Medicina, gli studenti contro Bernini: “La riforma è un disastro, la ministra deve dimettersi”

"Dopo gli insulti e le prese in giro, da Bernini non ci aspettiamo più delle scuse, ma solo le dimissioni. Pensa se una maestra o un professore desse dell'inutile a uno studente. Il minimo che si potrebbe a quella maestra o a quel professore è di lasciare il suo incarico. Se a farlo è una ministra nei confronti di studenti che dovrebbe rappresentare…è vergognoso". A parlare con Fanpage.it è Luca Falbo, studente di Medicina all'Università La Sapienza di Roma e membro del comitato Domani in Salute, con cui ha lanciato la petizione berninidimettiti.it, che attualmente conta oltre 90mila firme e in poco tempo ha ottenuto l'appoggio di varie associazioni, organizzazioni studentesche, sindacati e partiti.
Il clima che si respira nelle università dopo la riforma per l'accesso a Medicina – ci racconta – è di disorientamento e ansia. "Non c'è stato uno studente tra i tanti con cui abbiamo parlato che ci abbia detto di approvare questa riforma. Perché non tiene conto di nessun tipo di programmazione, non ha una visione. Al massimo, è una riforma pensata per le prossime elezioni. Forse Bernini pensava potesse portarle qualche voto, ma evidentemente non è così. Ripeto c'è tanta ansia, tanta instabilità perché nessuno sa come andrà a finire", ci dice.
In generale la ministra Bernini non sembra godere di particolare popolarità tra gli studenti. Il giudizio sulla riforma, dall'ampliamento dei posti disponibili alla vantata abolizione del numero chiuso, è netto. "Qualche mese fa la Conferenza Stato Regioni insieme al ministero della Salute aveva stabilito che servissero 20mila posti a Medicina, nonostante sia Fnomceo che Anaao avessero segnalato che ne servissero di meno, 16mila se non addirittura 10mila", ci racconta. "Ipotizziamo che la stima del ministero sia corretta. Tra quei 20mila c'è una percentuale di medici che lascerà l'Italia per andare a lavorare all'estero oppure nel privato. Se si considera che per formare un medico da quando inizia a studiare fino alla fine della specializzazione, lo Stato spende circa 200mila euro ciascuno, se si aggiungono 4mila posti in più rispetto a quelli stimati come necessari si sprecano risorse pubbliche. Si buttano consapevolmente 800 milioni di euro", segnala.
Ieri durante l'informativa alla Camera, Bernini ha spiegato sommariamente come verranno riempite le graduatorie: dapprima entreranno gli studenti che hanno passato le tre prove e poi quelli che ne hanno superato solo due o una, con i relativi debiti da recuperare entro febbraio. "Questo meccanismo va contro quello che lei aveva inizialmente previsto. Cioè che soltanto chi avesse preso 18 in tutte e tre le materie sarebbe riuscito ad entrare. Nel suo intervento ha detto: "Non si fanno passi indietro". Peccato che quei correttivi sono dei passi indietro. Si decidesse, insomma", osserva Luca.
Le modalità in cui andranno colmati i debiti potrebbero creare altri problemi dal momento che non ci sarà una prova nazionale, uguale per tutti come ai primi due appelli, ma esami gestiti dai singoli atenei. Con il rischio di alimentare disuguaglianze e iniquità. "È un disastro, non c'è alcuna coerenza nel percorso", commenta. "La ministra poi ha difeso il semestre filtro, che a suo dire ha permesso agli studenti di incontrare e conoscere i loro futuri docenti. Ma se uno studente in graduatoria viene assegnato a un'università diversa, che docente ha incontrato? Uno che ha visto per due mesi e che non rivedrà mai più", aggiunge.
Bernini ha anche detto più volte di aver scardinato la presunta lobby dei test. "Non ha scardinato niente", replica lo studente. "Noi abbiamo diversi contatti con le società che erogano corsi e test e ci hanno detto che in realtà, quest'anno le cose sono andate pure meglio per loro. In primo luogo perché c'erano tre prove da preparare, non un solo test. In secondo perché gli studenti erano disorientati, non sapevano dove andare e gli unici che offrivano una mano erano proprio quelli che Bernini dice di aver sconfitto", ci spiega.
Ha pure parlato di lobby dei ricorsi. "Sì, che non sono mai stati forse così tanti negli ultimi dieci anni. In questa riforma non c'è niente di buono. Mi fa ridere che Bernini parli della lobby di chi vuole il numero chiuso. In realtà non si parla di questo, ma di volere una programmazione", chiarisce. "Il sistema universitario, in particolare a Medicina, Infermieristica e a tutte le professioni sanitarie, influenza il Servizio sanitario nazionale. Senza programmazione, se si fanno entrare tutti, i ragazzi non studiano bene e non vengono formati adeguatamente. Il problema del Sistema sanitario nazionale è che non ci sono gli specialisti e soprattutto non ci sono gli specialisti in alcune branche, quali per esempio medicina di emergenza e urgenza o anestesiologia."
Per di più, "i posti che la ministra dice di aver aumentato, in realtà, nelle università pubbliche sono rimasti più o meno invariati, con variazioni leggerissime, mentre la stragrande maggioranza di questo aumento ha riguardato gli atenei privati. A questo punto mi chiedo se forse c'è un conflitto di interessi che non conosciamo, non lo so", ipotizza.
Nei prossimi giorni saranno resi noti i risultati del secondo appello e a gennaio verrà pubblicata le graduatoria nazionale. "Che cosa vi aspettate?", gli chiediamo. "Secondo noi, purtroppo, saranno un disastro. Perché se al secondo appello la prova di fisica, che era la materia ritenuta più difficile, è stata giudicata come più complessa di quella del primo, in cui sono passati il 10% degli studenti, immagino che non ci si può aspettare che adesso passi il 70%. Dopodiché, quando usciranno i risultati, faremo le nostre considerazioni, ma sicuramente – conclude – siamo pronti a scendere in piazza".