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Elezioni regionali 2024

Regionali Abruzzo, l’assenza del voto disgiunto sarà determinante nella sfida tra Marsilio e D’Amico

“Se c’era il disgiunto avevamo già la vittoria in tasca”, sussurra un dirigente dem. La legge elettorale regionale in Abruzzo, non prevede la possibilità del voto disgiunto. Una circostanza che potrebbe essere determinante per stabilire l’esito della sfida tra Luciano D’Amico e Marco Marsilio.
A cura di Valerio Renzi
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Ultimo giorno di campagna elettorale in Abruzzo, dove domenica i cittadini saranno chiamati a scegliere il prossimo governatore regionale tra due soli candidati. La posta in palio è chiarissima. Se vincerà il candidato del campo formato extra large del centrosinistra, la vittoria in Sardegna non sarà un episodio ma forse un trend, e avrà avuto ragione Elly Schlein a parlare di "vento del cambiamento". In aggiunta: se dopo Truzzu a perdere sarà un altro pretoriano della premier, Giorgia Meloni dovrà gioco forza aprire una riflessione sulla classe dirigente del suo partito. Se invece vincerà il candidato del centrodestra, la maggioranza potrà guardare alle prossime elezioni europee con maggiore tranquillità, archiviando la sconfitta nell'isola come un fatto locale e fisiologico.

C'è un clima ottimista tra le file dei sostenitori di Luciano D’Amico, il rettore dell'Università di Teramo dietro il quale il centrosinistra marcia unito. "Ma attenzione: la legge elettorale ci penalizza, senza il voto disgiunto", ragiona a voce alta un dirigente locale del Partito Democratico. Il governatore uscente Marco Marsilio, non ha finito il suo mandato godendo di una popolarità stellare, per questo il voto disgiunto, almeno sulla carta, avrebbe favorito il centrosinistra. "Siamo convinti che un numero non indifferente di elettori, se avesse potuto, avrebbe votato una lista dello schieramento di centrodestra, indicando però D'Amico come presidente", continua a argomentare il dirigente dem. E in Sardegna è stato proprio il disgiunto a essere determinante per l'affermazione di Alessandra Todde.

L'assenza del voto disgiunto è ancora più importante in una regione come l'Abruzzo, dove i votanti sono circa 1 milione divisi in quattro circoscrizioni: la distanza tra elettori e candidati è dunque minima, e questo rafforza l'importanza del voto di lista. "Soprattutto nell'Aquilano sono tanti i grandi portatori di preferenze che hanno fatto una campagna elettorale senza neanche scrivere ‘Marsilio' sui manifesti, tutta centrata sulla propria figura".

Insomma, se il centrosinistra alla fine la spunterà dovrà contare sulle sue sole forze, senza poter contare dai voti per il presidente provenienti dall'altro schieramento. E la vittoria da festeggiare, se arriverà, sarà ancora più importante.

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