65 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Pensioni

Quando scatta la pensione di vecchiaia con le nuove regole per il 2024

Dal 2024 cambiano le regole per la pensione di vecchiaia contributiva, cioè quella di chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995. La soglia d’età resta a 67 anni, ma solo per chi ha almeno 20 anni di contributi e ha maturato un assegno da almeno 534,41 euro al mese. In caso contrario, bisogna aspettare fino a 71 anni per lasciare il lavoro.
A cura di Luca Pons
65 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

La pensione di vecchiaia cambia regole, e con le nuove norme inserite nella manovra dal governo Meloni diventa un po' più raggiungibile per chi è nel regime contributivo, cioè ha iniziato a lavorare e versare contributi dopo il 1995. Per quanto riguarda i lavoratori che hanno iniziato prima la loro carriera, i criteri restano gli stessi: almeno 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Per i più giovani, però, c'è un requisito aggiuntivo: bisogna aver maturato almeno una certa somma di pensione, altrimenti non si può lasciare il lavoro.

Le nuove norme sulla pensione di vecchiaia e di anzianità contributiva

Dal 2024, questa somma sarà pari all'assegno sociale. Che, considerando la rivalutazione legata all'inflazione, sale a 534,41 euro al mese. Ricapitolando, quindi, chi ha iniziato a versare contributi dopo il 1995 per ottenere la sua pensione di vecchiaia dovrà rispettare tre requisiti. Aver compiuto almeno 67 anni, avere accumulato almeno 20 anni di contributi, e avere una pensione di almeno 534,41 euro lordi mensili. Al di sotto di questa cifra, non sarà possibile chiedere il pensionamento. Il requisito è stato abbassato: prima era pari a 1,5 volte l'assegno sociale, mentre da quest'anno basta che sia uguale all'assegno sociale.

Per chi non ha accumulato questa pensione a 67 anni, sarà necessario continuare a lavorare fino a quando non la si raggiunge, oppure quando scatta l'ultima soglia: la pensione di vecchiaia senza requisiti di assegno. Per ottenerla, però, è necessario avere almeno 71 anni di età e almeno 5 anni di contributi versati.

Per chi è nel regime contributivo cambiano anche le regola sulla pensione anticipata, o di anzianità. Infatti, questa si può ottenere con 64 anni di età e 20 anni di contributi. Ma bisogna a vere una pensione più alta: pari a tre volte l'assegno sociale, quindi 1.603,23 euro lordi. La soglia si abbassa a 2,8 volte l'assegno sociale (1.496,35 euro) per le donne con un figlio, e a 2,6 volte l'assegno sociale (1.389,47 euro) per le donne con due o più figli.

Come cambia la pensione minima nel 2024

La rivalutazione Inps ha toccato tutti gli assegni. Per quanto riguarda la pensione minima, questa è salita a 598,61 euro, dato che l'inflazione è stata decisamente alta anche nel 2023 (5,4%). L'assegno minimo è un punto di riferimento importante anche perché serve a calcolare tutti gli altri aumenti. Ad esempio, la rivalutazione sarà piena solo per chi prende fino a quattro volte l'assegno minimo, mentre al di sopra sarà gradualmente ridotta.

Un altro esempio: chi lascia il lavoro usando quota 103 potrà ricevere al massimo quattro volte la minima (2.394,44 euro lordi al mese) fino a quando non avrà compiuto 67 anni. Per chi ha scelto quota 103 lo scorso anno invece la soglia è più alta: cinque volte la pensione minima, o 2.993,05 euro lordi.

In più, anche se il minimo Inps è stato fissato a 598,61 euro, per chi prende questa somma scatterà un aumento del 2,7% che il governo Meloni aveva inserito nella manovra di dicembre 2022. Grazie a questa norma, di fatto il minimo che si riceverà sarà di 614,77 euro.

65 CONDIVISIONI
211 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views