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Covid 19

“Per viaggiare non basta tampone 48 ore prima”: dubbi dell’epidemiologo Ciccozzi sul green pass

Secondo il professore Massimo Ciccozzi, direttore dell’unità epidemiologica all’Università Campus Biomedico di Roma, per viaggiare in sicurezza non basta fare il tampone 48 ore prima come previsto dalle norme: “48 ore sono troppe. Consideriamo che anche se lo facessimo 12 ore prima non ci sarebbe certezza di essere negativi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Secondo il professore Massimo Ciccozzi per viaggiare in sicurezza potrebbe non essere sufficiente il green pass, la certificazione che secondo l'ultimo decreto firmato da Draghi dà il via libera agli spostamenti tra Regioni, anche se arancioni o rosse. Basta dimostrare la guarigione dal Covid, la vaccinazione o mostrare un test negativo effettuato nelle ultime 48 ore.

Ma secondo il direttore dell'unità epidemiologica all'Università Campus Biomedico di Roma Ciccozzi per viaggiare in sicurezza non basta fare il tampone 48 ore prima come previsto dalle norme: "48 ore sono troppe. Consideriamo che anche se lo facessimo 12 ore prima non ci sarebbe certezza di essere negativi", ha detto a Cusano Italia Tv.

Il professore è intervenuto anche sul vaccino per gli under 15: "Spero che l'Ema faccia le cose molto in fretta perché abbiamo bisogno di vaccinare anche quei ragazzi, che si infettano in maniera asintomatica e portano il virus in famiglia. Dopo aver concluso la vaccinazione con gli over 60 inizierei subito con la categoria 14-28 anni. Il piano vaccinale sta accelerando in maniera incredibile, penso anche grazie a Draghi che ha saputo puntare i piedi in Europa per la consegna delle dosi che avevamo acquistato".

E a proposito della decisione della Danimarca di non somministrare i vaccini Astrazeneca e J&J ha detto: "È una decisione politica e non scientifica, non c'è nulla di razionale nel bloccare questi due vaccini. Eventi avversi rari di quel genere li hanno anche Moderna e Pfizer. Quello che è mancato sui vaccini è stata un'informazione scientifica univoca e seria. C'è stata una comunicazione sbagliata". 

Secondo Ciccozzi poi le riaperture sono "uno spiraglio di ossigeno di cui però non dobbiamo abusare, devono essere i dati a guidarci. Quello che ho visto a Piazza Duomo con i festeggiamenti per lo scudetto dell'Inter non si può fare, se poi lo vuoi fare almeno mettiti la mascherina".

"Purtroppo non credo che il virus sparirà come la Sars – ha aggiunto – credo che dovremo continuare a conviverci. Il virus, quando non troverà più persone da infettare, perché avremo vaccinato l'80% della popolazione e per un periodo continueremo con mascherine e distanziamento, circolerà sempre di meno fino a che non arretrerà e diventerà come un coronavirus qualsiasi che ci darà un raffreddore o una febbricola stagionale. Probabilmente dovremo vaccinarci tutti gli anni facendo dei richiami, quando il virus diventerà meno aggressivo magari la vaccinazione sarà consigliata solo per gli over 60″.

Sulla variante indiana ha precisato: "I dati ancora non li abbiamo, la stiamo studiando e credo che i nostri risultati li avremo entro la fine della settimana. È una variante che ha due mutazioni particolari. L'ipotesi su cui stiamo lavorando è che la mutazione 452, che avevamo già visto in California, diventa nuova perché si accoppia con la 484. Quest'ultima mutazione è una vecchia conoscenza perché la troviamo nella brasiliana, nella sudafricana e in una piccola parte nella variante inglese. Queste due mutazioni agiscono in coppia, una rinforza l'altra. Questo significa maggiore stabilità, contagiosità e potrebbe essere un problema per quanto riguarda l'efficacia anticorpale e quindi vaccinale, ma solo di qualche punto percentuale, per ora siamo tranquilli perché il vaccino ancora la copre. Io faccio il tifo per la variante inglese perché è quella prevalente in Europa e sappiamo che il vaccino la copre".

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