Mario Monti: “Scelta Civica una delusione, ma abbiamo salvato l’Italia”

Osannato come un salvatore della patria quando, nel novembre del 2011, Giorgio Napolitano lo nominò primo ministro, successore di Silvio Berlusconi. Oggi Mario Monti è quasi finito nel dimenticatoio: sconfitto alle elezioni del 2013, l'ex leader del "governo tecnico" ha via via perso molti elementi del suo partito, Scelta Civica, che hanno deciso di imbarcarsi sulla più sicura flotta del PD. Intervistato dal Corriere nel suo ufficio all'università Bocconi l'ex presidente del consiglio ed ex "predestinato" al Quirinale ne approfitta per togliersi dei sassolini dalle scarpe, in primis contro chi lo accusa di aver non migliorato, bensì peggiorato l'economia del paese durante il suo governo: " Piuttosto che prendesse certe decisioni la troika con la brutalità che si è vista in Grecia era meglio le prendessimo noi. Con tutti i rischi di impopolarità. Parliamoci chiaro: la troika è una forma di neocolonialismo… L’astio contro la Ue sarebbe stato incontenibile. Mi dicevo: “Tu passi, l’Europa resta”". Monti rivendica: "La troika sono stato io a tenerla fuori. Sui giornali del 15 novembre 2011 c’era una frase di Alfano da rileggere: “Gli impegni assunti con l’Europa rappresentano il caposaldo del nostro appoggio”. Rivendicavano che il mio era anche il “loro” governo".
Il senatore a vita racconta un aneddoto: "Quando andai da Berlusconi fu gentilissimo. Era assolutamente consapevole che la situazione fosse ormai insostenibile. Lì mi disse: “Vorrei agevolarla: si prenda, tranne me e Tremonti, tutto il mio governo”. Chiavi in mano. Vedesse la faccia di Alfano e Letta! Basiti. Risposi: veramente non credo sia il mio mandato… Ci davamo ancora del lei. Passò al tu il giorno del rito della campanella e del passaggio delle consegne. Fu simpaticissimo. Mi riempì di cravatte".
Mario Monti ammette che quella di Scelta Civica è stata una delusione: "Ma non il risultato elettorale. Con il 10% ha impedito che l’Italia deragliasse". E ancora: "La persona che più di me l’ha pagata cara, fino ad essere dileggiata, è stata Elsa Fornero. In tutto il mondo la sua riforma è vista come “top class”. Senza di essa, Letta e Renzi si sarebbero dovuti dannare".