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Per Sinistra italiana il rimpasto di Emiliano è un regolamento di conti: “Voleva cacciarci dalla giunta”

Solo un “regolamento di conti”. Così Nico Bavaro (Si) ha definito il rimpastino che Emiliano ha annunciato ieri in Puglia: “Schlein e Fratoianni avevano chiesto l’azzeramento della giunta regionale pugliese. Tutto si è risolto nella cacciata di Sinistra italiana”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nessun azzeramento. Il mini rimpasto di giunta varato da Emiliano, con la nomina di tre nuovi assessori, Serena Triggiani, Viviana Matrangola e Debora Ciliento, è riuscito a scontentare praticamente tutti. Dopo la bufera giudiziaria che ha investito la Puglia, la segretaria del Pd Elly Schlein e il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni avevano chiesto al governatore una riflessione profonda e un cambio di fase, che non poteva limitarsi alla semplice sostituzione di chi è uscito. Ma l'operazione fatta da Emiliano non ha convinto né gli avversari né gli alleati.

Triggiani ha ricevuto la delega all’Ambiente, ciclo rifiuti e bonifiche, parchi, rischio industriale, politiche abitative, crisi industriali e politiche di genere; Viviana Matrangola ha avuto la delega a Cultura, tutela e sviluppo delle imprese culturali, legalità e antimafia sociale; mentre la consigliera regionale del Pd Debora Ciliento è stata assegnata alla guida dell'assessorato ai Trasporti e mobilità sostenibile al posto della dimissionaria Anita Maurodinoia, indagata nell'inchiesta della Procura di Bari su un presunto voto di scambio.

Il governatore ha optato quindi per un rimpasto light, dopo l'ennesimo appello della leader dem, che avrebbe voluto un "rinnovamento degli assetti di governo regionale" che sancisse "un nuovo inizio, su basi diverse". Dopo l'ultimo scandalo, con l'arresto per corruzione di Alfonso Pisicchio, assessore di Emiliano nella scorso mandato, Schlein pretendeva dal governatore dem un cambio di passo, per "tenere lontani trasformisti, transfughi dal centrodestra e persone sul cui rigore morale vi sia la minima ombra". Niente di tutto questo c'è stato. E i malumori si sono registrati subito nel centrosinistra, soprattutto da parte di Sinistra Italiana, che ha letto la decisione di Emiliano di rimuovere l'ormai ex assessora all'Ambiente Annagrazia Maraschio dalla giunta regionale come un regolamento di conti, l'occasione per togliersi un sassolino dalla scarpa.

La questione secondo il responsabile Mezzogiorno di Sinistra Italiana Nico Bavaro viene da lontano, e quest'ultima mossa è stata preceduta da altri sgambetti e colpi ben assestati. "È evidentemente un atto ostile nei confronti di una forza politica che in questi anni ha tenuto fede ad alcuni impegni presi con i cittadini pugliesi, a difesa dell'ambiente e del territorio – dice Bavaro, contattato da Fanpage.it – Abbiamo dato fastidio, e così Emiliano alla prima occasione buona ha pensato bene di eliminare questa voce".

Le novità di queste ore sarebbero l'ultimo episodio di una vicenda che parte da lontano, iniziata un anno e mezzo fa con l'obiettivo di ridurre il peso politico di Sinistra italiana nella giunta pugliese. "Il primo atto è stato quello di togliere ad Annagrazia Maraschio le deleghe sull’urbanistica, per assegnarle a un consigliere regionale eletto in Forza Italia e poi transitato nella civica a sostegno di Emiliano. A proposito di trasformismo…", sottolinea Nico Bavaro a Fanpage.it, che fa notare come in discussione in questi anni in Puglia ci fossero il Piano casa – che consente gli aumenti di volumetria nelle costruzioni, a cui Sinistra italiana si è sempre opposta – e la revisione del Piano paesaggistico territoriale (PPTR), spinta da una parte della maggioranza di Emiliano, per consentire di utilizzare altre porzioni di paesaggio.

Le tensioni tra Emiliano e Sinistra italiana si sono manifestate anche successivamente, in occasione delle elezioni a Brindisi, dove, con il contributo del M5s, sarebbe stato cacciato il sindaco uscente Riccardo Rossi, di Avs: "È stato letteralmente buttato via, dopo un solo mandato, non si capisce bene per quale ragione, e il risultato è che ha vinto la destra", ricorda Nico Bavaro. Dopo qualche mese la lista civica del presidente ha chiesto le dimissioni dell'assessore Maraschio, a causa di un altro conflitto, in questo caso sulla definizione del piano delle aree idonee, che doveva essere adottato per individuare i luoghi in cui realizzare gli impianti di produzione di energia elettrica. "Noi avevamo provato a chiedere che questi impianti venissero fatti nelle zone industriali, sui tetti degli edifici e oltre le 12 miglia dalla costa, per difendere il paesaggio pugliese", spiega l'esponente di Si.

Il quadro si completa oggi con l'estromissione di Maraschio dalla giunta, "utilizzando come scusa gli scandali giudiziari e gli arresti di persone legate a realtà politiche che non hanno nulla a che fare con Sinistra italiana, come Pisicchio e Maurodinoia, ma anche di persone che facevano parte della tecnostruttura della Regione, e che sono state arrestate mesi fa, molto vicine al presidente Emiliano, visto che le aveva scelte lui – dice ancora Bavaro – È incredibile che paghi l'unica forza che ha sempre espresso una voce fuori dal coro. Paghiamo il prezzo della libertà delle battaglie che facciamo".

"Tutta questa vicenda è una farsa", si sfoga ancora l'esponente di Si. "Mi aspetterei che anche il Pd dicesse qualcosa. Schlein aveva chiesto l'azzeramento della giunta regionale pugliese, e un impegno ad aprire una discussione seria sul trasformismo, oltre che sulla questione morale. Segnalo che queste grandi e roboanti dichiarazioni si sono risolte nella cacciata di Sinistra italiana".

"Avevamo chiesto anche noi l'azzeramento della giunta e l'azzeramento delle nomine nelle società partecipate della Regione, dove molto spesso si annida il rischio del malaffare, visto che vengono utilizzate per contribuire alla crescita del potere personale dei gruppi dirigenti politici. In questo modo avremmo voluto si aprisse una discussione non tanto sui nomi in giunta, ma su come vengono scelte le persone, che dovrebbero essere indicate per competenza e merito, e non per fedeltà al capo. Questo livello di dibattito non può certo considerarsi esaurito con la sostituzione di un assessore, Maurodinoia, indagata in una inchiesta su un presunto voto di scambio, e con la sostituzione di due componenti esterni, l'ex forzista Rocco Palese, assessore alla Sanità, e Anna Grazia Maraschio. Altro che questione morale, siamo alla farsa totale, quando invece occorrerebbe prima di tutto un po' di autocritica. Ci saremmo aspettati questo da Emiliano e dal gruppo dirigente del centrosinistra pugliese, per ricostituire un rapporto fra i partiti che governano la Puglia da vent'anni e i cittadini", dice ancora Nico Bavaro.

Intanto il centrodestra in consiglio regionale ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. È stato annunciato durante una conferenza stampa convocata dai gruppi di Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega e La Puglia domani. Ma secondo Bavaro, questa non dovrebbe mettere in difficoltà il governo regionale. "Emiliano non ha in questo momento un problema di numeri in consiglio regionale, anche perché ci sono stati dei cambi di casacca da destra verso la sua coalizione, almeno tre. Mi preoccupa poco. Quello che mi preoccupa è il divorzio tra la coalizione progressista in Puglia e i pezzi sani della società pugliese. Non so se ci si rende conto della gravità della situazione, quando persino il responsabile regionale di Libera, Don Angelo Cassano, sente il dovere di intervenire pubblicamente per dire che la sostituzione degli assessori, e di Maraschio, è stata un'operazione di facciata", sottolinea il responsabile Mezzogiorno di Sinistra Italiana. "Pensare che questa vicenda si possa risolvere con il voto in consiglio regionale è da scriteriati. Il compito di tutte le forze politiche oggi è quello di ricostruire una sintonia con i pugliesi, che rischiamo di perdere".

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