Nel 2015 i medici obiettori oltre il 70% e diminuisce il numero degli aborti

Nel periodo 2014-2015 in Italia sono aumentati i medici obiettori di coscienza, ma di pari passo sono diminuiti i tempi di attesa per l'interruzione volontaria di gravidanza e anche il numero di interventi richiesti. I dati emergono dalla Relazione del ministero della Salute trasmessa nella giornata del 15 dicembre al Parlamento. Secondo il ministero della salute, quindi, "su base regionale e, per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, non emergono criticità nei servizi di Ivg. In particolare, emerge che le Ivg vengono effettuate nel 59,6% delle strutture disponibili, con una copertura adeguata, tranne che in Campania, Molise e P.A. Bolzano". I dati inoltre rilevano che dal 2006 al 2014 il numero di aborti è sensibilmente diminuito, sia come quantità che come tasso di abortività e la percentuale di medici obiettori, invece, è passata dal precedente 69,2% al 70,7%. In media, il 64,8% delle donne aspetta, tra la richiesta di intervento e l'interruzione volontaria di gravidanza stessa, meno di due settimane, percentuale aumentata dell'8% circa nell'ultimo biennio. Di pari passo, rileva la relazione, diminuisce anche la percentuale di donne che aspetta da 22 a 28 giorni per l'intervento, dal 12,4% al 9,2%. "In sei anni in Italia, in media, gli obiettori sono aumentati e i tempi di attesa diminuiti, cioè migliorati", sottolinea il ministero.
"Nel Lazio gli obiettori in otto anni sono aumentati dal 77,7% al 78,2% e i tempi di attesa diminuiti (aumentano dal 47,8% al 51,7% le donne che aspettano ‘meno tempo' e diminuiscono dal 13,7% al 7,3% quelle che aspettano più a lungo). In Umbria e Marche, gli obiettori diminuiscono, ma i tempi di attesa aumentano. In particolare nelle Marche gli obiettori passano dal 78,4% al 70,1%, le donne che aspettano ‘poco' diminuiscono dal 73,9% al 70,6%, e quelle che aspettano ‘molto' aumentano dal 5,6% al 7,7%, cioè peggiorano nonostante la diminuzione degli obiettori", si legge nel documento del dicastero della Salute. "In Umbria gli obiettori passano dal 70,2% al 65,6%, mentre le donne che aspettano ‘poco' diminuiscono dal 51% al 43%, e quelle che aspettano ‘molto' aumentano dal 13,3% al 17,5%. In Veneto, invece, diminuisce il numero di medici obiettori, che passa dal 79,1% al 77%, e di pari passo calano anche i tempi di attesa, ovvero aumentano dal 34% al 50,5% le donne che aspettano meno tempo e diminuiscono dal 23,4% al 15,3% quelle che aspettano più a lungo.
"Da questi esempi si vede che non c’è correlazione fra numero di obiettori e tempi di attesa: le modalità di applicazione della legge dipendono sostanzialmente dall’organizzazione regionale, risultato complessivo di tanti contributi che, naturalmente, variano da regione e regione (e probabilmente anche all’interno della stessa regione). Ricordiamo che, già ad oggi, è possibile per l’organizzazione sanitaria regionale attuare sia forme di mobilità del personale sia forme di reclutamento differenziato". Infine, "valutando le Ivg settimanali a carico di ciascun ginecologo non obiettore, considerando 44 settimane lavorative in un anno, a livello nazionale ogni non obiettore ne effettua 1,6 a settimana, un valore medio fra il minimo di 0,4 della Valle d’Aosta e il massimo di 4,7 del Molise", conclude il rapporto del Ministero.