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Quirinale, Conte contro Di Maio: “Condotte molto gravi, dovrà rendere conto agli iscritti”

Il leader del M5s spiega che il Pd su Belloni al Colle avrebbe cambiato idea all’ultimo. E apre la polemica interna con Luigi Di Maio.
A cura di Giacomo Andreoli
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«Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità». Giuseppe Conte lancia l'affondo contro Luigi Di Maio, che lo aveva criticato duramente per aver "bruciato" il nome di Elisabetta Belloni come candidata al Quirinale. L'occasione la fornisce una lunga intervista del capo politico del Movimento 5 stelle al Fatto Quotidiano. Si tratta solo dell'ultimo episodio di una schermaglia che, nonostante le smentite, va avanti da tempo, a partire dai diversi giudizi sul governo Draghi.

«Quelle di Belloni e di Paola Severino – aggiunge il leader grillino- erano candidature di cui avevamo discusso, sia nel fronte progressista che con il centrodestra. Apparivano molto solide e affidabili, e offrivano l'occasione storica di portare una donna al Quirinale». Quindi la ricostruzione delle ore frenetiche dello scorso venerdì sera, che hanno portato a una spaccatura nel fronte progressista. Nella versione di Conte, sulla direttrice del Dis, come sull'ex ministra della Giustizia e presidente della Scuola nazionale dell'amministrazione, non erano stati posti veti da PD e LeU. Per questo motivo la sua fuga in avanti, aprendo in favor di telecamera a una donna per la presidenza della Repubblica, non sarebbe stato un modo per spaccare il centrosinistra.

Arrivati a tarda sera, però, «nel PD non c'era più la disponibilità su Belloni. C'è stato un blocco trasversale». A quel punto, spiega il capo grillino del M5s, «ho preso atto della posizione dei dem, ma visto l'accordo anche con LeU, non ho mai pensato di rompere quell'asse politico per una votazione che si presentava problematica anche nei numeri». Ma di Letta, assicura, «mi fido ancora».

Conte: "Ho provato con Belloni e Severino fino all'ultimo"

Conte, poi, difende la scelta di Beppe Grillo di citare in un tweet la direttrice del Dis. «Con Beppe – dice- ho parlato io e abbiamo convenuto che la direttrice del Dis sarebbe stata un'ottima figura per la Presidenza della Repubblica. Ma bando all'ipocrisia, questa uscita non ha avuto influenza su una partita giocata da vari politici. Penso a a Matteo Renzi. Ma non solo».

Quindi racconta dell'estremo tentativo che aveva portato avanti sabato mattina per candidare comunque una tra Severino e Belloni all'ottava votazione in aula. Il profilo femminile richiesto, invece, non poteva essere Marta Cartabia. «Alcuni leader l'hanno proposta in extremis. E io ho spiegato che era un nome su cui dovevo riservarmi un approfondimento interno». Stessi dubbi sull'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini: «Ho chiarito subito che non rappresentava il candidato ideale del Movimento».

Nei 5stelle "è il momento del chiarimento"

Ora, conclude Conte, «è il momento di un chiarimento» nel Movimento 5 stelle. Secondo il capo politico grillino, infatti, «una comunità di donne e uomini, anche nella diversità di opinioni, deve perseguire un'azione politica in modo coerente e compatto. Stabiliremo tempi e modi per un confronto trasparente».

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