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Ocse, nel 2021 ripresa economica in Italia del 6,3%: “Variante Omicron potrebbe minacciare crescita”

Durante la presentazione dei nuovi dati sulla ripresa economica, la capoeconomista dell’Ocse ha avvertito: “La variante Omicron potrebbe rappresentare una minaccia per la ripresa”. E ha sottolineato l’importanza di portare i vaccini anche ai Paesi in via di sviluppo per blindare la crescita.
A cura di Annalisa Girardi
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Nel 2021 l'Italia ha registrato una ripresa economica del 6,3%, che il prossimo anno e in quello successivo diminuirà progressivamente, passando al 4,6% e al 2,6%. Sono le Prospettive economiche dell'Ocse illustrate ieri a Parigi. Durante la presentazione la capoeconomista dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico,  Laurence Boone, ha però avvertito: "La variante Omicron potrebbe rappresentare una minaccia per la ripresa".

Il segretario generale dell'Ocse, Mathias Cormann, le ha fatto eco sottolineando come le disparità mondiali rispetto alla campagna vaccinale non siano un problema solo dal punto di vista sanitario, proprio perché una bassa copertura facilita lo sviluppo delle varianti, ma anche da quello economico. "La copertura vaccinale resta ineguale, nei Paesi in via di sviluppo ma anche qui in Europa", ha detto chiedendo di aumentare l'impegno affinché possa essere immunizzata "l'insieme della popolazione mondiale". Secondo gli analisti la nuova variante potrebbe costare alla crescita a livello globale dagli 0,25 ai 2 punti di Pil nel prossimo anno. Anche nell'Eurozona Omicron potrebbe causare un leggero calo delle previsioni di ripresa.

Intanto continua a preoccupare l'aumento dell'inflazione che sta determinando un aumento generale dei prezzi. Il quale potrebbe raggiungere un picco entro il primo trimestre del prossimo anno. Inoltre, il prossimo primo gennaio anche la bolletta del gas dovrebbe registrare un rincaro del 50%, mentre quella dell'elettricità un aumento tra il 17% e il 25%. Il governo si prepara quindi a intervenire per evitare che questa crescita della spesa per i consumi energetici pesi in tal modo nelle tasche delle famiglie italiane. In manovra, quindi, le risorse dedicate a questa voce potrebbero passare da 2 miliardi a quasi 3.

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