Regionali, Tridico a Fanpage: “Vi spiego il mio piano per creare il reddito di dignità in Calabria”

In Calabria si voterà per le elezioni regionali domenica 5 e lunedì 6 ottobre. Quando manca poco più di un mese alle urne, il candidato del centrosinistra Pasquale Tridico ha risposto a Fanpage.it. L'europarlamentare del Movimento 5 stelle, ex presidente dell'Inps, ha parlato delle parti più discusse del suo programma, della polemica nata con Avs prima che la sua candidatura fosse ufficializzata, e anche degli attacchi di Fratelli d'Italia sulla possibile candidatura della filosofa Donatella Di Cesare.
Prima che arrivasse la conferma della sua candidatura c'è stata molta tensione, soprattutto tra i partiti che adesso la sostengono. Cosa ha pensato in quei giorni?
Ho dovuto riflettere con sincerità e serietà sul mio impegno a Bruxelles. Ma nel frattempo ho visto un'intera coalizione di centrosinistra fortemente compatta su di me, dal centro moderato ad Avs. Davanti ai cittadini che per strada mi chiedevano di scendere in campo, ho sentito il dovere e la responsabilità verso la mia comunità, la comunità dei calabresi, di fare questo passo.
Oggi niente più malumori da parte di Alleanza Verdi-Sinistra? Erano soprattutto loro a spingere per un altro candidato, e anche dopo la sua nomina hanno chiarito che Avs dovrà avere più spazio nella coalizione.
Con gli amici e compagni di Alleanza Verdi-Sinistra ho un ottimo rapporto, in Europa M5s e Sinistra italiana sono nello stesso gruppo. Ogni partito ha le sue legittime aspirazioni, ci mancherebbe. Ma oggi nella coalizione sento grande sintonia e compattezza. I temi più divisivi a livello nazionale, come la politica estera e di difesa, sono fuori dalla sfera regionale. Noi siamo allineati sui problemi della Calabria e sulle proposte per rilanciarla.
Arriviamo al suo programma, allora. L'avete suddiviso in dieci punti, venti pagine.
Il nostro programma tocca sanità, sviluppo industriale, lavoro e welfare, trasporti, turismo e agricoltura, i fondi europei e il Pnrr, l'abbandono delle aree interne, l'ambiente, istruzione e università, e infine la legalità, che è trasversale a tutti i capitoli. Dovrà essere la bussola della nostra azione politica.
Qual è la priorità numero uno?
La sanità. E innanzitutto bisogna depoliticizzare la sanità regionale.
Concretamente cosa significa?
Due cose fondamentali. La prima: rinegoziare e eliminare il debito della Calabria verso lo Stato centrale sulla sanità. Questo debito lo paghiamo con una minore aspettativa di vita rispetto alle altre Regioni, una morbilità maggiore, ospedali e infrastrutture peggiori. I calabresi non ne hanno colpa, la responsabilità è dell'inefficienza dei governi regionali e dei commissariamenti.
La seconda cosa?
Innanzitutto costruire ospedali veri e rafforzare quelli esistenti. Inoltre bisogna creare un'agenzia sanitaria regionale unica, che coordini tutte le Asp regionali. Oggi il sistema sanitario dipende dalle Asp, spesso molto politicizzate e in debito. Io ho gestito Inps: un esempio di azienda pubblica che è fortemente depoliticizzata, e che segue criteri di economicità, qualità, performance. La terza azione è rafforzare gli ospedali interni e le case di comunità, che permettono di decongestionare i Pronto soccorso al collasso.
A far discutere di più in campagna elettorale però non è la sanità, ma la sua proposta di un reddito di dignità regionale. Ce la spiega?
Facciamo un'operazione verità su questo. Il reddito di dignità è uno strumento pensato per chi non ha l'Assegno di inclusione, né il Sostegno formazione e lavoro, ed è in una situazione di povertà. In sostanza, chi è rimasto escluso nel passaggio dal Reddito di cittadinanza all'Adi e al Sfl: circa 20-25mila persone.
Di che somme si parla?
I beneficiari riceveranno un reddito pari a circa 500 euro al mese. Calcolato a integrazione, per cui se hai già 100 euro di entrate te ne daremo altri 400 per arrivare a 500 in tutto.
Il progetto è fortemente legato a politiche attive, formazione e politiche di inclusione. Chi lo ottiene, se non c'è un lavoro disponibile, sarà utilizzato in progetti di utilità collettiva: recupero di borghi e aree interne, recupero archeologico di siti che oggi sono abbandonati, recupero culturale delle aree della Calabria che oggi vengono ignorate. In più, i beneficiari saranno sostenuti con misure per la auto-imprenditorialità: ad esempio se ho l'idea per lanciare un'impresa nel settore della cultura, posso ottenere l'intera annualità del reddito di dignità in un'unica soluzione.
Il presidente calabrese uscente, Roberto Occhiuto, ha criticato l'iniziativa dicendo che non ci sono i soldi per pagarla.
Parliamo di 20mila persone circa, come detto. Erogando al massimo 500 euro al mese a ciascuna, spendiamo poco più di cento milioni di euro all'anno. Per finanziarla possiamo usare risorse del Fondo sociale europeo, nella parte dedicata a lavoro, istruzione e formazione.
L'assessore calabrese all'Economia, Marcello Minenna, dice che in Regione non ci sono fondi europei in grado di pagare questa misura.
In Calabria abbiamo 3,5 miliardi di euro di fondi nella programmazione 2021-2027, e nella nuova programmazione ne avremo almeno altrettanti.
Ancora una critica di Occhiuto: "Le cose che propongono, noi le abbiamo già fatte". È così?
Non è vero. In tutto il periodo 2021-2027 hanno messo 108 milioni (quindi si parla di circa quindici milioni all'anno) per incentivi alle aziende che assumevano lavoratori in condizioni particolari. Un progetto che peraltro è partito solo nel 2024, e di cui hanno beneficiato solo 1.500 persone. Una misura piccola, insufficiente, completamente diversa dal reddito di dignità.
Avete intenzione anche di lanciare un salario minimo regionale? È un esperimento su cui Toscana e Puglia stanno lavorando, mentre a livello nazionale il governo Meloni ha detto di no più volte.
Sì. Oggi purtroppo il settore pubblico contribuisce a una parte dei lavoratori poveri. Le amministrazioni fanno bandi al massimo ribasso, così negli appalti e subappalti ci sono aziende che pagano salari bassissimi. Pensiamo ai vigili notturni che prendono cinque o sei euro l'ora, agli operatori delle mense scolastiche, ai lavoratori delle pulizie. Vogliamo una legge-quadro regionale che ricada poi sui Comuni, che permetta di varare bandi solo con salari non inferiori ai nove euro l'ora.
Da Fratelli d'Italia sono arrivati duri attacchi per la possibilità che tra i candidati ci sia anche la filosofa Donatella Di Cesare, accusata per un messaggio postato quando morì l'ex dirigente delle Brigate rosse Barbara Balzerani. La candidatura è confermata?
È una decisione che dovrà prendere Donatella. Io sono veramente sconcertato da questi attacchi a una filosofa pacifista, nonviolenta e femminista, che ha sempre preso le distanze dalle Brigate Rosse e viene messa alla gogna per un tweet che è stato decontestualizzato. Parliamo di una polemica vecchia e strumentale, a cui la destra si appiglia per intimidire una privata cittadina e una professoressa ordinaria della Sapienza, una delle migliori università d’Europa.