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Mattarellum a rischio, Mdp frena: “Non ci sono i numeri”. Pd attacca: “Han cambiato ancora idea”

Alfredo D’Attorre, del gruppo parlamentare Mdp, fondato dagli scissionisti del Pd poche settimane fa, frena sul Mattarellum e chiede al Partito Democratico di rinviare la discussione parlamentare già calendarizzata alla Camera. “Al Senato non ci sono i numeri”, spiega D’Attorre, sostenendo sia inutile approvare una legge che potrebbe essere affossata a Palazzo Madama. Il PD non cede e Giachetti punzecchia la ex minoranza dem: “Poi se uno parla della vostra faccia vi offendete”.
A cura di Charlotte Matteini
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L'accordo sulla legge elettorale, il famigerato Mattarellum, raggiunto tra maggioranza renziana e minoranza dem prima della traumatica scissione del partito, sembra essere definitivamente destinato all'oblio. I bersaniani di Mdp-Articolo 1, il gruppo parlamentare formato dai transfughi del Pd e di Sel, per voce del deputato Alfredo D'Attorre, hanno infatti spiegato in Commissione Affari Costituzionali che, in seguito ai rifiuti opposti da Forza Italia e da Alternativa Popolare (ex Ncd), il Matterellum non avrebbe i numeri per essere approvato al Senato e per questo motivo sarebbe meglio rinviare la discussione calendarizzata nei prossimi giorni alla Camera e chiedono al Pd di riflettere sul tema per poi affrontarlo nuovamente dopo il congresso. "Questo sistema non ha i numeri in Senato", ha dichiarato D'Attorre, aggiungendo: "Far passare il Mattarellum alla Camera con un voto a stretta maggioranza, sapendo che poi affonderà al Senato, significherebbe mettere la legge elettorale su un binario morto. Allora sarebbe più onesto dire ‘non vogliamo fare la legge elettorale. Il nostro non è un pronunciamento sul merito del Mattarellum, ma sul metodo da seguire, che è la condivisione per arrivare a una conclusione. Dopo il ‘no' di un partito numericamente importante, come Ap, e dopo il fatto che tra le opposizioni solo la Lega appoggia il Mattarellum, occorre prendere atto delle condizioni reali", ha sottolineato D'Attorre, proponendo di tematizzare la discussione sulla nuova legge elettorale su tre punti imprescindibili: l'abbassamento della soglia d'accesso al Senato, oggi all'8% su base regionale, armonizzata a quella prevista per la Camera, l'estensione della doppia preferenza di genere anche al Senato e niente capilista bloccati.

"O il Pd chiede ufficialmente il rinvio della discussione per poter concludere il congresso, e allora ne teniamo conto, o procediamo adottando un testo base", ha esplicitamente chiesto D'Attorre. Dal Partito Democratico, però, arriva un netto diniego: "Attendo che in Mdp facciano sintesi al loro interno tra le varie correnti. Ricordo che il Mattarellum è stato votato anche da molti di loro, prima di uscire dal Pd, alla Assemblea nazionale di dicembre: il Mattarellum fu approvato all'unanimità", ha spiegato il capogruppo del Pd Ettore Rosato. "Io credo che sia giusto andare avanti sulla legge più coerente e più facile da approvare, perché è stata già utilizzata. Alcuni gruppi dicono ‘No' al Mattarellum per scaricare sul Pd la responsabilità della legge elettorale, ma questi stessi che dicono No poi non riescono a mettersi d'accordo per avanzare una proposta alternativa". Quindi domani alla capigruppo il Pd chiederà "di andare avanti, calendarizzando la legge elettorale ad aprile", sottolineando che "chi dice ‘No' al Mattarellum dice anche No all'Italicum e vuole tornare al proporzionale e alle ampie coalizioni che si formano dopo il voto. Invece noi non ci rassegniamo a coalizioni che non sono in grado di governare".

Commentando la nuova posizione di Mdp, il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti, che lo scorso dicembre litigò proprio durante l'assemblea nazionale del Pd per l'approvazione del Mattarellum con lo scissionista Roberto Speranza per il continuo cambio d'idea opposto dalla minoranza dem, ha twittato: "Mdp: 2013 No Mattarellum. 2015 Si Mattarellum. 2017 No Mattarellum. Poi se uno parla della vostra faccia vi offendete… #leggeelettorale".

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