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Obbligo vaccinale contro il Covid, quando potrebbe scattare e per chi

Si torna a parlare di obbligo vaccinale, che secondo il presidente dell’Aifa dovrebbe essere previsto almeno per lavoratori della Pa e forze dell’ordine (oltre ai sanitari).
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'obbligo vaccinale contro il Covid è una delle carte nelle mani del governo, insieme al super green pass e a nuove misure restrittive. La strada di obbligare per legge le persone a ricevere il vaccino, però, finora non è stata battuta per una serie di ragioni, a partire dall'idea che fosse meglio convincere che costringere. Lasciando comunque un'alternativa: il tampone. Da settimane il numero dei nuovi vaccinati – insomma, i convinti – continua a calare verticalmente, ruotando intorno alle 100/150mila prime dosi ogni sette giorni. In pratica con questo ritmo ci vorranno anni. Nel frattempo i contagi continuano a crescere, si accelera con la somministrazione della terza dose e si riflette su cosa fare per fermare la nuova ondata prima che sia troppo tardi (vedi Germania).

Aifa dice che l'obbligo vaccinale è necessario almeno per alcune categorie

Sull'argomento è tornato il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco e membro del Comitato tecnico scientifico, Giorgio Palù, che ha spiegato alla Stampa che l'obbligo vaccinale non è certo un tabù: "È già in atto per gli operatori sanitari ed è stato introdotto, ai tempi della ministra Lorenzin, per alcune vaccinazioni pediatriche – ha ricordato – Sarebbe auspicabile che almeno i dipendenti della Pubblica Amministrazione e le forze dell'ordine fossero obbligati a vaccinarsi essendo a stretto contatto con la popolazione". Ma a parte queste categorie, per il presidente di Aifa l'obbligo per tutti resta una "soluzione estrema da valutare in base all'andamento della pandemia". Intanto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha annunciato che l'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari e sociosanitari – previsto solo per il ciclo di vaccinazione già concluso – verrà esteso anche alla terza dose.

Perché il vaccino obbligatorio contro il Covid è costituzionale

Periodicamente, durante ogni nuova ondata di contagi da Covid, si torna a parlare di obbligo vaccinale e ci si interroga sempre sullo stesso punto: la Costituzione lo permette? In questo caso a rispondere è Giovanni Maria Flick, ex ministro della Giustizia e presidente emerito della Corte Costituzionale, intervistato dalla Stampa: "Non esiste alcun limite costituzionale a una legge sull'obbligatorietà del vaccino – ha sottolineato – Anzi, la Costituzione permette di coniugare, come sancito dall'articolo 2, i diritti inviolabili di ciascuno con i doveri di solidarietà. E non esistono diritti senza doveri, non esiste una vera libertà che non tenga conto della libertà altrui e degli interessi sociali quali la salute collettiva e la sicurezza". Secondo Flick "si deve anche intervenire con una legge che prevede l'obbligatorietà di vaccini, da cui derivi una limitazione della libertà di circolazione, sorretta dalla possibilità data allo Stato dall'articolo 32".

Insomma, si parla della possibilità di inserire un trattamento sanitario obbligatorio per legge. Certo, ma in ogni caso bisognerebbe capire come attuarlo l'obbligo vaccinale, visto che parliamo di sette milioni di persone che al momento hanno la possibilità si riceverlo e non lo stanno facendo. In caso di violazione dovrebbero scattare delle sanzioni, altrimenti non sarebbe un obbligo. Come verrebbero fatte rispettare queste sanzioni? È questo il grande dubbio che coinvolge anche parte della politica: "Io vorrei che qualcuno mi spiegasse per filo e per segno come si fa concretamente – ha chiesto ieri sera il presidente del Veneto, Luca Zaia, a Che tempo che fa – con l'accompagnamento coatto? Con l'ammanettamento, l'arresto per la vaccinazione ? Qualcuno lo dica".

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