fermo, in corsa per la riconferma alla elezioni amministrative. Ceroni è un ex Dc, fedelissimo del Premier e coordinatore regionale Pdl nelle Marche, nonché primatista assoluto del voto elettronico alla Camera con il 99,85% di presenze. Dato che va un po' a cozzare col suo indice di produttività che lo colloca 284esimo su 630 (fonti Openpolis). A Montecitorio è entrato nel 2006, e rieletto due anni dopo.
Navigando sulla sua pagina web ufficiale notiamo subito un'agenda personale praticamente vuota,così come la sezione ‘eventi'. Mentre per quanto riguarda la voce ‘storia personale' appare l'inappagante dicitura ‘in costruzione'. Qualche informazione in più la si apprende da Wikipedia, dove si legge che Ceroni fa il suo esordio in politica nel 1972, iscrivendosi alla Democrazia Cristiana. Nel 1985 viene eletto consigliere comunale a Rapagnano e tre anni dopo ottiene l'incarico di assessore. Diventa primo cittadino del paesino marchigiano nel 1990, riconfermandosi nel 1995 e nel 1999, ma è costretto alle dimissioni nel 2000 per incompatibilità con l'incarico di assessore regionale per Forza Italia. Partito per il quale nel 2003 diviene coordinatore regionale, dopo un lungo alterco con Maurizio Bertucci.
Una faccenda contorta da presunte irregolarità nella gestione politica, finita davanti ai probi viri regionali che sospesero Ceroni per un anno da Forza Italia. Questione che animò anche l'aula di Montecitorio, dove nel novembre 2002, gli onorevoli di FI Maurizio Bertucci e Gianluigi Scaltritti, sostenitore di Ceroni, se le diedero di santa ragione finendo, sanguinanti, all'ospedale. Bersani, all'epoca, definì "dialettica correntizia" la diatriba interna a FI. Ieri il segretario del Partito Democratico ha usato l'arma dell'ironia per commentare la proposta di Ceroni di riscrittura dell'articolo 1 della Costituzione: "Basta che scrivano un solo articolo: la Repubblica è fondata su Scilipoti", ha detto Bersani con una chiara allusione al Responsabile, neo salvatore del Cavaliere in occasione della fiducia al governe.