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Deficit / PIL al 2,4%

Manovra, Moscovici: “Se aumenta il debito alla fine paga il popolo, i più vulnerabili”

Oggi è il giorno della lettera che l’esecutivo dovrà inviare alla Commissione Ue, dopo i rilievi ricevuti sulla manovra 2019. Il commissario europeo Pierre Moscovici: “Non mi piace l’espressione manovra del popolo, perché quando un popolo è molto indebitato alla fine sono i cittadini che pagano”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Continuano gli avvertimenti da parte dell'Ue. Il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha lanciato ancora una volta un monito all'Italia: "Non mi piace l'espressione manovra del popolo, perché quando un popolo è molto indebitato alla fine sono i cittadini che pagano", ha dichiarato in un'intervista alla radio francese France Inter. "L'Italia può  fare la propria politica di bilancio, ma rispettando delle regole comuni, come fanno tutti i Paesi da 10 anni", ha aggiunto

Oggi è il giorno della lettera da parte dell'esecutivo giallo-verde alla Commissione Ue, in cui l'Italia proverà a rassicurare le istituzioni e i colleghi Ue, in uno spirito collaborativo, ma rimanendo sempre sul 2,4% del rapporto deficit/Pil annunciato: deficit necessario, secondo il governo, per portare a termine le riforme che servono ai cittadini. La Commissione poi potrebbe dare il suo giudizio già tra martedì e mercoledì, che potrebbe avere conseguenze anche si mercati, che hanno già subito i contraccolpi del downgrade a Baa3 dell'Italia da parte dell'agenzia di rating Moody's. Questa mattina lo spread fra Btp e Bund ha sfiorato nuovamente i 300 punti base, dopo un calo in apertura: il differenziale segna 299, con un rendimento del decennale italiano sul mercato secondario al 3,45%. "Non mi piace l'espressione bocciare – ha spiegato Moscovici – Le parole contano. Il massimo che possiamo fare, è una possibilità e ne dibatteremo, è di chiedere all'Italia di ri-sottomettere un altro documento di bilancio che tenga conto delle osservazioni, delle questioni e delle regole europee".

"La Commissione europea non vuole una crisi tra Bruxelles e Roma – ha ribadito – la Commissione europea pensa che il posto dell'Italia sia al centro della zona euro, non all'esterno". Moscovici ha poi  sottolineato che la Commissione "non lo ha mai fatto" e la richiesta di un nuovo documento programmatico di bilancio sarebbe un fatto inedito. "Non dico quando decideremo. Domani dibatteremo" al collegio dei commissari che si riunisce a Strasburgo, e ha sottolineato che "non è la fine della storia. Poi c'è un dialogo tra noi che può durare fino a tre settimane alla fine del quale entriamo in un altra fase". 

Secondo Moscovici, la manovra del governo italiano rischia di affossare la crescita e rilanciare il debito: "Ho la sensazione – ha osservato – che quando si è in una fase di crescita elevata, si pratica una politica di rilancio (dell'economia), si ha il 130% di debito e la produttività langue, il rischio è che non si dopi la crescita in particolare perché ci sono pochi investimenti in questa politica di rilancio, ma che la si affossi e si rilanci il debito", ha detto il commissario. "A quel momento chi paga il debito? Sono le generazioni future e sono gli italiani che pagano. Ecco perché un bilancio che aumenta il debito non è una manovra buona per il popolo, perché sono sempre i più vulnerabili che pagano alla fine".

Moscovici ha preferito non esprimersi sulla politica interna italiana: "Non mi pronuncio sulla politica italiana, gli italiani fanno le loro scelte, hanno scelto di avere due partiti populisti per dirigere il Paese, il signor di Maio del Movimento 5 Stelle e il signor Salvini della Lega, e non contesto le scelte, la legittimità di questo governo né tantomeno le politiche pubbliche che intendono portare avanti". 

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