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Migranti, Meloni incontra Charles Michel: “Se l’Ue si divide fa un favore ai trafficanti di uomini”

Nell’incontro con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, Giorgia Meloni ha ribadito le posizioni del governo italiano sull’immigrazione: deve occuparsene tutta l’Europa, rinforzando i confini. L’altro tema caldo è l’economia: per Meloni serve un “Fondo sovrano europeo”, finanziato dall’Unione europea.
A cura di Luca Pons
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"Penso che a nessuno convenga dividersi su un tema come quello delle migrazioni perché si rischia, in fin dei conti, di fare un favore ai trafficanti di esseri umani". L'ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine di un incontro di circa due ore con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Il faccia a faccia è servito per preparare il Consiglio europeo straordinario, che si terrà il 9 e 10 di febbraio.

Meloni sui migranti: "L'Europa deve rafforzare i suoi confini"

Sono due i temi che Meloni ha posto al centro dell'agenda: l'immigrazione e l'economia. Per quanto riguarda la prima, la presidente del Consiglio ha detto che l'Unione europea deve "immaginare soluzioni strutturali", partendo "dalla difesa dei confini esterni". L'immigrazione è una materia "che l'Italia non può chiaramente affrontare da sola", ha continuato: "Oggi è una materia legata, soprattutto nell'attuale contesto internazionale, alla sicurezza nelle nostre società, sicurezza in Italia, sicurezza conseguentemente nell'intera Europa".

Per questo, Meloni ha chiesto di "lavorare insieme per prevenire i flussi illegali arginandoli prima che arrivino ai confini europei". Per farlo, bisogna "rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine, con i Paesi di transito dei flussi migratori", un ambito in cui "l'Italia sta facendo la sua parte già". Nelle ultime settimane, Meloni ha visitato prima l'Algeria e poi la Libia. Ma l'impegno verso l'Africa "dovrebbe essere un impegno di tutta l'Europa, e su questo anche mi pare che ci siano importanti punti di contatto, così come crediamo che si debba e si possa migliorare l'azione europea in tema di rimpatri", ha concluso la presidente del Consiglio.

Il tema dell'immigrazione potrebbe essere discusso al prossimo vertice del Consiglio europeo, ma la presidenza in questo momento è della Svezia, che si è già detta contraria alla modifica dei trattati Ue sul tema. Anche per questo, Giorgia Meloni volerà proprio a Stoccolma venerdì 3 febbraio, a pochi giorni dall'incontro.

Per aiutare le imprese serve un "Fondo sovrano europeo" finanziato dall'Ue

Per quanto riguarda l'economia, invece, una delle questioni più sentite in questo momento in Europa è come rispondere all'Inflation reduction Act degli Stati Uniti, una legge che incentiva una serie di misure per combattere l'emergenza climatica, ma potrebbe anche portare molte aziende del settore tecnologico a non investire più in Europa. Per questo, la stessa presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, ha annunciato che nel medio termine l'intenzione è di rinforzare in modo deciso gli investimenti green, a tutela delle imprese europee.

Ora il dibattito è soprattutto se queste misure debbano essere pagate da ogni Stato membro per sé – come preferirebbero la Germania e altri Paesi europei – o se debbano attingere da risorse europee. Per Meloni, "l'Europa deve proteggere le proprie imprese", assicurando "parità di condizioni per tutti gli Stati membri". Cioè, i fondi devono essere messi direttamente dall'Europa, e non deve essere responsabilità dai governi di ciascuno Stato, altrimenti i Paesi che hanno meno debito pubblico e più soldi a disposizione potranno investire di più.

Bisogna "avere il coraggio di investire sul futuro senza lasciare nessuno indietro", ha continuato la presidente del Consiglio, e "il coraggio di realizzare strumenti come un Fondo sovrano europeo: per sostenere gli investimenti, per proteggere la sovranità economica, industriale, tecnologica del nostro continente". E questo Fondo dovrebbe basarsi soprattutto sulla "flessibilità sui fondi europei esistenti". Tra cui, ad esempio, quelli del Pnrr, che il governo Meloni vorrebbe da tempo modificare.

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