Niente patrimoniale, ritirati emendamenti alla legge di Bilancio

Leu ha ritirato l'emendamento alla legge di Bilancio con l'introduzione di una patrimoniale a partire da gennaio, sostenuta anche da parlamentari Pd, sul quale Governo e relatori avevano espresso parere contrario. Il parere negativo era stato espresso in commissione Bilancio della Camera questa mattina, come annunciato dal deputato Luca Pastorino. Stessa decisione è stata presa anche per la proposta di modifica, presentata dallo stesso gruppo, riguardante un ‘Contributo di solidarietà a carico delle grandi ricchezze', a prima firma Fornaro. Entrambe le proposte non sono state quindi votate in commissione.
L'emendamento in un primo momento era stato dichiarato inammissibile per copertura e poi riammesso all'esame dopo il ricorso dei firmatari. "Prendiamo atto della scelta dei membri della commissione bilancio di Montecitorio di ritirare il nostro emendamento dopo il parere negativo di governo e relatori anche per non precludere ulteriori passaggi d'aula. Ovviamente ripresenteremo l'emendamento in aula e poi al Senato", hanno annunciato Nicola Fratoianni e Matteo Orfini.
"In questi giorni molti, anche nella maggioranza – hanno aggiunto i due parlamentari -, hanno aperto all'idea di una patrimoniale, pur criticando la nostra proposta. Siamo ovviamente disponibili a riformularlo insieme in modo da trovare un testo condiviso, ma invitiamo tutte le forze di maggioranza a trovare il coraggio di fare una scelta giusta".
"E chiediamo al governo di riflettere sul proprio parere contrario – concludono – ancor più in questa fase drammatica c'è bisogno di dare alle nostre azioni il segno della giustizia sociale e dell'uguaglianza".
Cosa prevedeva l'emendamento sulla patrimoniale
La proposta, che secondo i primi calcoli avrebbe permesso di recuperare 18 miliardi di euro, prevedeva di cancellare l'Imu e l'imposta di bollo sui conti correnti bancari e sui conti di deposito titoli per sostituirle con un'imposta progressiva "sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro". Si parlava di un'aliquota progressiva minima dello 0,2% sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita appunto da una ricchezza netta superiore a 500mila euro e fino a 1 milione di euro, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Per il 2021, invece, si prevedeva un'aliquota del 3% per i patrimoni superiori al miliardo di euro. L'emendamento prevedeva inoltre, per i patrimoni all'estero "suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia", multe che vanno dal 3% al 15% dell'importo non dichiarato.