Medicina, la ministra Bernini continua a difendere la riforma: come funzioneranno graduatorie e ripescaggi

La ministra dell'Università, Anna Maria Bernini continua a difendere la riforma per l'accesso a Medicina dopo le polemiche degli ultimi giorni e dopo il suo attacco dal palco di Atreju contro alcuni studenti che la contestavano."Credo sia la riforma che scardina più lobby che mi sia capitato di vedere negli ultimi 25 anni", ha dichiarato ieri a Palermo. "Abbiamo scardinato la lobby della formazione costosissima per test universitari, mnemonici, selettivi e non formanti".
Secondo la ministra la riforma che ha eliminato il test d'ingresso sostituendolo con il sistema del semestre-filtro riuscirà a sconfiggere la presunta "lobby dei test". "Abbiamo scardinato la lobby dei professori che si mettevano a disposizione per fare ripetizioni e lezioni private su test mnemonici, quella di chi non vuole far entrare nessuno perché ritiene che i medici siano già sufficienti", ha ribadito.
"Per la prima volta, dopo 25 anni, noi stiamo facendo entrare 55 mila studenti in università per formarsi, non li selezioniamo fuori dalla porta – ha aggiunto. Abbiamo previsto un modello che si realizzerà entro il 28 febbraio di riempimento delle graduatorie. Quello che cambia, rispetto al passato, è che formiamo tutti gli studenti dentro l'università. Dal primo settembre abbiamo aperto il fascicolo universitario formativo di 55 mila studenti che stanno accumulando i crediti formativi che potranno portarsi dappertutto. Lasciamo finire, almeno per quest'anno, questa riforma".
Al momento infatti, mancano i risultati del secondo appello, che arriveranno il prossimo 23 dicembre. Si conoscono solamente gli esiti della prima tornata di esami, che si è svolta lo scorso 20 novembre. La sperimentazione non sembra aver prodotto gli effetti sperati, con le stime che parlano di un 15% di studenti sufficienti in Fisica e un 22-23% nelle altre due prove previste, biologia e chimica.
Ad oggi dunque, gli studenti ammessi risulterebbero nettamente meno dei posti disponibili (circa 20mila per le università pubbliche). Per questo motivo il ministero starebbe pensando di intervenire con una sanatoria che consenta di riempire le graduatorie.
Come sarà la graduatoria e in quali casi potrebbe esserci il ripescaggio
Ma come funzionerebbe? L'ha accennato la stessa ministra a margine dello scontro con alcuni giovani studenti giunti fino alla kermesse di FdI per protestare contro la riforma e da lei definiti "poveri comunisti". "Nel momento in cui avremo i voti degli studenti che hanno partecipato al primo e al secondo appello, faremo la graduatoria e sulla base della graduatoria vedremo chi entra subito, chi entro il 28 febbraio e sconterà i suoi debiti d’esame e chi potrà scivolare sulle materie affini che sono già state indicate perché hanno potuto gratuitamente già iscriversi".
L'intenzione dunque sarebbe di ammettere anche gli studenti che hanno preso un'insufficienza. Dapprima entreranno in graduatoria quelli che hanno passato tutti e tre gli esami. Poi se dovessero rimanere dei posti liberi, potrebbe essere la volta di coloro che hanno superato due prove su tre e in ultimo, di chi ne ha passato solo uno.
Ci saranno dei ripescaggi quindi ma occorrerà recuperare i debiti in nelle materie giudicate insufficienti, probabilmente con prove scaglionate nel corso dell'anno. Cambiare le regole in corsa però potrebbe rivelarsi più complicato del previsto. Come hanno spiegato gli avvocati dello studio Leone a Fanpage.it, la modifica sarebbe incostituzionale. Per un quadro più definito però bisognerà aspettare gli esiti del secondo appello e poi la graduatoria nazionale, che verrà pubblicata il 12 gennaio 2026.