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Macron non partecipa al primo G7 presieduto da Meloni: “Impegnato al Salone dell’Agricoltura”

Emmanuel Macron non ci sarà al primo vertice del G7 sotto la presidenza italiana, che sarà guidato da Giorgia Meloni. Al suo posto parteciperò il ministro degli Esteri Séjourné. L’Eliseo ha fatto sapere che Macron è impegnato al Salone dell’agricoltura, per gestire la crisi dei trattori.
A cura di Luca Pons
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Al primo G7 sotto la presidenza di Giorgia Meloni mancherà un attore fondamentale: Emmanuel Macron, presidente della Repubblica francese, non ci sarà e manderà al suo posto il ministro degli Esteri Stéphane Séjourné. Il motivo annunciato dall'Eliseo è che Macron sarà impegnato per tutto il giorno al Salone dell'Agricoltura, dove sta cercando di gestire la crisi dei trattori, e per questo non potrà collegarsi in videochiamata come era previsto.

È difficile, però, non notare che sul piano diplomatico è uno ‘sgarbo' non indifferente nei confronti della presidenza italiana, per un incontro che avviene tra l'altro a due anni dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina. In Francia, la protesta dei trattori è ancora a pieno regime e oggi Macron è chiamato a un confronto con i sindacati per trovare terreno comune. E, sempre stando a fonti francesi, inizialmente il vertice del G7 era stato fissato per due giorni fa, giovedì 22 febbraio, prima di slittare e rendere impossibile la partecipazione del presidente francese.

Macron, per di più, ha deciso anche di convocare per lunedì un altro vertice che metterà al centro l'Ucraina. Si terrà a Parigi, e probabilmente ci saranno alcuni degli stessi leader convocati oggi al G7. Ad esempio, sarà certamente presente Olaf Scholz, cancelliere tedesco. Giorgia Meloni, invece, con tutta probabilità non andrà. Secondo quanto riporta Repubblica, la soluzione più plausibile al momento è che in Francia vada Antonio Tajani, ministro degli Esteri. Si tratterebbe, ufficialmente, di un modo per fare una ‘pausa' dopo il viaggio a Kiev.

Intanto, oggi, arrivando in Ucraina la presidente del Consiglio ha ribadito la vicinanza al governo di Zelensky: "Questa terra è un pezzo della nostra stessa casa e noi faremo la nostra parte per difenderla", ha detto all'aeroporto Antonov-Hostomel del capoluogo ucraino: "Questo posto è il simbolo del fallimento di Mosca e il simbolo dell'orgoglio dell'Ucraina. Qui respiriamo la storia e la storia ci ricorda che c'è qualcosa di più forte di missili, bombe, fame, freddo: è l'amore per la propria terra e la libertà".

Ai leader presenti, il presidente ucraino Zelensky ha rivolto un ringraziamento sui social: "Insieme, siamo più forti di qualsiasi geopolitica. L'unità delle persone può ottenere più di qualsiasi dittatore. E il coraggio, il coraggio della gente comune, può voltare le pagine di una storia che sembrava non finire mai. Poi si è rivolto a Meloni, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il primo ministro belga Alexander De Croo e quello canadese Justin Trudeau: "Grazie per ogni pacchetto di assistenza che aiuta i nostri soldati a combattere e rinforza il nostro Stato. Apprezzo ogni sanzione contro la Russia. E vi ringrazio per ogni passo che ci permette di portare questa guerra a una giusta conclusione. Putin deve perdere in ogni cosa".

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