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Meloni allarga la Zes a Umbria e Marche, le opposizioni attaccano: “Propaganda elettorale”

Oggi in Cdm il governo approverà la norma che allarga la Zes anche a Umbria e Marche. Lo ha comunicato la premier Giorgia Meloni in un evento ad Ancona. Ma tra le opposizioni c’è chi ha fatto notare il tempismo dell’annuncio della premier, arrivato a due mesi dalle regionali nelle Marche in cui il governatore di FdI Francesco Acquaroli cercherà la riconferma contro il dem Matteo Ricci.
A cura di Giulia Casula
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"Abbiamo scelto di dare a questo territorio una opportunità in più: il Consiglio dei ministri di oggi approverà la norma che consente di allargare la zona economica sociale anche alla Regione Marche e alla Regione Umbria". È l'annuncio di Giorgia Meloni che oggi ha presentato ad Ancona gli interventi del governo per le Marche.

Le Zone Economiche Speciali (Zes) sono aree geograficamente delimitate all'interno del Paese in cui le imprese possono beneficiare di condizioni agevolate per gli investimenti e lo sviluppo. Finora otto Regioni rientravano nella Zes: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Ora, con Umbria e Marche, salgono a dieci. Per favorire la crescita economica di questi territori sono previste agevolazioni fiscali, sgravi contributivi e semplificazioni burocratiche

Dopo aver fatto rilevare che "le aziende marchigiane sono conosciute in Italia e nel mondo per l'eccellenza la qualità dei loro prodotti" e che "in buona sostanza senza le Marche il ‘made in Italy' non sarebbe quello che noi conosciamo", Meloni ha spiegato: "Abbiamo scelto di dare a questo territorio, alla sua innata vocazione produttiva, alla sua gloriosa tradizione industriale artigianale un'opportunità in più".

La premier ha ricordato che "la Zes è uno strumento molto efficace per attrarre investimenti, per aiutare chi investe e chi crea lavoro, chi produce, e che consente di avere un'autorizzazione unica per chi investe, è sostenuta da una governance unitaria e coordinata che garantisce velocità e permette di valorizzare le specificità territoriali, massimizzare l'efficacia delle altre risorse che si mettono a disposizione, penso Pnrr e ai Fondi di coesione, estendere questo meccanismo anche alle Marche e penso che dobbiamo ringraziare anche il ministro competente, che è il ministro Tommaso Foti, che si è occupato di questo dossier trattando con la Commissione europea. Estendere questo meccanismo alle Marche all'Umbria – ha proseguito Meloni – ci permette di completare il disegno che abbiamo avviato lo scorso anno che si è rivelato particolarmente vincente: dall'entrata in vigore della Zona economica speciale unica a oggi, cioè dal primo gennaio del 2024, sono state già rilasciate oltre a 700 autorizzazioni Zes unica che hanno sbloccato investimenti strategici imponenti".

Secondo la premier "il giro d'affari diretto, indiretto e indotto generato dagli investimenti in ambito Zes è di 26,7 miliardi di euro, cioè un moltiplicatore di 2,6: significa che ogni euro che si investe con la Zes, quell'euro ne produce un 1,6 in più". E ha ricordato "l'impatto sull'occupazione è stato incisivo, con 35mila nuovi posti di lavoro generati finora". Tempestivi i ringraziamenti del presidente delle Marche, Francesco Acquaroli, tra i fedelissimi di Meloni. "Grazie al governo ci sarà consentito di scrivere una pagina importante e tornare ad essere una delle regioni più produttive d'Italia e d'Europa", ha commentato.

Tra le opposizioni c'è chi ha fatto notare il tempismo dell'annuncio della premier, arrivato a due mesi dalle elezioni regionali nelle Marche, che vedranno Acquaroli correre per la riconferma contro il candidato Pd Matteo Ricci. "Abbiamo appena appreso che il Governo ha annunciato un disegno di legge per il rilancio delle Marche e dell'Umbria, speriamo non sia la solita finzione propagandistica", ha commentato quest'ultimo. "Noi mettiamo sempre l'interesse di comunità prima dell'interesse di partito a differenza loro, per cui se ci saranno risorse ben vengano", ha proseguito l'europarlamentare ed ex sindaco di Pesaro, attualmente indagato per l'inchiesta soprannominata "Affidopoli". "Vogliamo lavorare sempre più in sinergia con la presidente Proietti su infrastrutture, sviluppo, turismo. Per questo ci auguriamo che sia la verità e non una finzione elettorale, siccome in questi anni ci hanno abituato a inaugurazioni di facciate di ospedali, di letti spostati da una struttura sanitaria all'altra. Oggi inaugurano una strada che non c'è. Speriamo quindi che non sia la solita finzione e che i soldi li mettano davvero per rilanciare le Marche e l'Umbria", ha aggiunto.

"Meloni chieda scusa ai marchigiani. Le sue false promesse, rilanciate puntualmente a ridosso delle elezioni, servono solo a mascherare l'indifferenza totale del suo governo verso la nostra regione. Altro che farsi bella con il Made in Italy: nelle Marche, dove il Made in Italy ha il cuore pulsante, le imprese sono oggi sotto attacco proprio a causa delle scelte di Meloni, che ha deciso di allinearsi alle scellerate politiche dei dazi volute da Trump", hanno attaccato i deputati democratici marchigiani Irene Manzi e Augusto Curti. "Nel momento in cui i dazi statunitensi colpiscono duramente i nostri settori di eccellenza – proseguono – il governo resta in silenzio, subisce e finge di non vedere. Invece di difendere il sistema produttivo marchigiano, Meloni continua a rifugiarsi nella propaganda. Come già accaduto un anno fa, torna a rispolverare provvedimenti annunciati solo a ridosso del voto. Ricordiamo tutti il decreto sulle liste d'attesa: grande enfasi, nessun risultato. Ora tocca al Consiglio dei Ministri straordinario sulla ZES Umbria-Marche. Ma anche stavolta si tratta solo di fumo negli occhi: non conosciamo il testo, non conosciamo le risorse, non sappiamo nemmeno quali territori o imprese saranno coinvolti. E nel frattempo tutto resta fermo", hanno rilanciato. "Per le imprese marchigiane colpite dai dazi non c'è nulla. Per i lavoratori che ogni giorno fanno i conti con l'inflazione, nulla. Per la sanità marchigiana, dove un cittadino su dieci ha ormai rinunciato a curarsi e le liste d'attesa hanno superato ogni soglia di decenza, ancora nulla. Le Marche non hanno bisogno di passerelle elettorali, ma di misure concrete, strutturali e durature. Serve un governo che non si ricordi della nostra regione solo quando si avvicinano le urne"

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