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Meloni dice che non ci sono ritardi sul Pnrr e attacca Gentiloni: “Non ha vigilato in passato”

Nella sua replica al Senato, la presidente del Consiglio garantisce che sul Pnrr non ci sono ritardi e si scaglia contro il commissario Gentiloni, che ha chiesto all’Italia di correre nelle modifiche al piano: “Se avesse vigilato in passato, ora si andrebbe più velocemente”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Ci sono alcune questioni ricorrenti", commenta Giorgia Meloni, aprendo la sua replica in Senato, dopo la discussione generale sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo. "La riforma della governance, il patto della stabilità e crescita, il Pnrr e il Mes. Il senatore Misiani mette insieme le tre cose, dicendosi d'accordo sul fatto che non si possa e debba tornare alle regole del vecchio patto di stabilità – dice la presidente del Consiglio – Tutti ci rendiamo conto di come le future regole della governance devono essere orientate soprattutto a garantire la crescita, senza la quale è più difficile garantire stabilità. Spero faremo insieme questa battaglia. Bisogna capire qual è il peso degli investimenti che siamo chiamati a fare, ad esempio nella transizione verde e digitale".

Meloni, che questa mattina ha letto il suo intervento e replicato alla Camera dei deputati, continua parlando del Pnrr: "A monte c'è un racconto che non corrisponde a verità. Ci si dice a Bruxelles non hanno visto un pezzo di carta, ma in realtà sono molti e copiosi i documenti che abbiamo prodotto per la Commissione europea, per essere precisi nell'attuazione di un Pnrr non scritto da noi e rispetto al quale le contestazioni che vengono fatte dalla Commissione non sono riferibili a noi – dice Meloni – L'esempio è lo stadio di Firenze, non sono stata io a inserirlo. Stiamo producendo molte carte cercando di dare continuità a un piano del quale non avevamo la responsabilità".

"Il ministro Fitto è stato diverse volte in Parlamento in otto mesi di governo, almeno cinque o sei. Sono contenta che oggi vogliate il Parlamento centralo rispetto al Pnrr, perché ricordo quando il piano fu approvato: 370 pagine di documento consegnate alle Camere un'ora prima della discussione – attacca Meloni rivolgendosi alle opposizioni – La scadenza per la presentazione del piano è il 31 agosto, ed essendo il piano italiano il più complesso di tutti è bene che questo lavoro si faccia con serietà. Non ci sono ritardi, c'è un lavoro serio che stiamo cercando di fare senza polemica. Se il commissario Gentiloni avesse vigilato in passato, probabilmente ora si andrebbe più velocemente".

"Il Mes richiama i parametri del vecchio patto di stabilità, si chiede di ratificarlo senza sapere quali saranno i nuovi – continua la presidente del Consiglio – Il tema dei corridoi umanitari è in contrapposizione con la politica delle porte aperte degli ultimi anni. Così come un'immigrazione irregolare è incompatibile con le porte aperte. Tanto che i decreti flussi sono stati praticamente azzerati, perché le quote erano coperte dall'immigrazione illegale. Finché non dividiamo chi ha diritto a stare in Europa e chi non ha diritto perché è un migrante economico noi non aiuteremo chi ha bisogno di essere aiutato".

"Sulla guerra in Ucraina serve fermezza e prudenza. Quando si parla di pace, io immagino che nessuno in cuor proprio in quest'Aula pensi che la guerra piace, che qualcuno vuole alimentarla perché si diverte. Noi siamo tutti d'accordo sulla pace, ma non siamo d'accordo su come ci si arrivi. Il modo migliore di favorire la fine del conflitto, a oggi, è sostenere l'Ucraina. Non vogliamo sconfiggere la Russia, ma difendere l'Ucraina – spiega Meloni – Nella risoluzione del Movimento 5 Stelle c'è scritto che non bisogna mandare più armi. Se smettessimo di inviarle, pensate che si aprirebbe un tavolo negoziale? Questa è esegesi della vigliaccheria. Avreste preferito che Paolo Borsellino vivesse anziché combattere la mafia?".

Poi Meloni conclude attaccando le opposizioni, che parlano di stato di diritto in relazione alla Commissione europea: "A me suona come un incitamento alla Commissione, come se una parte della sinistra cercasse di accendere i riflettori su un problema che non esiste. Vi rendete conto quanto sarebbe grave chiedere un intervento esterno bloccando le risorse dell'Italia per fermare un governo a cui non si è in grado di fare opposizione? – accusa la presidente del Consiglio – Qualcuno sta chiedendo il sostegno esterno contro l'Italia. Prima viene l'interesse dell'Italia, poi gli interessi di partito".

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