Per Meloni chi accusa la destra di odio è lo stesso che minimizza la violenza politica e celebra l’omicidio di Kirk

Alla festa nazionale dell'Udc a Roma, Giorgia Meloni è tornata a parlare dell'omicidio di Charlie Kirk, attivista conservatore statunitense, stretto alleato di Donald Trump. La presidente del Consiglio ha legato quell'episodio al dibattito italiano sulla violenza politica, sostenendo che a festeggiare la morte del giovane sarebbero gli stessi che accusano la destra di diffondere odio. "Io vengo da una comunità politica che spesso è stata accusata ingiustamente di diffondere odio dagli stessi che oggi tacciono, minimizzano o addirittura giustificano o festeggiano l'omicidio premeditato intenzionale a sangue freddo di un ragazzo di 31 anni che aveva la colpa di difendere con coraggio le sue idee".
Meloni ha poi insistito sulla necessità di riportare la politica a una dimensione di impegno e responsabilità: "Vogliamo dimostrare che la politica può essere autorevole, che può essere credibile, che è capace di dedizione, che è capace di sacrificio, che può essere fatta con amore, per quello in cui si crede, per la propria nazione, per la propria gente. Lo dico nel tempo in cui l’odio e la violenza politica stanno tornando drammaticamente una realtà, facendo venire molti nodi al pettine".
Meloni ha poi smentito di voler cambiare "pelle" o di inseguire l'elettorato cattolico: "Mi hanno fatto sorridere alcuni commenti dopo il mio discorso al Meeting di Rimini, c'è chi ha detto che sono diventata una democristiana 2.0: perché no 3.0". E ha aggiunto: "Che volevo dare la caccia ai cattolici: state tranquilli che non vi do la caccia. Tranquillizzo tutti, non sto cacciando nessuno, non cerco una legittimazione religiosa. Spero che nostro Signore ci dia una mano, ma è tutto un altro tema. Rimango sempre me stessa, non ho mai avuto stima dei politici mutaforma che inseguono le contingenze. Quello che ho detto al Meeting è quello che penso da sempre".
Meloni: la sinistra minimizza e continua giustificare
Il passaggio più polemico è stato però rivolto alla sinistra, accusata di minimizzare episodi di violenza contro esponenti di destra: "Allora noi dobbiamo immaginare pene inferiori per chi spara a esponente di destra? Credo che sia arrivato il momento di chiedere conto alla sinistra italiana di questo continuo giustificazionismo", perché , secondo Meloni "il clima anche in Italia sta diventando insostenibile".
Nella parte finale del discorso, la premier ha poi rivendicato la posizione internazionale dell'Italia e rilanciato l'agenda di governo: "Siamo di fatto l’ancora di stabilità in Europa, ne siamo orgogliosi. Questi risultati non sono il frutto del caso ma delle scelte che abbiamo fatto. Siamo tornati nella posizione che meritiamo nello scacchiere internazionale". Sul piano interno ha poi ribadito la volontà di portare avanti la riforma costituzionale: "Vogliamo archiviare la stagione dei ribaltoni e dei governi tecnici che passano sulla testa degli italiani. Intendiamo andare avanti con questa riforma" del premierato "come intendiamo andare avanti con la riforma della giustizia". Ribadisce ancora una volta Meloni. "Andremo avanti sullaseparazione delle carriere, sulla riforma del Csm. Perché vogliamo spezzare quel sistema correntizio che ha umiliato la magistratura e rendere la giustizia più efficiente e più giusta per i cittadini".