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Pnrr, Comuni incontrano il governo ma resta la preoccupazione: “Chi finanzia i progetti cancellati?”

“Anche oggi nessuna spiegazione”. Antonio Decaro, presidente dell’Anci, ha riassunto così l’incontro con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. I progetti dei Piani urbani integrati sono stati cancellati dall’elenco del Pnrr: valgono 2,6 miliardi e per la maggior parte sono già assegnati: “Non se ne capisce la ragione”.
A cura di Luca Pons
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Si è chiuso senza una rappacificazione il vertice tra il governo Meloni – rappresentato dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi – e i Comuni sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. All'incontro erano presenti i sindaci delle città metropolitane e Antonio Decaro, presidente dell'Anci, secondo cui "anche oggi non c'è stata nessuna spiegazione".

Il Pnrr è stato fin dall'inizio del governo Meloni uno dei punti cruciali della politica economica dell'esecutivo. In particolare, l'obiettivo dichiarato era quello di modificare il Piano per renderlo più facilmente attuabile. Dopo mesi di promesse, la proposta è arrivata e, come era prevedibile per uno ‘spostamento' che lascia momentaneamente senza fondi dei progetti per oltre 15 miliardi di euro, ha reso molti scontenti. Tra le vittime principali ci sono soprattutto i Comuni, che hanno visto diversi progetti cancellati. Il governo ha assicurato che i fondi per portarli avanti arriveranno comunque, ma non dal Pnrr, senza per adesso specificare altro.

"Usciamo dall'incontro di oggi con il ministro Piantedosi con un impegno sulle risorse sostitutive ma anche con una domanda alla quale non abbiamo ricevuto alcuna risposta: perché sono state spostate le opere dei Pui (Piani urbani integrati, ndr) dai finanziamenti Pnrr?", ha dichiarato Decato al termine. I Piani urbani integrati sono programmi che raccolgono opere per 2,6 miliardi di euro, "che sono dei Comuni e che sono per oltre il 94% già aggiudicate". Si parla di infrastrutture, parchi, alloggi popolari, interventi nelle periferie. Dunque, se il problema da evitare era la lentezza e le difficoltà dei Comuni nel gestire grandi quantità di risorse, perché definanziare anche progetti già aggiudicati? "Non se ne capisce la ragione", ha chiodato Decaro.

Il Viminale dal canto suo ha parlato in una nota di "clima costruttivo". In più, ha nuovamente ribadito che i progetti saranno ancora finanziati, ma con soldi diversi da quelli del Pnrr. Per il momento, però, non sono arrivati ulteriori dettagli. "Anche oggi non c'è stata alcuna spiegazione da parte del ministro. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità".

Per i Comuni sono stati ‘sospesi' tre gruppi di progetti: i piani di rigenerazione urbana, i piani per efficientamento energetico e dissesto idrogeologico, e infine proprio i Piani urbani integrati. E, come detto oggi da Decaro a Repubblica, "se i fondi a settembre-ottobre, quando passerà il piano di revisione del Pnrr, non verranno sostituiti immediatamente con altre risorse, i progetti dovremo pagarli noi. In molti casi abbiamo già anticipato i pagamenti. E molte opere potrebbero bloccarsi, già adesso molte ditte si stanno tirando indietro, perché sono spaventate".

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