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Pd, Delrio: “Prima del matrimonio con M5s serve un periodo di convivenza, senza fretta”

Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, parla di una possibile alleanza tra i dem e il Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche: “Io sono convinto che prima del matrimonio ci sia un periodo di convivenza. È molto importante perché la cosa diventi stabile e solida che ognuno di noi non rinunci a quello che è”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dall’alleanza con i 5 Stelle ai problemi interni al Partito Democratico dopo la scissione di Matteo Renzi, passando per lo ius culturae: il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, parla dell’attuale situazione politica in un’intervista al Corriere della Sera. Partendo proprio dalla possibilità di un’alleanza tra il Pd e i 5 Stelle alle elezioni politiche, un’ipotesi su cui sembra preferire cautela: “Io sono convinto che prima del matrimonio ci sia un periodo di convivenza. È molto importante perché la cosa diventi stabile e solida che ognuno di noi non rinunci a quello che è. Il Pd deve continuare a essere il partito che difende la giustizia e l’uguaglianza nella democrazia liberale. Ora stiamo tentando di trovare una sintesi tra diversi. Sono convinto che se farà passi avanti è possibile che si estenda, ma non bisogna avere fretta”.

Nell’alleanza con i 5 Stelle, il Pd ha accettato il taglio dei parlamentari, una riforma che non piace ai dem: “Con la riforma del bicameralismo, poi bocciata dal referendum, avevamo tagliato 318 senatori. Quindi non siamo contrari in linea di principio alla diminuzione dei parlamentari. Il problema è che il taglio previsto da questa riforma mette in discussione la rappresentatività dei territori: ci sono regioni che rischiano di non avere nemmeno un senatore o partiti del 10-15% che potrebbero non avere un parlamentare. Perciò abbiamo deciso di comune accordo, perché non c’è bisogno di un notaio, di avviare la discussione sulla riforma elettorale e su altre garanzie costituzionali. Non sappiamo se sarà proporzionale o maggioritaria a doppio turno. È necessario tempo anche perché occorre il contributo di tutti, non solo della maggioranza, e comunque dobbiamo fare un lavoro serio”.

All’interno del Pd, però, i problemi rimangono, soprattutto secondo quanto emerge dagli ultimi sondaggi. Delrio spiega: “Noi abbiamo un problema di assestamento dopo una scissione sbagliata e grave: è andato di là un ex segretario del Partito Democratico che ha governato il Pd quattro anni ed è stato presidente del Consiglio per tre e quindi credo che chi sottovaluta il problema sbagli. Anche perché in generale chi assume la responsabilità di governo non viene subito premiato. Speriamo che i risultati facciano cambiare idea agli italiani rendendo sempre più attrattivi il Pd e questa alleanza”.

Altra questione è quella dello ius culturae, che verrà discusso nelle prossime settimane alla Camera, nonostante le possibili reticenze del M5s: “Intanto è molto importante che si discuta del tema di dare più garanzie e più diritti senza pregiudizi. Si tratta di ragazzi e bambini che sono nati, vivono e studiano in Italia. Questo accordo, che è più moderato rispetto al nostro testo originario, è aperto ai contributi di tutti coloro che non fanno propaganda sulla pelle di questi ragazzi ma riconoscono che la democrazia ha tutto da guadagnare nel dare più diritti. Come è avvenuto per il diritto di voto ai poveri nel Novecento e per le donne, che hanno rafforzato la democrazia e la società”.

Del resto – prosegue il capogruppo del Pd alla Camera – anche in Forza Italia hanno presentato una proposta di legge sul tema”. Infine, Delrio sa che Salvini protesterà e cercherà di far percepire negativamente agli italiani questa riforma della cittadinanza. Ma per il capogruppo dem non è un problema: “È chiaro che Salvini continuerà a fare la sua propaganda, ma questo non è un buon motivo per non fare lo ius culturae”.

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