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Migranti dalla Tunisia per lavorare nei campi sei mesi l’anno, la proposta di Lamorgese

La ministra dell’Interno spiega che si sta pensando a un progetto in accordo con la Tunisia per portare i migranti a lavorare nei campi italiani sei mesi l’anno.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Migranti dalla Tunisia in Italia, ma solo per sei mesi l'anno. Il motivo? Lavorare nei nostri campi. Poi si saluta tutti e si torna indietro. La proposta arriva dalla ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, che interviene da remoto all'incontro "I caporalati oggi" dell'Università del Salento: "Noi con la Tunisia stiamo cercando di portare avanti un progetto che dovrebbe prevedere un'aliquota dei flussi destinati ai lavoratori stagionali, che verrebbero in Italia per la raccolta di frutta e ortaggi – spiega la titolare del Viminale – La strada è avere persone segnalate, individuate, che poi possono ritornare dopo i sei mesi di raccolta nel loro Paese, anche per regolarizzare determinate situazioni bisogna pensare a una forma di flussi migratori disciplinati dallo Stato".

Il caporalato, secondo la ministra dell'Interno, "si combatte insieme con attenzione alla specificità del contesto". L'obiettivo è "restituire dignità ai lavoratori e legalità all'economia". Lo sfruttamento dei lavoratori "richiede azioni congiunte da parte delle istituzioni pubbliche e del mondo accademico e associativo – continua Lamorgese – Credo che questa sinergia sia molto opportuna intorno a una sfida che impone uno sforzo di analisi e di elaborazione di adeguate misure di contrasto". Poi spiega anche che ci sono state "azioni di monitoraggio e contrasto del fenomeno".

La ministra si sofferma anche sul tema migratorio più in generale, dopo che il presidente Draghi si è pronunciato chiaramente durante la conferenza internazionale sulla Libia: "In questo anno i numeri sono in crescita, non solo in Italia – spiega – Vediamo che sta succedendo in Inghilterra, vediamo in Spagna dove c'è stato un aumento del 30%, è un po' un mondo che è surriscaldato dalle varie crisi economiche, sociali e politiche".

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