Pensioni, cosa ci sarà al posto di Quota 100: la proposta dell’Inps al governo

La fine dell'anno si avvicina, insieme alla scadenza di Quota 100 e allo spettro del ritorno alla legge Fornero. Il dossier pensioni è sul tavolo del governo da tempo, soprattuto su quello del ministro Orlando che continua a confrontarsi con le parti sociali. Ma a discutere della questione è anche il Parlamento, che ieri ha ricevuto il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, in audizione in commissione Lavoro alla Camera. Dall'ape sociale al riscatto della laurea, il numero uno dell'ente previdenziale ha detto la sua sui temi più delicati su cui il governo potrebbe intervenire nelle prossime settimane. Intanto, secondo quanto filtra da Palazzo Chigi, sarebbero pronti 5 miliardi di euro in manovra per le pensioni e per evitare lo scalone Fornero.
Cos'è Quota 41 e perché può essere sostenibile
La proposta del presidente dell'Inps per uscire da Quota 100 evitando lo scalone Fornero, consiste nel prevedere – per i lavoratori del sistema misto – la possibilità di accedere tra i 63 e i 64 anni a un assegno che abbia un importo pari alla quota contributiva maturata alla data della richiesta, per poi avere la pensione completa al raggiungimento dell'età di vecchiaia. Secondo Tridico questa modifica permetterebbe nel 2022 l'accesso a 50mila persone e nel 2023 a 66mila. Il costo sarebbe di meno di tre miliardi entro il 2025, poi comporterebbe un risparmio. La cosiddetta Quota 41 – ovvero il pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall'età – costerebbe, secondo Tridico, 4,3 miliardi di euro solo nel 2022. Poi aumenterebbe a quasi 6 miliardi sia nel 2023 che nel 2024, per arrivare a 9 miliardi l'anno nel 2029.
Come può cambiare l'Ape sociale
Il presidente dell'Inps ha dato un parere positivo alla proposta di modifiche all'Ape sociale fatta dalla Commissione sui lavori gravosi, che costerebbe poco più di un miliardo di euro in tre anni. Si tratterebbe di prorogare la misura fino al 2026 e ampliare la platea per i lavoratori gravosi, con riduzione dei contributi per gli edili da 36 anni a 30. Secondo le tabelle presentate da Tridico, la misura costerebbe 126,7 milioni di euro nel 2022, 337,1 milioni nel 2023 e 520,7 milioni nel 2024. Poi salirebbe fino a 805 milioni nel 2026.