Elezioni Regionali 2025

Regionali, finisce 3 a 3, Boccia (Pd): “Affluenza bassa responsabilità del governo, Csx unito superiore a Cdx”

Ai microfoni di Fanpage.it il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia e il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama Maurizio Gasparri, commentano i primi risultati delle regionali in Veneto, Campania e Puglia. Boccia a Fanpage.it: “Se guardate i valori assoluti, il centrosinistra unito è nettamente superiore al centrodestra di governo”.
A cura di Redazione
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Di Marco Billeci e Annalisa Cangemi

È finita 3 a 3 la sfida tra centrodestra e centrosinistra per la tornata autunnale di regionali. Tralasciando la sfida in Valle d'Aosta, Regione a statuto speciale, i cittadini nei mesi scorsi sono stati chiamati alle urne nelle Marche, in Calabria e in Toscana. Ieri e oggi si è votato in Veneto, Puglia e Campania, e i primi risultati hanno confermato le stime dei sondaggi: il centrodestra si è aggiudicato il Veneto, grazie al leghista Alberto Stefani, mentre il centrosinistra ha vinto in Puglia e Campania, rispettivamente con Antonio Decaro e Roberto Fico.

Mentre lo spoglio delle schede va avanti, il risultato è ormai chiaro: Stefani ha stravinto con una percentuale di voti sopra il 60%, staccando Manildo di più 30 punti; Decaro potrebbe essere addirittura sopra il 65%, mentre Lobuono non andrebbe oltre il 33%; Fico avrebbe vinto con il 65% dei voti, staccando l'esponente del governo di centrodestra Cirielli di oltre 30 punti. Arrivano già i primi commenti dai due fronti. Il capogruppo di Forza Italia Murizio Gasparri, intercettato dai microfoni di Fanpage.it, ha sottolineato che il centrodestra era al governo in tre di queste sette Regioni al voto (considerando anche la Valle d'Aosta, dove Forza Italia è entrata nella maggioranza regionale con l'Union Valdôtaine e gli Autonomisti di Centro). Secondo il senatore in sostanza si sono confermati i risultati attesi in tutte le Regioni.

"Ora siamo al governo in quattro di queste sette Regioni. Ci sono state delle conferme, come Acquaroli nelle Marche. Da tre a quattro siamo passati a quattro a tre. C'è una percentuale calante di elettori, siamo scesi largamente sotto la soglia del 50%, al 40-41%, forse perché la gente non si è sentita mobilitata. Quando la contesa è più accesa, la percentuale degli elettori sale. Evidentemente l'elettorato ha metabolizzato le previsioni che ha letto nei sondaggi. Non credo che alle politiche l'affluenza sarà del 41%". Complessivamente infatti l'affluenza nelle tre Regioni al voto è stata del 43,64, contro il 57,60 delle tornate precedenti. In particolare, in Campania è andato a votare il 44,06% degli elettori contro il 55,52% della volta precedente; in Veneto si è recato alle urne solo il 44,64% degli aventi diritto, contro il 61,16% delle precedenti Regionali; in Puglia l'affluenza è stata del 41,83%, contro il 56,43%.

Sul tema affluenza, di diverso avviso è Francesco Boccia, capogruppo dem in Senato, secondo cui l'affluenza bassa è una "responsabilità che dovrebbe sentire prima di tutto il governo sulle proprie spalle, perché cinque anni fa con il governo Conte 2 votammo nello stesso giorno. Il governo mise attorno al tavolo tutte le Regioni e alla fine decidemmo di votare il 20 e 21 settembre, individuando lo stesso giorno anche per i Comuni che allora andarono al voto. Questa volta i Comuni sono stati spostati al 2026, scelta che il Viminale ha fatto, peccato che le Regioni siano state lasciate in balia di loro stesse, il risultato è che abbiamo votato ogni due-tre settimane. Non c'è stata una campagna nazionale, ogni Regione l'ha fatta su scala regionale. Questo è uno dei primi motivi che ha portato al crollo di 10-15 punti dell'affluenza", ha detto il senatore dem.

"Tutti, destra e sinistra, devono invece preoccuparsi della lontananza e della disaffezione, e della considerazione che fanno alcune persone, secondo cui la politica non risolve più i problemi. Questo deve preoccuparci tutti, soprattutto al tempo dei nazionalismi, che danno ricette attraverso le scorciatoie dell'uomo forte o della donna forte al comando. Aver fatto invece elezioni regionali scaglionate ogni due o tre settimane è una precisa e grave responsabilità del governo Meloni".

"Siamo soddisfatti, stiamo mettendo in mora il governo sulle cose da fare, per esempio sulle liste d'attesa, che aumentano, sul salario minimo, e su tutte le misure unitarie che il centrosinistra unito ha presentato in Parlamento. Ora mettiamo da parte le Regionali, Puglia e Campania le abbiamo vinte in maniera netta, in Veneto il centrosinistra ha raddoppiato il consenso rispetto alla tornata di cinque anni fa, quando andò oggettivamente molto male. Abbiamo perso lì, ne prendiamo atto, ma il segnale di Manildo è molto buono. Roberto Fico ha battuto il viceministro Cirielli, persona vicinissima a Meloni, penso che il messaggio dei campani sia stato chiaro. E Antonio Decaro ha svolto una campagna eccezionale, ha dimostrato di essere stato un grande sindaco di Bari e di essere un grande amministratore. Siamo convinti che la Puglia continuerà a essere un punto di riferimento per il Mezzogiorno e che continuerà a crescere", ha detto Boccia a Fanpage.it.

Complessivamente, è il bilancio, nessuna Regione ha cambiato segno, ha fatto notare il giornalista Marco Billeci al capogruppo dem a Palazzo Madama: "Se guardate i valori assoluti, il centrosinistra unito è nettamente superiore al centrodestra di governo – ha risposto Boccia – Tra le ultime 10 Regioni, solo due Regioni hanno cambiato segno e sono passate dal centrodestra al centrosinistra, e mi riferisco alla Sardegna e all'Umbria. Le altre Regioni non hanno cambiato segno, ma contano i voti assoluti. Il centrosinistra unito è sempre superiore al centrodestra oggi al governo. Penso sia un dato oggettivo. Ma visto che le elezioni regionali sono diverse dalle politiche, noi non mescoliamo mele e pere come fa la destra. Ma se proprio si vuole fare un esercizio aritmetico i dati sono questi".

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