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Elezioni politiche 2022

Nei programmi, i partiti fanno promesse ma non dicono dove prenderanno i soldi

Lo mostra l’analisi di Pagella politica: su 328 proposte dei quattro principali schieramenti, solo 13 hanno specificato quali risorse intendono usare per finanziarle.
A cura di Luca Pons
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Coalizione di centrodestra, Partito democratico, Azione-Italia viva e Movimento 5 stelle. I quattro programmi elettorali dei principali schieramenti alle elezioni politiche del 2022 contengono più di 300 proposte che prevedono delle spese per lo Stato.

Di queste, secondo l'analisi effettuata da Pagella politica, oltre il 96% non contiene coperture. Ovvero, meno di una promessa su dieci spiega, oltre alle idee, anche il modo in cui si vogliono ottenere i soldi per realizzarle.

Il centrodestra paga tutto con il reddito di cittadinanza

Il programma condiviso tra Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi moderati, si chiama "Per l'Italia" ed è un accordo molto generico, che si concentra su temi ampi. Contiene comunque 88 proposte effettive, come il "potenziamento e sviluppo delle infrastrutture digitali", "adeguamento dell'organico e delle dotazioni delle forze dell'ordine" e "innalzamento delle pensioni minime, sociali e di invalidità".

Per queste e molte altre, però, non si prevede altro introito che quello proveniente da una "sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale". Nella lista di 15 ambiti generali, per un totale di 149 punti programmatici, questo è l'unico che accenna a un taglio o a un'entrata di qualche tipo.

Significa, quindi, che le 88 misure promesse andranno mantenute senza soldi in più, tranne quelli ottenuti sostituendo il reddito di cittadinanza. Una misura che è costata poco meno di 20 miliardi di euro nei primi due anni e mezzo, secondo l'Inps, aiutando due milioni di famiglie.

Il Pd punta su evasione, tassa di successione e Pnrr

Il Partito democratico intitola il suo programma "Insieme per un'Italia democratica e progressista". Ci sono almeno 88 promesse che richiedono una spesa per essere mantenute, lo stesso numero del centrodestra. Tra queste una "riforma fiscale verde" per rendere economicamente vantaggiosa la transizione ambientale, un "reddito alimentare" cioè un sistema digitale che distribuisca il cibo che rischia di essere sprecato alle persone indigenti, e un "contributo affitti di 2mila euro per studenti e lavoratori under 35".

Qui, le proposte che menzionano anche un modo per essere finanziate sono quattro. Come fonte di finanziamento si parla di recupero dell'evasione fiscale, da raggiungere con la tracciabilità dei pagamenti, il potenziamento delle agenzie fiscali e della riscossione, l'incrocio di banche dati. Il programma non specifica quanti soldi si pensa di ottenere da queste riforme, che a loro volta avranno dei costi.

Altra fonte di entrate sarebbe un aumento delle imposte di successione sui patrimoni superiori ai 5 milioni di euro, che servirebbero a coprire una dotazione di 10mila euro per i 18enni, sulla base dell'Isee. Il segretario del Pd Enrico Letta aveva portato avanti questa proposta già l'anno scorso, ma era stata bocciata dal presidente del Consiglio Mario Draghi.

In più, il programma cita spesso il Pnrr come possibile copertura. Tuttavia, gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono già stati fissati, ed è improbabile che i fondi basterebbero a realizzare tutte le proposte del partito.

Per il M5S, fondi europei e un cashback contro l'evasione

Il programma del Movimento 5 stelle, "Dalla parte giusta: cuore e coraggio per l'Italia di domani", riprende in gran parte la lettera che Giuseppe Conte inviò a inizio luglio a Mario Draghi, facendo nove richieste per far rientrare la crisi di governo poi scoppiata. Si possono però individuare almeno 61 promesse elettorali che richiedono una spesa, nel testo. Dal salario minimo di 9 euro l'ora, al rafforzamento del reddito cittadinanza, a un nuovo superbonus per l'edilizia.

In questo caso, sono quattro le promesse di nuove entrate. Tre fanno riferimento a ipotetici contributi europei, o con un fondo da istituire appositamente per la transizione energetica "sulla scia del Next Generation Eu" o con manovre fiscali europee.

Una è il contrasto all'evasione tramite il "cashback fiscale, un meccanismo che permetta l'immediato accredito su conto corrente delle spese detraibili sostenute con strumenti elettronici". Tuttavia, una relazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze a inizio 2022 ha mostrato che il cashback sui pagamenti digitali, in vigore nei primi sei mesi del 2021, non ha avuto effetti particolari sull'evasione.

Terzo polo, ancora evasione e taglio dei consumi delle PA

Azione e Italia Viva hanno un programma congiunto, con 91 interventi di spesa. L'ultima pagina è dedicata interamente al "reperimento delle risorse necessarie a finanziare gli interventi", perché "nessun programma elettorale contiene mai le coperture finanziarie. Noi invece non fuggiamo dal problema. Perché è venuto il tempo della serietà".

Le due principali fonti di introito citate sono il contrasto all'evasione e il taglio ai consumi della pubblica amministrazione. Nel primo caso ci si aspetta, secondo le stime del Mef, che entro il 2024 arrivino circa 10 miliardi in questo modo. Una cifra comunque non sufficiente a coprire tutte le promesse contenute nel programma.

Nel secondo caso, si parla di applicare "le più moderne tecniche di determinazione dei fabbisogni" per ridurre i consumi in eccesso e riportarli ai livelli del 2009. Oltre a non essere chiaro perché sia stato scelto il 2009 come anno di riferimento, il programma non specifica le somme che si aspetta di ricevere da questa operazione di taglio dei consumi. Non è specificato, quindi, quale parte delle promesse si vuole coprire con questi fondi.

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