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Covid 19

Quarta dose, perché è falso che debbano farla solo i fragili, come dice Gemmato: intervista a Lopalco

L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, intervistato da Fanpage.it, critica la posizione presa dal sottosegretario Gemmato sulla quarta dose di vaccino anti Covid: “Assolutamente falso che la valutazione rischio-beneficio non supporti la necessità di fare il richiamo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ex assessore alla Salute in Puglia, candidato in quota Articolo 1 per il centrosinistra alle ultime elezioni politiche, ma non eletto, non ha mezze misure nel bollare come "grave" e "profondamente sbagliata" la dichiarazione del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato sui vaccini anti Covid. Per Lopalco "Chiunque voglia evitare una malattia sintomatica, di qualunque tipo di gravità, dalla sindromesindrome simil-influenzale al Long Covid, deve fare il richiamo. Questo ci dice la scienza".

L'esponente di Fratelli d'Italia due giorni fa ha detto pubblicamente che la campagna vaccinale deve proseguire con la quarta dose, ma unicamente per le persone fragili. Per tutti gli altri, invece, la somministrazione del secondo richiamo (second booster) non sarebbe consigliata. Queste le parole precise del sottosegretario Gemmato: "L'idea di questo ministero è quella di mettere in sicurezza i cluster che hanno dato mortalità. Sono dati di epidemiologia medica, statistici, non si inventa nulla: si vede che i cluster che danno mortalità sono i fragili, gli anziani, gli immunodepressi. Quelle sono le persone alle quali noi consigliamo di vaccinarsi con le dosi di richiamo e lo consigliamo in maniera forte e puntuale", ha detto.

"A chi sta bene, a chi si va a riconoscere in un cluster che non dà mortalità, per analisi costo-beneficio, perché vi sono delle reazioni avverse all'assunzione di farmaci e di vaccini, in questo caso l'idea è bilanciare sempre e capire che la vaccinazione va fortemente consigliata ai cluster che danno mortalità. Non ha senso farlo nelle persone che evidentemente non muoiono contraendo il virus, men che meno in quest'epoca storica in cui abbiamo il 2% di occupazione di terapie intensive".

"La gravità di questa affermazione deriva dal fatto che il sottosegretario smentisce quanto i tecnici del ministero, supportati anche dai dati scientifici dell'Iss, hanno riportato in una circolare recentissima. In quel testo era chiarissimo l'approccio: dare la priorità alle categorie più fragili, ma questo comunque sottintende l'idea che di un booster vaccinale se ne possano avvantaggiare tutti – ha detto Lopalco, contattato da Fanpage.it – Non è necessariamente solo chi ha un rischio di finire in rianimazione o di morire che deve vaccinarsi. Perché la vaccinazione non previene solo la morte, ma previene qualunque forma impegnativa di Covid. E purtroppo, ormai lo sappiamo, per difendersi da forme impegnative di Covid bisogna fare dei richiami".

"Io ho fatto la quarta dose – ha spiegato Lopalco – l'ho fatta in quanto operatore sanitario, ma l'ho fatta perché sono un cinquantenne, in buona salute, e non voglio assumermi il rischio di avere un'infezione sintomatica e stare cinque giorni a casa. Ma oltre a questo c'è il rischio del Long Covid, che può manifestarsi anche nelle persone più giovani. Quindi è assolutamente falso che la valutazione rischio-beneficio non supporti la necessità di fare il richiamo. Stiamo parlando di una vaccinazione che ha un profilo di sicurezza molto alto. Se poi il sottosegretario ha dei dati in mano che non non abbiamo li diffonda. Queste affermazioni sono profondamente sbagliate, perché vengono purtroppo da parte di una persona che non ha esperienza di sanità pubblica. Anche le vaccinazioni contro l'influenza non vengono fatte per evitare la morte o le terapie intensive, ma perché ogni anno l'influenza ha un carico di malattia tale che riesce a paralizzare il Paese, semplicemente per il fatto che tiene a casa per una settimana le persone. Il Covid ha ancora un carico di malattia molto importante, a prescindere dal rischio morte". 

La presa di posizione di Gemmato può creare confusione, perché fa a pugni con l'indicazione del ministero della Salute, che con una circolare, emanata poco prima del cambio di esecutivo, ha chiarito quali sono le categorie che possono sottoporsi al richiamo, sostanzialmente aprendo a tutti gli over 12 su richiesta. Non soltanto i fragili, dunque, ma tutte le persone che hanno più di 12 anni.

Sul sito del ministero la comunicazione del resto non è mai cambiata: la quarta dose è raccomandata a persone di 60 anni e più, persone di 12 anni e più con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti, operatori e ospiti di Rsa, donne in gravidanza, purché sia passato un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dalla prima dose booster o dall’ultima infezione successiva al richiamo, considerando la data del test positivo. Ma si dice anche che i vaccini bivalenti possono comunque essere utilizzati, su richiesta dell’interessato, come seconda dose di richiamo, per la vaccinazione dei soggetti di almeno 12 anni di età, che abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni. Nessun dubbio insomma viene sollevato sull'utilità della quarta dose per persone che non rientrano nella categoria dei soggetti fragili.

Fine obbligo isolamento positivi, cosa pensa Lopalco

Il ministero della Salute, dopo l'insediamento del nuovo governo, ha più volte annunciato che intende cambiare la regola dell’isolamento per i positivi, che per il momento ha una durata di 5 giorni. Per adesso per poter uscire dall'isolamento bisogna avere un tampone negativo, ma è possibile farlo solo se i sintomi sono passati da almeno 2 giorni. Il ministero della Salute sta valutando in questi giorni come intervenire sulla norma. "Si può discutere sulla lunghezza dell'isolamento, si può ridurre la burocrazia e il numero di tamponi, magari eliminando il tampone in uscita, ma è sbagliato abolirlo del tutto. Non possiamo prenderci ancora il rischio di mandare in giro persone positive e contagiose. L'isolamento resta una misura di sanità pubblica, importante per tutte le malattie infettive", ha detto Lopalco a Fanpage.it.

Lopalco contro lo stop alle mascherine negli ospedali

Il governo Meloni per il momento ha deciso di prorogare l'obbligo di indossare le mascherine in ospedale e nelle Rsa. La misura resta in vigore fino al 31 dicembre 2022, dopo si vedrà. "Tutto quello che abbiamo imparato di buono durante la pandemia deve restare – ha sottolineato Lopalco –  Le mascherine in ospedale devono essere obbligatorie non solo per il Covid, si dovrebbero continuare a portare, soprattutto nella stagione autunno-inverno in cui circolano i virus respiratori. Con le mascherine abbiamo abbattuto l'influenza. Non riesco a capire qual è il motivo per cui ora dovremmo abolire una misura che finalmente e faticosamente è entrata negli ospedali e nei luoghi in cui si trovano le persone fragili".

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