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Migranti, morto il 15enne sbarcato da nave-quarantena Allegra. La tutrice: “Aveva segni di tortura”

“Non posso non pensare a quei 15 giorni in cui in quarantena non ha ricevuto cure”, ha detto la tutrice del migrante 15enne morto all’ospedale Ingrassia di Palermo dopo aver trascorso la quarantena sulla nave Allegra. Una volta finito il periodo di isolamento era stato subito trasferito all’ospedale Cervello e poi all’Ingrassia vista la mancanza di posti in rianimazione. Ma il ragazzo non ce l’ha fatta.
A cura di Annalisa Girardi
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È morto in ospedale il 15enne di origine ivoriana che nei giorni scorsi era sbarcato dalla nave-quarantena Allegra. Il giovane migrante era entrato in coma sabato scorso. Era arrivato in Italia non accompagnato. La sua tutrice, Alessandra Puccio, ha spiegato che il ragazzo fosse stato costretto a trascorrere i 15 giorni di isolamento necessari a causa dell'emergenza coronavirus a bordo della nave, nonostante fosse "in stato di salute molto grave" allo sbarco. "Il suo corpo è martoriato da segni di tortura. Il viaggio non è stato facile", aveva ancora detto la tutrice, avvertendo del fatto che il giovane migrante mostrasse "segni di denutrizione e disidratazione".

"Per 15 giorni in quarantena non ha ricevuto cure"

Il ragazzo è morto all'ospedale Ingrassia di Palermo. Il giovane era sbarcato dalla nave quarantena tra il 1° e il 2 ottobre: "Dopo aver superato i test con la somministrazione di due tamponi negativi è sbarcato ed è subito stato ricoverato all'ospedale Cervello", ha aggiunto Puccio. Una volta entrato in coma, tuttavia, il 15enne "è stato trasferito all'ospedale Ingrassia perché all'ospedale Cervello non c'erano posti in rianimazione". Al trasferimento la tutrice aveva commentato: "Mi auguro che ce la faccia, ma non posso non pensare a quei 15 giorni in cui in quarantena non ha ricevuto cure".

Il referto medico che ne chiedeva urgentemente lo sbarco

Un referto medico dello scorso 29 settembre, visionato dall'Agi, chiedeva urgentemente lo sbarco del ragazzo: "Le condizioni generali del paziente appaiono peggiorate. I compagni riferiscono che si rifiuta di bere arrivando a sputare l'acqua che gli viene offerta. Rifiuta terapia di qualsiasi tipo…il paziente necessita urgentemente di ricovero in struttura adeguata per studio approfondito di apparato urinario e reintegro alimentare per stato di grave malnutrizione e denutrizione volontaria".

Il ragazzo era stato probabilmente trasferito sulla nave Allegra lo scorso 18 settembre dalla Open Arms. Il 28 settembre era stato visitato da un medico, allertato dagli altri migranti a bordo "visibilmente allarmati dalle condizioni" del giovane. "Il paziente è apiretico, apparentemente disorientato, poco collaborante…all'ispezione sono visibili numerose cicatrici verosimilmente conseguenti a torture subite in carcere in Libia (questo dato viene riferito da un compagno di viaggio…il pazienta lamenta dolore in sede lombale bilaterale. Manovra di Giordano positiva. Si sospetta un coinvolgimento renale conseguente a stato di disidratazione", spiegava ancora il referto.

Un migrante disperso dopo essersi gettato dalla nave-quarantena

Un migrante invece risulta disperso dopo essersi lanciato dalla nave-quarantena Azzurra, ormeggiata al porto di Augusta. Altre due persone si erano lanciate in mare dalla rada, ma sono presto state rintracciate dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco e dai militari della Capitaneria di porto. Continuano invece le ricerche per trovare il terzo migrante. Non è chiaro se sia riuscito o meno a raggiungere la riva. Nei giorni scorsi la polizia aveva arrestato 8 migranti a bordo della Azzurra in quanto destinatari di ordini di carcerazione. Quasi un mese fa, invece, aveva notificato 80 provvedimenti di espulsione ad altrettante persone che stavano trascorrendo la quarantena a bordo.

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