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Caso Mare Jonio

Mare Jonio, ora Salvini gongola sul solito balletto (ma non durerà per sempre)

Ora che la Mar Jonio vira verso Lampedusa carica di cinquanta migranti disperati (tra cui minori) Salvini può ripartire con la sua teoria dell’invasione e mostrare lo stesso “pugno duro” che rende così felice i suoi seguaci. Ma la vacanza non durerà troppo: la gente, anche i suoi, si è stancata di vedere tutta la politica concentrata su uno sbarco che ha i numeri di una scolaresca. E alla fine la pacchia finirà anche per lui.
A cura di Giulio Cavalli
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Ci risiamo. Un'altra nave recupera persone che sarebbero annegate in mezzo al mare (mannaggia a queste navi che non lasciano morire i migranti in mezzo al mare senza che nessuno se ne accorga) e ricomincia il solito balletto di Salvini che, proprio in questo momento in cui era così a corto di idee da dover riproporre la flat tax di salsa berlusconiana, potrà strepitare per alcune ore, su tutti i giornali e su tutte le televisioni, riparlando ancora dell'invasione (questa volta sono una cinquantina di persone tra cui, come spesso accade, anche bambini). Dunque, il ministro dell'interno potrà togliersi la soddisfazione di gridare al complotto, alla clandestinità e all'invasione. E come al solito il Paese si spaccherà in due, tra i pro e i contro, che si abbaiano addosso senza nemmeno più parlarsi, dividendosi in fazioni che imperversano sui social.

Qualcuno, sommessamente, fa notare che questa volta la nave è italiana e quindi non contano le motivazioni precedenti ma solo un illuso può immaginare che Salvini (e i suoi seguaci a 5 Stelle che tacciono vigliaccamente come al solito) si rifacciano davvero alle regole, presi come sono da una retorica propagandistica che ha bisogno solo di continuare a mietere nemici, più o meno immaginari, per gongolare nella difesa della Patria, ormai l'unica cosa che sembra avere qualche appeal sull'elettorato salviniano.

Ma lasciando perdere Salvini, che se ne sta strategicamente appollaiato su Twitter a raccontare dei centri sociali di Casarini come se non ci fossero in ballo cinquanta disperati, affamati, torturati e in mezzo al mare, ciò che sarà lunghissimo da recuperare è questa Italia spaccata in due, dove il blocco sociale ormai è crepato tra chi ha sdoganato l'odio (e addirittura accusa gli altri di essere vigliacchi perché buonisti) e dall'altra chi prova faticosamente a resistere.

Eppure la situazione di stallo prima o poi si sbloccherà, sicuro. Si sbloccherà quando gli altri partiti (a partire dal PD) cominceranno a raccontarci cosa hanno in testa per gestire l'immigrazione e l'integrazione e lo faranno con metodi comunicativi efficaci che vadano al di là del prerequisito essenziale dell'umanità, che raccontino per filo e per segno il ruolo dell'Italia nell'Europa e dell'Europa nel mondo. Si sbloccherà anche perché si stancheranno gli italiani, eccome, di vedersi ricoperti di notizie che parlano di sbarchi pari a una scolaresca in gita, senza vedere nessun cambiamento concreto nella propria quotidianità: il ministro dell'interno non potrà mai dare seguito ai rimpatri che ha promesso in campagna elettorale e tantomeno non sarà lui (come non è stato mai nessuno prima di lui) a fermare la gente che scappa per fame e per le guerre.

Poi qui sotto potremmo ripetere uno dei nostri editoriali di questi ultimi mesi, tutti uguali, che richiamano alla legge, all'etica e all'essere umani ma non serve più, il balletto del ministro Salvini ormai sta diventando talmente patetico che finirà per abusare della pazienza degli italiani. E allora sì che sarà una pacchia vederlo pensare agli italiani, ma stavolta per davvero.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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