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Covid 19

Perché la campagna vaccinale può continuare anche senza AstraZeneca

La decisione di sospendere la somministrazione di AstraZeneca alle persone con meno di 60 anni avrà certamente un impatto sulla campagna vaccinale, ma secondo fonti di governo non si tratterà di conseguenze pesanti: non ci saranno importanti rallentamenti, secondo l’esecutivo, soprattutto grazie alle consegne dei vaccini Pfizer e Moderna.
A cura di Stefano Rizzuti
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Lo stop alle vaccinazioni con AstraZeneca per gli under 60, decisa dal ministero della Salute dopo aver ricevuto le indicazioni del Cts, rischia di rallentare la campagna vaccinale. Un timore che secondo fonti di governo è comunque infondato, con l’impatto di questa decisione che verrà mitigato dall’arrivo di milioni di dosi dei vaccini a Rna messaggero, ovvero Pfizer e Moderna. Sono quasi 26 milioni gli italiani che devono avere la prima dose del vaccino, a cui aggiungere 13,6 milioni di richiami, tra cui 900mila per persone sotto i 60 anni che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca e riceveranno la seconda con Pfizer o Moderna. L’impatto della decisione su AstraZeneca potrebbe riguardare l’immunità di comunità, un concetto in realtà non proprio raggiungibile, ma che per Figliuolo si potrà ottenere comunque entro fine settembre.

Le consegne dei vaccini Pfizer e Moderna

Dal governo traspare ottimismo, non ci sono preoccupazioni particolari e fonti dell’esecutivo assicurano che “la campagna vaccinale italiana procederà con la stessa intensità di prima”. Soprattutto grazie agli arrivi dei vaccini a mRna: “Oltre 55 milioni di dosi Pfizer e Moderna” che verranno consegnati tra giugno e tutto il terzo trimestre. Il rischio del rallentamento, però, c’è: “Se si fa un piano che poggia su 4 gambe più una che poteva essere Curevac e se poi una di queste gambe viene azzoppata o limitata è chiaro che tutti i piani si rivedono – afferma Figliuolo –. Non faccio fosche previsioni, sono convinto che a settembre chiudiamo, ma se dovessimo aggiungere un'altra platea, ad esempio 6-15 anni, se Curevac non arriva e se ci sono altri intoppi è chiaro che non ce la faremo”.

Le persone da vaccinare con AstraZeneca

I dati forniti da Figliuolo al Cts prevedono che entro la fine del mese arriveranno 7,2 milioni di dosi di vaccini a Rna messaggero: 5,8 di Pfizer e 1,4 di Moderna. A cui aggiungerne 45 milioni nel terzo trimestre (31 di Pfizer e 14 di Moderna), per un totale di 52,2 milioni. Se si aggiungesse anche Curevac, ancora non approvato da Ema, si arriverebbe a 58,7 milioni. Di conseguenza resteranno più dosi di AstraZeneca e Johnson & Johnson inutilizzate, non impiegabili per gli under 60. Secondo i calcoli di Figliuolo sono circa 3,5 milioni gli over 60 da vaccinare, più 3,9 milioni di persone della stessa fascia d’età in attesa della seconda dose con AstraZeneca.

Che fine faranno le dosi di AstraZeneca

Nel prossimo trimestre arriveranno 9,5 milioni di dosi AstraZeneca, da sommare a quelli che arriveranno entro fine giugno per un totale di 15 milioni. “Se tutti gli over 60 dovessero essere vaccinati con prima dose AstraZeneca sarebbero 3,5 milioni, per due dosi siamo a 7 milioni”, spiega ancora Figliuolo. Con gli over 60 in attesa della seconda dose “impiegheremmo quasi tutto il potenziale”, aggiunge il commissario. Ma solamente se le Regioni dovessero somministrare solamente questo vaccino agli over 60, diversamente da quanto avviene in alcune Regioni. Delle dosi, quindi, avanzerebbero, e potrebbero essere destinate al programma Covax, come assicura anche Figliuolo: “Se dovessero rimanere questi vaccini sarebbero utilmente impiegati per i Covax con le prescrizioni sanitarie previste in quei Paesi”.

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