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Migranti, Piantedosi sulle Ong: “Ci faremo carico delle emergenze, gli altri dovranno andarsene”

“La soluzione che adottiamo è il primo atto di una politica che non deflette dagli obblighi umanitari nei confronti dei migranti, ma nemmeno da quella di mantenere il punto rispetto agli obblighi dei Paesi di bandiera”. Lo ha detto il ministro Matteo Piantedosi parlando della strategia sulle navi umanitarie e le Ong.
A cura di Annalisa Girardi
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Durante il Consiglio dei ministri che ha approvato la Nadef si è parlato anche la strategia del governo per quanto riguarda le navi umanitarie delle Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo. "Riteniamo che in ossequio a principi di diritto internazionale quando si sale a bordo di una nave in acque internazionale è come se si fosse saliti su un'isola sotto l'egida territoriale di quel Paese. E questo dovrebbe far radicare gli obblighi di assistenza", ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in conferenza stampa. Un punto portato anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani ai tavoli internazionali.

"Noi riteniamo che sia un problema che va condiviso coi Paesi di bandiera", ha aggiunto il titolare del Viminale, spiegando che una nave umanitaria sarebbe già entrata in acque territoriali italiane. Si tratta della Humanity 1: "Stasera abbiamo formalizzato un provvedimento interministeriale che è una prima presa di posizione nei confronti di una nave delle Ong, la Humanity 1 che ha forzato entrando in acque territoriali italiane, dirigendosi verso Catania, senza ottemperare a quelle che erano state le nostre richieste. Cioè domande su chi sono le persone a bordo, dove sono state tratte in salvo e quali fossero le oggettive condizioni di salute. Le risposte avute non sono state all'altezza delle nostre aspettative", ha detto.

Per poi proseguire: "Sta entrando nelle acque italiane davanti a Catania, le verrà imposto di fermarsi in rada e potrà permanere in acque italiane per permetterci di vedere le emergenze di carattere sanitario. Ci faremo carico di tutte le persone che hanno bisogno, come le donne incinte o i bambini. Rispettiamo le persone e le esigenze umanitarie: ma all'esito della verifica le persone che non rientrano dovranno rimanere a bordo e dovranno essere riportate fuori dalle acque territoriali. Poi vedremo cosa succede, questa è una partita".

Insomma, la nave Humanity 1 potrà rimanere di rada solo per il tempo necessario al governo italiano di fare tutti gli accertamenti necessari, rispetto a chi sono le persone a bordo e quali tra loro necessitino di soccorso medico. "La soluzione che adottiamo è il primo atto di una politica", ha proseguito Piantedosi, che è quella "di non deflettere dagli obblighi umanitari", ma allo stesso tempo di "mantenere il punto rispetto agli obblighi dei Paesi di bandiera".

Piantedosi ha poi comunicato: "In queste ore ci è stata segnalata un'altra nave entrata in acque territoriali italiane, per la quale non abbiamo ancora adottato un provvedimento. Si tratta di una nave più piccola, con 94 persone, ci è stato segnalato che c'era un tentativo di rivolta a bordo, con condizione di precarietà di navigazione, verso Siracusa: tratteremo anche questa nave con il medesimo criterio" della Humanity 1.

Su questa nuova stretta contro le Ong ha subito commentato anche Matteo Salvini: "Come sempre garantiremo soccorso e assistenza, ma vietiamo la sosta nelle acque territoriali italiane per le Ong straniere. Orgoglioso di aver firmato il provvedimento, insieme ai ministri Piantedosi e Crosetto. Difendere l’Italia non è un reato bensì un dovere", ha affermato.

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