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Parte il nuovo Pnrr del governo Meloni: il Consiglio Ue approva le modifiche, cosa succede adesso

Il Consiglio Ecofin dell’Ue ha approvato ufficialmente le modifiche al Pnrr proposte dal governo Meloni. Vengono cancellati alcuni progetti, altri slittano: l’obiettivo è evitare ritardi che mettano a rischio i fondi. Il prossimo traguardo è completare gli obiettivi della quinta rata del Piano, in scadenza a fine dicembre.
A cura di Luca Pons
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Adesso è ufficiale: l'Unione europea ha approvato le modifiche che il governo Meloni voleva fare al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Oggi infatti si è riunito il consiglio cosiddetto Ecofin, che raccoglie tutti i ministri dell'Economia e delle Finanze degli Stati membri. Oltre a proseguire la lunghissima trattativa per il Patto di stabilità, che continuerà in un nuovo incontro il 18-21 dicembre, i ministri hanno anche approvato una serie di modifiche a a tredici Piani nazionali. Tra questi c'era anche quello italiano.

Il governo Meloni aveva già esultato quando, due settimane fa, era arrivato il parere favorevole della Commissione europea. Anche se si trattava solamente di un parere, di fatto era una conferma: è la Commissione che tratta con i singoli Paesi, valuta le modifiche, approva l'erogazione dei fondi del Pnrr. Quando il governo italiano aveva messo nero su bianco le modifiche che voleva apportare al Piano, questa estate, le aveva consegnate proprio alla Commissione. A fine novembre è arrivato il parere positivo, e oggi l'approvazione finale.

"Un altro grande risultato del governo che conferma la serietà e l'efficacia del lavoro svolto in questi mesi", ha dichiarato Giorgia Meloni. "Si conclude in maniera positiva un lavoro intenso, è un passaggio decisivo e importantissimo ma non è un punto di arrivo", ha commentato invece Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei.

Ora che le modifiche sono state approvate, resta l'aspetto importante: metterle in pratica. Il Pnrr porta all'Italia in tutto 191 miliardi di euro, e finora ne sono stati spesi solo 28. I lavori e le riforme previste dal Piano coinvolgono praticamente tutti i settori dello Stato, ma a registrare i ritardi più forti al momento è la sanità pubblica.

Il punto dei cambiamenti apportati dal governo Meloni, secondo quanto hanno dichiarato più volte gli esponenti dell'esecutivo, era di eliminare quelle scadenze e quegli obiettivi che erano diventati irrealizzabili. Da quando il Pnrr è stato scritto e concordato, nel 2021, c'è stato lo scoppio della guerra in Ucraina, il fortissimo rialzo dei prezzi dell'energia e un'accelerazione dei prezzi che ha visto picchi di inflazione in molti Paesi del mondo. Questo, secondo il governo, ha complicato la situazione economica in Italia e ha reso più difficile rispettare alcuni paletti.

Per evitare di usare i fondi europei per progetti che non erano realizzabili, il governo ha deciso quindi di escludere dal Pnrr anche diverse iniziative rivolte agli enti locali. Se un investimento non viene completato in tempo, infatti, il rischio è che l'Italia perda il diritto ai miliardi di euro del Piano. Ora però l'esecutivo non avrà più ‘scuse': il Pnrr è come lo vuole, e sarà sua responsabilità garantire che non ci siano ritardi. A partire dalla quinta rata, in scadenza a dicembre 2023.

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