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Il presidente dell’Anci Decaro spiega perché i ritardi del Pnrr non sono colpa dei Comuni

L’Associazione Nazionale Comuni Italiani ha organizzato una due giorni a Roma per fare il punto sullo stato di attuazione del Pnrr, per quanto riguarda gli enti locali. Numeri alla mano, il presidente dell’Anci Decaro ha sostenuto che i Comuni stanno rispettando i tempi di realizzazione dei progetti. E ha chiesto al governo, che si appresta a rivedere il piano di Ripresa e Resilienza, di non togliere risorse ai territori.
A cura di Marco Billeci
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L'idea che i ritardi nella realizzazione del Pnrr siano da attribuire alle difficoltà dei Comuni nell'utilizzo delle risorse è un falso mito. Al contrario, i sindaci stanno facendo a pieno la loro parte, per spendere i fondi europei a loro assegnati. Questo è il messaggio chiave che emerge dalla due giorni "Missione Italia 2021-2026", organizzata a Roma, dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), per fare il punto sul Piano di Ripresa e Resilienza, finanziato dall'Unione europea.

Nel corso dell'evento, sono state diffuse alcune cifre, essenziali per fotografare lo stato di avanzamento dei progetti del Pnrr, a livello comunale. In particolare, ha spiegato Pierciro Galeone dell'Istituto per la Finanza e l'Economia Locale (Ifel), i Comuni hanno già raggiunto il 91 percento delle assegnazioni loro destinate, 36,3 miliardi su 40 totali. Gli altri soggetti attuatori invece sono solo al 46 percento.  Ancora, a giugno 2023 i progetti finanziati erano 197mila, per 105,7 miliardi di euro. Le amministrazioni comunali sono responsabili del 51 percento delle 102mila gare bandite finora, prime per distacco tra tutte le categorie di committenti.

"I sindaci fanno la loro parte"

Abbiamo dimostrato, dati alla mano, che da parte nostra non ci sono ritardi", spiega ai microfoni di Fapage.it il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. "I sindaci stanno facendo il loro dovere senza sprecare risorse. Parliamo di autobus elettrici, asili nido, spazi per la socializzazione nelle periferie, per migliorare le condizioni di vita dei cittadini e trasformare il nostro Paese", continua Decaro.

Per mostrare plasticamente l'avanzamento dei cantieri sul territorio, Decaro ha portato sul palco dell'evento di Roma la mattonella di un asilo nido, di un piccolo comune di 5000 abitanti, in provincia di Caserta. Sul raggiungimento dell'obiettivo di aumentare i posti nei nidi da 40 a 100mila, misura chiave  anche per ottenere la quarta rata del Pnrr, il presidente dell'Anci è ottimista: "Al 30 giugno, tra l'80 e il 90% delle risorse messe a disposizione, sono già andate in gara".

Tuttavia, gli enti locali chiedono al governo di prendere altri provvedimenti, per snellire ulteriormente le procedure di spesa. Tra questi una semplificazione delle autorizzazioni, con un'unica conferenza dei servizi a 30 giorni, sul modello di quella già esistente, per l'edilizia scolastica. Secondo Decaro, invece, i problemi di carenza di personale, specie nei piccoli centri, che hanno condizionato la fase di avvio del piano, sono in parte risolti. "Il problema erano le assunzioni a tempo determinato, solo fino al 2026 – spiega il sindaco -, abbiamo ottenuto una modifica e oggi i posti sono più attrattivi, perché un giovane professionista partecipa a un concorso, sapendo che se poi il Comune avrà bisogno, potrà stabilizzarlo".

I timori sulla revisione del piano 

Ora l'Anci aspetta con qualche timore, l'esito del processo di revisione del Pnrr, che il governo dovrebbe completare, entro il 31 agosto. L'intenzione dell'esecutivo Meloni infatti sembra quella di spostare una parte di risorse dai piccoli progetti, per convogliarle verso le grandi aziende di Stato e su incentivi a famiglie e imprese. Un'operazione che se realizzata, potrebbe tradursi in un taglio dei fondi destinati ai territori.

"Noi chiediamo che non siano tolti soldi ai Comuni perché abbiamo preso degli impegni con i nostri concittadini," replica Decaro. Il presidente Anci spiega: "I progetti più piccoli sono quelli più facili da realizzare. Ci vuole un anno e mezzo per realizzare opere tra 200mila e 500mila euro, ci vogliono tre anni e mezzo per realizzarne una tra due milioni e cinque milioni di euro".  E conclude: "Gli interventi minori inoltre sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. Se facciamo riferimento ai sei miliardi di euro che finanzia per i piccoli interventi il ministero dell'Interno, due miliardi e mezzo li abbiamo già spesi, quindi non si può tornare sicuramente indietro su quelle opere".

Interpellato su questo punto da Fanpage.it, a margine della sua partecipazione alla manifestazione dell'Anci, il ministro responsabile del Pnrr Raffaele Fitto prova a rassicurare i Comuni: "Ci confrontiamo regolarmente con Anci, il nostro lavoro terrà conto degli impegni già assunti". Fitto però spiega: "Si tratta di capire quali sono i progetti che nei tempi del Piano di Ripresa e Resilienza possono essere realizzati, anche in riferimento al sistema di controlli. Troveremo la sintesi più opportuna e la soluzione ai problemi".

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