Meloni si lamenta del clima di “odio e intolleranza” in Italia: “Io vittima di insulti sessisti”

"Ci sono preoccupanti segnali di un nuovo odio e di una nuova intolleranza" in Italia, "per ora confinati a minoranze rumorose, ma che non devono essere mai sottovalutate. Ne sono recenti esempi gli insulti antisemiti alla senatrice Liliana Segre, a cui rinnovo la mia solidarietà, così come le aggressioni ripetute alle forze dell’ordine e ai giovani militanti di destra nelle scuole e nelle università". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, facendo un paragone tra la situazione attuale e la violenza politica degli anni Settanta.
Meloni ha anche detto perché finora ha sempre rifiutato di definirsi antifascista: "Rifuggo dall’utilizzo strumentale della categoria dell’antifascismo, che purtroppo storicamente non si manifestò soltanto nell’opposizione alla dittatura". Oggi, ha aggiunto in un'intervista a Adnkronos, "il vero discrimine è tra chi difende libertà e democrazia a tutte le latitudini e chi invece lo fa solo a corrente alternata. Da molto tempo a destra non c’è nessun imbarazzo a condannare ogni forma di dittatura e di violenza politica, cosa che purtroppo la sinistra non riesca ancora a fare, invocando una serie di distinguo molto preoccupanti".
Poi la premier ha parlato della sua esperienza personale finora alla guida del governo, e ha lamentato: "Sono abituata al confronto politico, anche a quello più aspro. Quello che mi è dispiaciuto in questi anni è stato vedere che, pur di colpire me e questo governo, alcune persone senza scrupoli non abbiano avuto alcuna remora a mettere in mezzo la mia famiglia". E ancora: "Troppe volte sono stata oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell'indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne. Mi verrebbe da dire che ormai ci sono abituata ma non voglio dirlo, perché non bisogna abituarsi a cose di questo genere".
Passando a temi più ampi, Meloni ha rivendicato la durata del suo governo ("è già oggi il quinto più longevo della storia repubblicana e certamente saliremo ancora in questa classifica") e ha detto che la sua soddisfazione più grande è "sentir dire a molti italiani che hanno ritrovato un po' di fiducia e di orgoglio", oltre ad essere "riuscita a capovolgere la narrazione sull’Italia all'estero". Nel concreto, c'è un solo punto su cui la presidente del Consiglio ha ammesso un fallimento: "Vorrei poter ottenere sulla natalità gli stessi straordinari risultati che abbiamo ottenuto sul fronte dell’occupazione e su quello del contrasto all’immigrazione irregolare. I risultati sono ancora insufficienti". E per quanto riguarda le bollette, "dobbiamo riuscire a trovare il modo di abbassare strutturalmente il costo dell'energia in Italia".
Meloni ha risposto nel concreto su alcune questioni. A partire dal lavoro: "Vogliamo essere ricordati come il governo che ha aumentato il lavoro, ridotto il precariato e messo al centro la sicurezza sul posto di lavoro". Non solo: "Fin dall’inizio del mandato abbiamo lavorato per sostenere i redditi più bassi, segnatamente quelli da lavoro", anche se "un gap pluridecennale non si risolve in due anni".
Commentando i recenti rapporti che indicano il rischio per la libertà di stampa in Italia, la premier ha sminuito: "Chiunque legga i giornali e accenda la televisione sa bene che non mancano le voci critiche nei confronti del governo. Anche, giustamente, sulla televisione pubblica". Parlando di carceri, invece, prima ha affermato che "non dobbiamo mai perdere la nostra umanità nei confronti di chi ha sbagliato e sta scontando una pena". Poi ha ribadito che il piano del governo è di costruire nuove carceri, perché "uno Stato giusto adegua la capienza alle necessità, non i reati al numero di posti disponibili".
In generale, la presidente del Consiglio ha detto che vuole presentarsi alle prossime elezioni dicendo: "Ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto. Vale per l’economia, per l’immigrazione, per la sicurezza, per il sostegno alla famiglia, per le riforme istituzionali, per la politica estera". E a proposito di esteri ha toccato un ultimo tema: Donald Trump.
"Soltanto gli ingenui si sorprendono quando in politica estera una nazione difende i propri interessi. Noi siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli Usa, con lealtà ma senza subalternità", ha detto Meloni. Che poi ha attaccato chi l'ha criticata in poche settimane "per essere stata prima troppo vicina a Trump e poi troppo lontana durante i funerali di Papa Francesco". Anche se in un caso si trattava di un allineamento ideologico e politico, e nell'altro di non essere stata presente mentre Trump incontrava brevemente Macron, Starmer e Zelensky.