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Prato, a che punto sono le indagini sui ricatti con foto hard a Cocci (FdI) e cosa c’entra la massoneria

Si indaga sul caso di Tommaso Cocci, consigliere di Fratelli d’Italia a Prato e possibile candidato alle regionali toscane, minacciato con decine di lettere che contenevano sue foto intime e la richiesta di dimissioni. Cocci è un membro “in sonno” della massoneria locale, e ieri la Digos ha perquisito la sede della loggia Sagittario. Si indaga per revenge porn e diffamazione.
A cura di Luca Pons
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Passi avanti nelle indagini sul caso di Tommaso Cocci, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Prato che negli ultimi mesi è stato vittima di una campagna ricattatoria: decine di lettere con sue foto intime, inviate a esponenti del suo partito e non solo, chiedendo che si dimetta per evitarne la diffusione.

La Procura pratese indaga per revenge porn e diffamazione, e ieri la Digos ha perquisito la sede della loggia massonica Sagittario. Cocci, infatti, è stato in passato segretario della loggia stessa, e solo da giugno è "in sonno", ovvero sostanzialmente in ‘congedo' dalle attività massoniche.

Le lettere anonime con foto hard e il ricatto: "Dimettiti"

L'avvocato di 34 anni era considerato uno dei candidati forti di Fratelli d'Italia alle prossime elezioni regionali. Proprio per questo, secondo lui, sarebbe nata una campagna minatoria da parte di altri esponenti del partito, per spingerlo ad abbandonare l'incarico e la candidatura a consigliere in Regione. Per il momento non è emerso se ci siano nomi nella lista degli indagati.

Le lettere anonime avevano iniziato ad arrivare a febbraio, insieme a una foto intima di Cocci. Ad aprile, a quanto risulta, una lettera era stata rivolta alla deputata di FdI Chiara La Porta, considerata la ‘sponsor' politica principale del consigliere; un'altra indicazione che potrebbe suggerire che l'iniziativa sia nata dentro il partito. La missiva chiedeva che il meloniano si dimettesse per evitare che la foto finisse sui giornali.

Poco dopo Cocci si era rivolto alla Digos per denunciare l'accaduto. A inizio luglio era partita un'altra ondata di lettere, con una foto diversa, rivolte alla sindaca di Prato, ad assessori e due giornali. All'interno c'era anche uno screenshot di un messaggio in cui si parlava di droga, di festini e del legame di Cocci con la massoneria. Le indagini avevano accelerato con le analisi sulle lettere, che erano state sequestrate. Ad agosto sono arrivate nuove buste ad altri esponenti del partito.

Gli inquirenti perquisiscono le logge massoniche

Ieri, gli inquirenti hanno fatto un altro passo. La Digos di Prato e la Guardia di finanza pratese e di Firenze hanno perquisito due sedi massoniche. A Prato, quella della loggia Sagittario. Nel capoluogo toscano, quella della Provincia massonica fiorentina.

Il legame tra Cocci e la loggia, infatti, è accertato e confermato dallo stesso consigliere di FdI. Il 34enne è iscritto da dodici anni, ed è stato segretario della loggia fino al 2020, quando il Gran Maestro era l'imprenditore Riccardo Matteini Bresci. Un nome noto in città, anche perché coinvolto nell'inchiesta per corruzione che a giugno ha portato alle dimissioni della sindaca Bugetti (Pd) per i presunti favori fatti proprio a Matteini. Da giugno, Cocci si è messo "in sonno", cioè si è congedato dalle attività massoniche pur rimanendo un membro.

Nella perquisizione le autorità sperano di trovare sia i documenti costitutivi delle logge, sia delle tracce che permettano di ricostruire sulla carta i legami tra la massoneria e la politica. Già alcuni giorni fa la Procura si era fatta inviare i nomi di tutti gli iscritti alle sette logge pratesi, raccolte nella Gran Loggia Alam.

Mentre si cerca di delineare il coinvolgimento della massoneria, che per Fratelli d'Italia è un punto dolente dopo aver duramente attaccato la ex sindaca Bugetti per i suoi presunti legami con la loggia, non si abbandona la pista della faida di partito. Il procuratore capo Luca Tescaroli ha chiesto al commissario straordinario che sta guidando il Comune dopo le dimissioni della sindaca, il prefetto Claudio Sammartino, di avere tutti i verbali che riguardano una specifica mozione del centrodestra. Quella presentata a gennaio, poche settimane che partissero le lettere, per far svolgere un test antidroga a tutti i consiglieri. A firmarla fu anche Claudio Belgiorno, ‘rivale' di Cocci in FdI e a sua volta coinvolto in un'inchiesta per corruzione. Belgiorno ha negato qualsiasi legame con le lettere.

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