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Processo per tentata estorsione, figli di Berlusconi non ritirano querela a ex olgettina Giovanna Rigato

Giovanna Rigato è a processo con l’accusa di aver tentato di estorcere almeno 500mila euro a Silvio Berlusconi, in cambio del suo silenzio nei processi in cui erano coinvolti. Dopo la morte dell’ex presidente del Consiglio, i cinque figli avrebbero potuto ritirare la querela. Invece si sono costituiti parte civile.
A cura di Luca Pons
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Giovanna Rigato (foto dal suo profilo Facebook) e Silvio Berlusconi
Giovanna Rigato (foto dal suo profilo Facebook) e Silvio Berlusconi

Il processo per tentata estorsione a Giovanna Rigato proseguirà, e i figli di Silvio Berlusconi saranno parte civile. Oggi si è tenuta la terza udienza del procedimento, al Tribunale di Monza, e i cinque figli dell'ex presidente del Consiglio avrebbero potuto decidere di ritirare la querela in seguito alla morte del padre. La loro decisione, invece, è stata opposta: tutti (Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi) si sono costituiti parte civile, e il processo andrà avanti.

Giovanna Rigato è una delle giovani donne che furono ospiti delle cene di Silvio Berlusconi ad Arcore e che risiedevano in un immobile in via Olgettina a Milano, da cui il termine giornalistico "olgettine". Negli anni Berlusconi fu processato per scandali sessuali e anche per l'accusa di aver pagato le testimoni per mentire, risultando assolto. Rigato, invece, è accusata di tentata estorsione perché avrebbe chiesto, nel 2007, di ricevere prima 500mila euro e poi un milione di euro in cambio del suo silenzio sui casi giudiziari in cui era coinvolta insieme a Berlusconi. La donna ha sempre negato tutte le accuse.

La richiesta sarebbe arrivata da parte dell'ex concorrente del Grande Fratello durante un incontro ad Arcore, quando Rigato riceveva già circa 2-3mila euro al mese da parte di Berlusconi. Il processo è giunto oggi alla terza come udienza, e nelle precedenti due Berlusconi non si era mai presentato per testimoniare, parlando in un caso di motivi di salute e nell'altro di impegni da senatore, nonostante avesse deciso di costituirsi parte civile. Il prossimo appuntamento in aula – dato che i figli non hanno ritirato la querela – si terrà il 17 aprile.

Oggi i giudici hanno ascoltato Roberto Trombini, collaboratore di Berlusconi. Durante il processo Ruby ter, lo stesso Trombini aveva detto di aver visto Rigato fare "un gesto con una mano per far capire che le dovevano essere versati dei soldi, penso 500mila euro" nei confronti dell'ex presidente del Consiglio, che sarebbe rimasto "sbigottito". Nel 2021, intervistata dalla rivista Nuovo, Rigato disse: "Non ho alcuna paura di Berlusconi. Gli voglio un gran bene e gliene ho sempre voluto più di tante altre persone".

Poi spiegò la sua richiesta come un "risarcimento per gli anni che ho trascorso nelle aule dei tribunali" per i suoi collegamenti con Berlusconi: "Il calvario è cominciato nel 2010 ed è stato davvero stancante essere chiamata a testimoniare in continuazione. Nel corso degli anni sono passata da testimone a imputata con altre 28 persone per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari, e questo ha inevitabilmente leso la mia immagine".

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