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Polizze Catastrofali, il dl è legge: cosa cambia con le nuove regole, chi deve adeguarsi e quando

È stata approvata in via definitiva la legge che disciplina l’obbligo assicurativo contro le calamità naturali per edifici e aziende. Differite le scadenze per piccole e medie imprese, resta invece l’obbligo immediato per le grandi, anche se senza sanzioni fino a luglio 2025.
A cura di Francesca Moriero
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Con 78 voti favorevoli, 53 astensioni e nessun contrario, il Senato ha dato il via libera definitivo al nuovo sistema di assicurazioni obbligatorie contro i danni da calamità naturali per le imprese italiane. La conversione in legge del decreto n. 39 del 2025 segna così un passaggio cruciale: d'ora in poi, per accedere a qualsiasi forma di indennizzo pubblico in caso di disastri naturali, le imprese dovranno dimostrare di avere una polizza attiva. La norma, ora ufficialmente in vigore, coinvolge tutte le aziende con sede legale o stabile organizzazione in Italia, ma introduce tempistiche diverse a seconda della dimensione dell'impresa. Si tratta di un provvedimento atteso da tempo, che avrebbe l'obiettivo dichiarato di rafforzare la cultura della prevenzione in un Paese dove frane, alluvioni e terremoti causano danni enormi e ricorrenti.

Secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, non si tratterebbe solo di tutelare il patrimonio produttivo, ma di evitare che ogni emergenza naturale si trasformi automaticamente in un'emergenza finanziaria per lo Stato: "Lo scopo, è responsabilizzare il sistema imprenditoriale, sostenendo un modello più resiliente e meno dipendente dagli aiuti pubblici", spiegano dal MIMIT. Ma se l'obiettivo è chiaro, le critiche non sono mancate, in particolare dalle micro e piccole imprese, che lamentano difficoltà concrete nell'adeguarsi: costi alti, scarsa chiarezza delle condizioni, poche soluzioni realmente accessibili. In alcuni settori, come l'agricoltura o l'artigianato, si teme che l'obbligo si traduca in un onere burocratico più che in una protezione reale. E la sensazione diffusa è che il mercato assicurativo non sia ancora pronto a garantire offerte su misura per tutte le tipologie di imprese.

Iter travagliato per le Polizze Catastrofali, tra proteste e rinvii

La norma sull'obbligo di polizza catastrofale era stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2024, con decorrenza inizialmente prevista per fine anno, ma le proteste delle imprese, soprattutto quelle medio-piccole, hanno costretto il Governo a rivedere più volte i termini. Prima con un rinvio previsto dal decreto Milleproroghe, poi con un nuovo tentativo, fallito, di inserire un'ulteriore proroga nel decreto Bollette. Alla fine, è stato necessario un decreto legge specifico, approvato in Consiglio dei Ministri a marzo, poi convertito in Parlamento senza opposizioni. Il passaggio in Aula è stato piuttosto tecnico: 78 voti favorevoli, 53 astensioni, nessun voto contrario; la maggioranza ha sostenuto il testo, mentre le opposizioni, pur non ostacolandolo, hanno scelto la via dell'astensione, segnalando la necessità di ulteriori chiarimenti e interventi correttivi.

Cosa prevede la legge sulle Polizze Catastrofali: obblighi e scadenze

Il decreto, ora convertito in legge, proroga i termini precedenti, che prima prevedevano l'obbligo di stipula entro il 31 marzo 2024, introducendo tre nuove date, diversificate in base alla dimensione delle imprese:

  • Grandi imprese: restano soggette all'obbligo già a partire dal 31 marzo 2025, ma è stato concesso un periodo di tolleranza di 90 giorni. Le sanzioni, in caso di mancato adeguamento, scatteranno dal 1° luglio 2025.
  • Medie imprese: hanno tempo fino al 1° ottobre 2025 per adeguarsi.
  • Micro e piccole imprese: godono della proroga più lunga, con scadenza fissata al 1° gennaio 2026.

È importante ricordare che chi non si mette in regola non potrà accedere ad alcun tipo di agevolazione pubblica, comprese le detrazioni fiscali e gli eventuali contributi diretti per la ricostruzione o la ripresa in caso di disastri.

Senza assicurazione, niente ristori: il principio del "chi è coperto, viene risarcito"

Il meccanismo alla base della riforma è netto: solo le imprese assicurate potranno ricevere fondi pubblici in seguito a calamità naturali. Il testo di legge stabilisce infatti che l'indennizzo sarà erogabile solo ed esclusivamente per gli edifici coperti da una polizza attiva al momento dell'evento, purché sia in regola sotto il profilo edilizio. L'obbligo riguarda infatti tutti gli immobili legittimamente costruiti, o ampliati in base a un titolo edilizio valido; sono inclusi anche gli edifici oggetto di sanatoria, sia conclusa sia ancora in corso. Sono esclusi invece in modo categorico gli immobili abusivi, per i quali non sarà possibile accedere a nessun tipo di indennizzo, contributo o agevolazione finanziaria a carico dello Stato o di altri enti pubblici, neppure in caso di eventi catastrofali. Il vincolo si estende anche alle strutture aziendali non di proprietà, come fabbricati, impianti o attrezzature presi in affitto o concessi in uso: in questi casi, l'obbligo assicurativo ricade sull'utilizzatore, se il bene non risulta già assicurato dal proprietario.

Le regole tecniche: cosa prevede il decreto attuativo MIMIT

A completare il quadro normativo c'è il decreto attuativo emanato dal MIMIT il 30 gennaio 2025 (decreto n. 18), che definisce i dettagli operativi dell'obbligo assicurativo: dallo schema base di polizza, ai criteri per confrontare le offerte sul mercato, fino all'elenco dei danni da risarcire. Il regolamento sostanzialmente chiarisce che il contratto assicurativo deve coprire gli eventi naturali potenzialmente catastrofici, come per esempio terremoti, alluvioni, frane e inondazioni, e deve riguardare l'intero patrimonio immobiliare produttivo dell'impresa. L'ANIA, cioè l'associazione nazionale delle compagnie assicurative, ha pubblicato poi una serie di FAQ ufficiali per aiutare le imprese a comprendere chi deve effettivamente sottoscrivere la polizza e quali beni vanno assicurati; una delle novità chiarite nel decreto riguarda l'esclusione dei limiti massimi di scoperto e franchigia per alcune categorie di danni, e la possibilità di estendere la copertura anche agli immobili a uso promiscuo (abitazioni utilizzate parzialmente per attività d'impresa).

La sfida ora passa al mercato: le compagnie assicurative dovranno offrire prodotti chiari, accessibili e coerenti con la normativa; e lo Stato sarà chiamato a vigilare sulla corretta attuazione del sistema, perché il passaggio da una logica di emergenza a una logica di prevenzione non resti solo sulla carta.

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