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Pillon smentisce l’intervista al Foglio che parlava di “giustizia divina” per Morisi

Il giorno dopo lo scoppio del caso Morisi, il senatore Pillon, leghista ultracattolico, dice al Foglio che “la giustizia divina ha fatto il suo corso” e che l’ex capo della Bestia non gli era mai piaciuto. Poi lo stesso Pillon spiega di non aver mai pronunciato quelle parole, parlando di “strumentale decontestualizzazione”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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AGGIORNAMENTO

Il senatore della Lega, Simone Pillon, ha smentito di aver pronunciato le parole riportate dal Foglio: "Sono molto dispiaciuto e amareggiato per quanto a me attribuito oggi su ‘Il Foglio' in ordine alla vicenda di Luca Morisi – ha spiegato – Un mix di molte parole che non ho detto, miscelate con alcune parole strumentalmente decontestualizzate, nel quale non mi riconosco in alcun modo, e che non rendono giustizia né a Luca Morisi, né a Matteo Salvini e neppure a me. Ribadisco la mia vicinanza e solidarietà a Luca Morisi per il difficile momento che sta attraversando. Incontrerò oggi stesso i miei legali per valutare ogni ulteriore azione".

La vicenda che vede protagonista Luca Morisi, ex capo dei social di Salvini, si arricchisce di particolari. Nel frattempo, però, continuano ad arrivare i commenti da parte del mondo politico, in questo caso direttamente dall'interno della Lega: "La giustizia divina ha fatto il suo corso – commenta il senatore Simone Pillon, intervistato dal Foglio – A me questo Morisi non è mai piaciuto. Mai. Poi mi ha sempre fatto la guerra, ora capisco tante cose". Poi aggiusta parzialmente il tiro: "Per me è una brutta notizia per l’uomo, e pregherò per lui nonostante la guerra che mi ha sempre fatto, ma magari è una notizia bella per la Lega". Pillon è molto critico con la comunicazione leghista post elezioni del 2018, rimasta invariata nonostante i ruoli al governo. E quanto a Salvini: "Dispiace vedere che Matteo, a cui voglio bene e lui lo sa, si circondi purtroppo delle persone sbagliate lasciando quelli come me in seconda fila". E infine rivela: "I gay del mio partito sono tantissimi, li conosco tutti, tra Camera e Senato non bastano due mani per contarli".

Salvini difende ancora Morisi

Il giorno dopo l'esplosione del caso Morisi, il segretario della Lega torna a parlarne: "Sono spiaciuto della schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un giudice, un tribunale a farlo – attacca Salvini – Non conosco la vicenda, sono vicende personali". Poi ripete: "Luca è una gran brava persona, un amico". Intanto c'è chi mette "il mostro in prima pagina", continua il leader della Lega riferendosi ai giornalisti, ma "se poi la settimana prossima uscirà, come sono convinto, che il dottor Luca Morisi non ha commesso alcun reato, chi gli restituirà la dignità? Chi gli chiederà scusa?". Salvini difende Morisi senza freni: "In un Paese civile prima di condannare qualcuno, prima di sputtanare qualcuno, si aspetta che sia la giustizia a fare il suo corso – continua – Se tutti attaccano solo la Lega vuol dire che siamo gli unici che danno veramente fastidio a un sistema che vorrebbe portare indietro l'Italia". Poi marca la distanza dagli avversari politici: "Se Luca ha sbagliato nella sua vita privata sono il primo a dirgli ‘ma che diamine hai fatto? Ma perché?', però è una vicenda privata – continua Salvini – Io non mi sono mai permesso di commentare le vicende del figlio di Grillo o degli amici di Conte o di qualche altro politico di sinistra".

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