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Regione Lazio, boom di consulenze (a pagamento): ecco le più bizzarre…

Dal social media manager (60mila euro all’anno) allo storico di supporto al Presidente Zingaretti per attività di supporto “in materia di tutela della memoria storica” (40 mila euro all’anno).
A cura di Davide Falcioni
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La Regione Lazio non lesina le consulenze, tant'è vero che la giunta Zingaretti investe oltre un milione e mezzo di euro all'anno per "sette competenti", una sorta di "grandi saggi" del Comitato di Legislazione: 40mila euro lordi a testa all'anno, per tutta la durata della giunta regionale. Il loro compito – rivelato da Il Fatto Quotidiano – sarà quello di riunirsi per "esigenze di semplificazione normativa regionale, di decentramento delle funzioni amministrative e di attuazione della normativa europea inerente materie di competenza regionale". Spiega Domenico Farina, coordinatore Usb pubblico impiego della Regione: "A parte il costo esorbitante non si capisce neanche l’utilità di questo comitato. Le funzioni citate nei decreti di nomina, peraltro, sono già svolte da altre strutture regionali sia della giunta che del consiglio. Mi sembra che i problemi nel Lazio siano altri, destinare oltre 300mila euro all’anno per questo comitato è assurdo”.

Tra le consulenze bizzarre c'è quella di Umberto Gentiloni Silveri, docente di storia contemporanea a Teramo e parente del parlamentare del Pd Paolo Gentiloni, che per 40mila euro all'anno svolgerà attività di supporto al presidente “in materia di tutela della memoria storica". Cecilia D'Elia – ex vicepresidente della giunta provinciale guidata da Zingaretti – sempre per 40mila euro si occupa di "contrasto alle discriminazioni e di tutela dei diritti fondamentali”. Poi la consulenza di Catello Caiazzo “in materia statistico-economica”, stesso stipendio. Chiude l’avvocato Cesare San Mauro che darà il proprio supporto “in materia di società a partecipazione pubblica” accontentandosi di 15mila euro.

“Mi sembra del tutto evidente – afferma Roberta Bernardeschi, segretaria regionale della Direr, sindacato dei dirigenti regionali – che più che pensare alle reali esigenze della Regione, a come rendere il suo assetto organizzativo più efficiente e funzionale allo svolgimento dei compiti istituzionali, si tagliano le strutture amministrative per moltiplicare gli incarichi fiduciari e le consulenze che certamente non c’entrano nulla con la pubblica utilità. Tali scelte comportano una sempre maggiore intrusione della politica nella gestione amministrativa, violando tutti i principi normativi posti a tutela dell’azione della pubblica amministrazione”.

Ma non è tutto. Scrive Il Fatto: "C’è anche il caso di due nomine che per legge sembrano destinate a provocare polemiche. Andrea Ciampalini, vicecapo gabinetto di Zingaretti, è stato designato alla presidenza di Sviluppo Lazio (Società regionale per attuazione della programmazione regionale in materia economica e territoriale). Norme di legge nazionale, confermate anche da sentenze della Corte Costituzionale, che hanno censurato come illegittimo lo spoil system, dispongono una netta separazione (incompatibilità) tra funzioni di indirizzo politico amministrativo e attività gestionale. Antonio Rosati invece è stato nominato commissario straordinario dell’Arsial laddove la legge anticorruzione spiega che “coloro che nell’anno precedente siano stati componenti della giunta o del consiglio di una provincia della medesima regione non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente pubblico a livello regionale”. Eppure Zingaretti il 30 aprile (a 4 giorni dall’entrata in vigore della legge) ha firmato il decreto di nomina di Rosati, suo ex assessore al Bilancio alla Provincia di Roma".

E per finire in bellezza ci sono due incarichi dirigenziali affidati alla stessa persona – Gianluca Giansante – a 60 mila euro annui ciascuno. Il primo riguarda la “comunicazione e relazione digitale con i cittadini”. Il secondo è definito “Social media manager, web content manager, coordinamento contenuti newsletter istituzionali”. Non c'è che dire: incarichi di cui i cittadini sentivano il bisogno.

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