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Quando arriva il rimborso del 730: il calendario, gli errori da evitare e chi riceverà meno detrazioni

C’è tempo fino al 30 settembre 2025 per presentare la dichiarazione dei redditi con il Modello 730. Attenzione però: chi ha più certificazioni uniche rischia errori pesanti, mentre per i redditi sopra i 50mila euro scattano tagli alle detrazioni. Ecco il calendario dei rimborsi e tutto quello da sapere per compilare correttamente e non perdere i soldi.
A cura di Francesca Moriero
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Anche quest'anno milioni di contribuenti italiani sono chiamati a presentare la dichiarazione dei redditi tramite il Modello 730, riferito all'anno fiscale 2024. Il termine ultimo per l'invio è fissato al 30 settembre 2025. La dichiarazione può essere trasmessa in autonomia attraverso il portale dell'Agenzia delle Entrate, oppure ci si può affidare a un Caf, a un commercialista o a un altro intermediario abilitato. Un'altra possibilità, per chi ha un datore di lavoro o un ente pensionistico che funge da sostituto d’imposta, è quella di far compilare e inviare il 730 direttamente da loro. In questo caso, prima della trasmissione, il contribuente riceve una copia del modello e del prospetto di liquidazione, con l’indicazione di quanto verrà rimborsato o trattenuto.

Il calendario dei rimborsi della dichiarazione dei redditi 2025

È importante tenere bene a mente le tempistiche per l'accredito del rimborso o per l'eventuale trattenuta dipendono dalla data di presentazione:

  • Entro il 15 giugno per chi invia il modello entro il 31 maggio
  • Entro il 29 giugno per chi lo presenta tra il 1° e il 20 giugno
  • Entro il 23 luglio se l’invio avviene tra il 21 giugno e il 15 luglio
  • Entro il 15 settembre per i modelli trasmessi dal 16 luglio al 31 agosto
  • Entro il 30 settembre per quelli consegnati nell’ultimo mese utile

La dichiarazione precompilata non è sempre perfetta

Per il secondo anno consecutivo, i cittadini possono scegliere di usare il Modello 730 precompilato, disponibile nella propria area personale sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Si tratta di un modello già popolato con i dati fiscali registrati negli anni precedenti: redditi, spese mediche, contributi, mutui e così via. È una comodità, certo, ma non è detto che sia tutto corretto o completo: cambiamenti di lavoro, nuove spese detraibili o variazioni familiari potrebbero infatti non essere stati registrati automaticamente e, in quel caso, se il contribuente non effettua le necessarie modifiche, rischia di pagare più tasse del dovuto o di perdere rimborsi a cui avrebbe diritto. Il consiglio quindi è semplice: anche se la precompilata è un aiuto concreto, non va mai inviata senza un controllo attento. Un errore formale può infatti tradursi in una perdita economica o in sanzioni.

Occhio alle doppie Cu: l'errore che fa saltare le detrazioni

Un problema molto frequente riguarda poi chi, nel corso dell'anno, ha ricevuto più certificazioni uniche (Cu); succede per esempio ai lavoratori stagionali o a chi ha cambiato impiego, ma anche a chi ha usufruito della Naspi, l’indennità di disoccupazione. In questi casi, il sistema può non calcolare correttamente i giorni lavorati e quelli di disoccupazione indennizzata, con il risultato che le detrazioni per lavoro dipendente scompaiono o vengono drasticamente ridotte. L'effetto immediato? Tasse più alte da pagare. Chi rientra in questa situazione deve quindi verificare che tutti i periodi lavorativi siano presenti e correttamente registrati. La dichiarazione precompilata, da sola, non sempre rileva questi dettagli.

Redditi sopra i 50mila euro: tagli alle detrazioni fino a 260 euro

Tra le novità del 2025 c'è poi un cambiamento importante per i contribuenti con un reddito superiore ai 50mila euro annui: a causa delle recenti riforme fiscali, alcune detrazioni del 19% verranno ridotte. Il taglio può arrivare fino a 260 euro, e riguarda diverse spese detraibili: quelle per l'istruzione dei figli, per le attività sportive, per la cura degli animali domestici, per gli interessi passivi sui mutui e molte altre. Restano invece escluse dal taglio le spese sanitarie, che continuano a godere della detrazione piena. Il messaggio è insomma chiaro: chi ha un reddito elevato riceverà meno benefici fiscali rispetto agli anni precedenti. Una misura che mira a rendere il sistema più progressivo, ma che pesa su chi appartiene alla fascia medio-alta della popolazione.

Bonus Natale da 100 euro: si può recuperare con il 730

Nel 2024, in occasione delle festività natalizie, il governo ha introdotto un bonus una tantum da 100 euro per molti lavoratori dipendenti, lo hanno ricevuto in busta paga coloro il cui datore di lavoro agiva come sostituto d'imposta. Ma non tutti hanno beneficiato della misura: chi, per esempio, ha lavorato per un'azienda o un ente che non fungeva da sostituto d'imposta, potrebbe non aver incassato il bonus. In questi casi, è possibile recuperare i 100 euro direttamente attraverso il Modello 730/2025, a patto naturalmente di avere i requisiti previsti. È importante quindi anche qui segnalare correttamente la propria situazione nella dichiarazione e, se necessario, farsi aiutare da un professionista per non sbagliare.

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