Per Di Maio importiamo il 40% di criminali dalla Romania. E l’ambasciatore si infuria

Sul Web la polemica rinfocola: qualche giorno fa il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha pubblicato sulla propria pagina Facebook il video dell'intervento del procuratore di Messina Sebastiano Ardita, intervento nel quale il magistrato sostiene che l'Italia sia divenuta nel corso degli anni una sorta di "meta criminale" a causa dell'inesistenza della certezza della pena. Di Maio, commentando le affermazioni, scrive su Facebook che "l'Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall'Italia le nostre imprese e i nostri capitali". L'affermazione, inizialmente passata sotto traccia, ha fatto letteralmente adirare le associazioni romene presenti in Italia, l'ambasciatore e numerosi commentatori e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle. Stando agli ultimi dati ufficiali disponibili, in Italia risiedono 1 milione 131mila romeni, pari al 22,6 per cento degli stranieri totali, circa uno su quattro.
Nel corso delle ultime ore, i commenti indignati pubblicati sotto al video diffuso su Facebook si sono fatti via via sempre più numerosi e il vicepresidente della Camera si trova sostanzialmente al centro di una serrata polemica. "Siccome in Italia la politica non ha mai voluto far funzionare la giustizia, anzi molto spesso l'ha sabotata volutamente, noi stiamo attraendo delinquenti, mentre le nostre imprese scappano dove i sistemi giudiziari sono più efficienti: come in Romania!", si legge nello stesso post al centro del fuoco di fila. "Lo Stato italiano non ha importato un bel niente e quest'affermazione è volutamente denigratoria e offensiva nei confronti dei tanti lavoratori rumeni onesti stabilmente residenti in Italia. Un fatto, semmai, è la crisi della giustizia italiana, che perdura dapprima dell'entrata della Romania nell'UE (2007) e colpisce tutti indistintamente. Ma piuttosto che ragionare sulle cause e sulle soluzioni lei preferisce cogliere l'occasione per piazzare la sua battuta razzista. Che vergogna", commenta Cludiu Ioan Fronea.
"‘Ha importato il 40% dei loro criminali'. Con questa espressione disgustosa, signor Di Maio, conferma di essere uno che dice tanto di essere contro il sistema, ma che che in realtà, in quel sistema che da mezzo secolo contabilizza e fattura il capitale umano svilendo il valore della persona, ci sguazza, frugolando qua e là in cerca di briciole elettorali nella melma della società post industriale. Dimostra di essere della stessa pasta della feccia leghista che vede nel Rumeno una merce priva di identità col 40% di rischio di sviluppare il bug della delinquenza. Dimostra di essere uno che parla tanto di reddito, di diritto, di inclusività ma alla fine, ritiene che l'unico strumento per affrontare il crimine sia sempre e solo la sicurezza, la disciplina, la repressione. Per voi il criminale è un errore, niente di più, è l'altro da contrapporre all'onesto e come tale va rimosso. Lasciate perdere le discussioni reddito a chi ne ha la competenza, tornate a gettare merda sulla casta e a stampare gli scontrini che vi riesce tanto bene: le misure assistenziali senza un'adeguata messa in discussione delle dinamiche del capitale e dell'economia di mercato sono insostenibili, vi permetteranno al massimo di racimolare qualche briciola alla prossima giostra. Lei, signor Di Maio, se lo faccia dire, fa proprio un po' pena", scrive invece Enrico Garello.
"Dati sparati ad minchiam senza nessuna fonte attendibile insieme a scarsissima conoscenza del diritto europeo. Ripugnanti dichiarazioni dell'uomo qualunque italiano basate sulla fuffa totale. Caro Giggino, a quando dichiarazioni congiunte con Salvini e Meloni? Così potete giá fare prove generali per le alleanze fasciste che farete per raggiungere la maggioranza in Parlamento dopo le Politiche. Siete il peggio dell'ignoranza e del qualunquismo messi assieme", rincara la dose Antonio Grasso. Raggiunto dal quotidiano La Stampa, Romolus Popescu dell’Associazione romeni in Italia, commenta così l'uscita di Di Maio: "Un ignorante, è vero che ci sono i delinquenti, ma quante badanti e infermiere curano i vecchi italiani. Si informi prima di aprire bocca".
Dall’Ambasciata della Romania arriva invece una lettera dell'ambasciatore George Gabriel Bologan: “Sosteneva John Austin che ‘pronunciare una frase significa svolgere un’azione che può distruggere o edificare'. E le parole, anche se in un certo contesto, possono offendere senza che questo sia il fine voluto. La comunità romena è ben integrata, apprezzata per la sua presenza nel tessuto sociale italiano, per il contributo in vari campi. Molti dei miei onesti cittadini sono sui cantieri e i datori di lavoro li apprezzano e vogliono continuare a collaborare con loro, altri portano sollievo e assistenza a tante persone sole e immobilizzate, altri, medici e infermieri fanno arrivare la speranza e il sorriso ai malati, altri che sono ingegneri, insegnanti, ricercatori, studenti, artisti, portano il loro contributo allo sviluppo del paese che hanno scelto per affinità culturale e spirituale".
Il dato venne diffuso dal il ministro della Giustizia romeno nel 2009
Il dato analizzato da Ardita e Di Maio non è però nuovo alle cronache: nel 2009, infatti, l'allora ministro della Giustizia della Romania, Catalin Preodiu, proprio mentre era in corso un incontro tra i ministri degli Esteri Frattini e Diaconescu, comunicò che in Italia all'epoca si trovavano il 40% dei cittadini romeni ricercati con mandato internazionale. "Mentre i due ministri si incontravano a Bruxelles e poi a Roma, il governo romeno forniva le cifre: in italia si trovano attualmente circa 2.700 cittadini romeni che sono in carcere in attesa di giudizio o condannati in via definitiva, e sempre sul territorio italiano si trova anche il 40% dei romeni ricercati con mandato internazionale. Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia romeno, Catalin Preodiu, nel corso di una conferenza stampa a Bucarest, in cui ha sottolineato che le procedure per l'estradizione dei romeni ricercati "stanno incontrando difficoltà". Il ministro ha quindi fatto appello ai "magistrati italiani a fare il possibile affinché le procedure vengano accelerate", si legge in un articolo pubblicato dal quotidiano Repubblica il 23 febbraio 2009.
Di Maio replica alle accuse: "Dato inopinabile. Dobbiamo attirare gente onesta"
"C'è un fatto, che è inopinabile: il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trova in Italia. Non lo dico io, lo disse nel 2009 l’allora ministro romeno della Giustizia Catalin Predoiu, dato confermato l'altro giorno a SUM #01 dal procuratore di Messina Ardita. Motivo per cui non ho nessun motivo oggettivo di mettere in dubbio questa affermazione. Ardita ha ribadito che "4 rumeni su 10 hanno scelto il nostro Paese come luogo nel quale delinquere e questo è un problema importante che riguarda la giustizia". Io ho ascoltato e come rappresentante dei cittadini mi sono posto il problema. L'Italia deve attirare persone oneste, non criminali. Ho denunciato questa situazione affinché la politica affronti il problema e vengano prese serie contromisure per far diventare l'Italia un luogo in cui i criminali NON vogliono andare. Ho anche messo in evidenza, e lo ribadisco, che siccome la nostra Giustizia è inefficiente, i nostri imprenditori vanno in Paesi dove funziona meglio: come la Romania. Impariamo dai rumeni: scoraggiano i delinquenti e attirano le imprese. È quello che voglio per il nostro Paese. Abbiamo bisogno di una giustizia rapida, efficiente ed efficace che scoraggi chi vuole delinquere e aiuti chi vuole investire", ha scritto il vicepresidente della Camera in un post pubblicato su Facebook.