Migranti, perché Sea Eye 5 è bloccata a Pozzallo e annuncia un’azione legale contro il fermo amministrativo

Lo sbarco delle sessanta persone dalla nave Sea Eye 5 è stato autorizzato al porto di Pozzallo (Ragusa)nella tarda serata di domenica, e i migranti sono rimasti bloccati a bordo della nave umanitaria tedesca per quasi un giorno intero, su indicazione delle autorità italiane, prolungando immotivatamente le sofferenze dei migranti a bordo. Ora la Sea Eye 5 è trattenuta illegalmente in Sicilia e la nave ha deciso di intraprendere un'azione legale.
L'organizzazione umanitaria ha annunciato che la nave è stata bloccata dalle autorità italiane, a causa di presunte violazioni da parte dell'equipaggio delle istruzioni del Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma. La Sea Eye 5 aveva tratto in salvo sabato 65 rifugiati da un gommone a circa 50 miglia nautiche dalla costa libica. Vediamo di mettere in fila i fatti.
Perché la nave Sea Eye 5 è stata sottoposta a fermo amministrativo
Alla nave era stato inizialmente assegnato il porto di Taranto, a 48 ore di navigazione dal punto in cui si trovava l'imbarcazione. I membri della Ong si sono opposti, spiegando che la nave avrebbe potuto sostenere un viaggio così lungo in sicurezza, mettendo a rischio la salute dei naufraghi a bordo. L'Italia, dopo una serie di pressioni ricevute anche dalla Germania e in particolare dall'MRCC tedesco, ha acconsentito a indicare un porto più vicino, quello di Pozzallo appunto. Ma quando la nave umanitaria ha raggiunto il porto, è stata bloccata dalle autorità, che hanno chiesto all'Ong di far scendere solo i fragili, e poi proseguire verso il viaggio verso Taranto con il resto dei migranti a bordo. È stato necessario un lungo braccio di ferro, e due evacuazioni mediche d'emergenza, prima tre donne portate a Lampedusa, e successivamente una donna al nono mese di gravidanza insieme al marito, prima di convincere le autorità a concedere il permesso di sbarco per tutti a Pozzallo, dopo uno stallo di diverse ore.
Dopo che sono scese tutte le persone dalla nave, sono iniziate le operazioni di sanificazione, visto che a bordo erano stati riscontrati diversi casi di scabbia. Oggi però l'imbarcazione tedesca ha subito un fermo amministrativo.
Il provvedimento è arrivato dopo lo sbarco a Pozzallo dei migranti, tra cui c'erano molte donne e diversi feriti gravi. "È un atto politicamente motivato e un grave attacco al soccorso civile in mare", ha spiegato Gordon Isler, presidente della Ong.
Le tre accuse alla Sea Eye 5
Tre le contestazioni mosse alla nave umanitaria. Innanzitutto il mancato rispetto delle indicazioni date dal MRCC di Roma. Il capitano, secondo le accuse, avrebbe omesso di comunicare in maniera completa le informazioni e avrebbe rifiutato il trasferimento selettivo delle persone sulla motovedetta della Guardia costiera.
La seconda accusa mossa alla nave di ricerca e soccorso civile è non aver richiesto "ufficialmente e tempestivamente" un porto di sbarco. In realtà, ha spiegato l'Ong, Sea-Eye era in contatto attivo con diversi centri di coordinamento dei soccorsi, inclusi quelli di Brema e Roma, fin dall'inizio dell'operazione. "Tutte le comunicazioni sono state documentate per iscritto".
Infine, la terza contestazione riguarderebbe la partenza ritardata per il porto di Taranto, assegnato dalle autorità per lo sbarco. Sea Eye 5 non avrebbe proseguito "senza indugio" verso il Pos, aspettando oltre sei ore al largo della costa di Pozzallo. Secondo l'ong, tuttavia, "Pozzallo era stato ufficialmente designato come Pos" e il ritardo è dovuto "all'annullamento dello sbarco previsto da parte dell'Mrcc di Roma".
Dal punto di vista di Sea Eye, "le richieste di trasbordo e le ulteriori istruzioni di viaggio erano incompatibili con la situazione di sicurezza a bordo e le limitazioni tecniche della nave".
"Queste accuse sono fabbricate per criminalizzare le operazioni di salvataggio – ha detto Isler -. Il nostro equipaggio ha sempre agito nel migliore interesse delle persone soccorse e in conformità con il diritto marittimo internazionale. Il fermo dimostra ancora una volta che le autorità italiane stanno sistematicamente cercando di spingere le navi di soccorso civile fuori dal Mediterraneo".