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M5s, Corrao, Pedicini, Evi e D’Amato lasciano delegazione Movimento al Parlamento europeo

Quattro eurodeputati del M5s lasciano il gruppo: si tratta della “frangia ambientalista del M5S al Parlamento Europeo”, costituita da Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao ed Eleonora Evi. I quattro ex pentastellati si separano formalmente dalla delegazione M5s presente in Europa per proseguire un percorso politico autonomo. Di Battista critica la decisione.
A cura di Annalisa Cangemi
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La decisione di quattro europarlamentari europei del M5s di lasciare il gruppo è stata una doccia fredda per il Movimento. Si tratta di Piernicola Pedicini, Rosa D'Amato, Eleonora Evi e Ignazio Corrao, la frangia ‘ambientalista' del M5S al Parlamento europeo. Gli eurodeputati si separano formalmente dalla delegazione pentastallata presente in Europa per proseguire un percorso politico autonomo.

I quattro precisano che non verrà meno il loro impegno a favore delle battaglie di cui sono stati portavoce in questi anni, mettendo al primo posto la difesa del pianeta e la tutela della salute dei cittadini.
La decisione, spiegano in una nota, è stata resa necessaria dall’impossibilità di portare avanti con coerenza la difesa di questi temi, all’interno della delegazione del M5S, "il cui operato oggi diverge irrimediabilmente sia dall’impegno preso con gli elettori che dalle aspirazioni originarie del MoVimento.

Le ragioni della rottura

Ignazio Corrao

Negli ultimi tempi il Movimento cinque stelle è stato caratterizzato da "un crescendo di tensioni" e da "una gestione sempre più opaca e autoreferenziale". Ne è convinto l'europarlamentare siciliano Corrao, grillino della prima ora, che affida un lungo sfogo a un post sulla sua pagina Facebook intitolato ‘Quando una storia finisce'. Corrao – che tra i passaggi cruciali cita la "questione nomine, tra cui la clamorosa vicenda Descalzi-Profumo" – ricorda poi "i continui ammiccamenti e favori ai grandi poteri di questo Stato che erano sempre stati tutelati dall'intero panorama politico italiano, tranne il M5S".

L'eurodeputato, al suo secondo mandato a Bruxelles, parla di "un movimento di cittadini che si mettevano in gioco per cambiare in meglio le città in cui vivono" e che "sono stati progressivamente rimpiazzati da professionisti della disinformazione e avanzi di sistema". Corrao poi precisa: "Non voglio lanciare alcuna accusa generalizzata, dentro ci sono ancora bravissime persone che agiscono mosse da nobilissimi ideali, sia vecchi che nuovi. Molti di loro li conosco e so che hanno bisogno di tempo per processare e metabolizzare quel che è successo e che sta succedendo. In compenso ci sono anche molti che si sono abituati alle comodità della politica, e agiscono mossi dal terrore di tornare alla loro vita precedente e tanti altri che osservano silenziosi in attesa di capire se possono prolungare la propria presenza nelle istituzioni".

Piernicola Pedicini

Piernicola Pedicini, sempre sul suo profilo Facebook, fa riferimento a "una nuova notifica di procedura sanzionatoria da parte dei probiviri del M5S. È ormai evidente a tutti che sono una persona scomoda per coloro i quali si sono autoproclamati vertice del Movimento 5 Stelle e verrò sicuramente espulso per il mancato rispetto di qualche passaggio del regolamento o del codice etico".

Pedicini prosegue: "La firma sull’atto di espulsione sarà sicuramente quella di un reggente Capo Politico, esperto di censura e mai eletto da nessuno, che trattiene illegittimamente il suo ruolo di reggente da quasi un anno oltre i 30 giorni previsti dallo stesso regolamento.Ma tant’è! Con questo mio post proverò a toglierlo dall’imbarazzo perché non sono il tipo che si fa cacciare, piuttosto vado via da solo!". Parla poi con amarezza della mancata occasione degli Stati Generali, che non sono stati il luogo di discussione commentare errori passati e gettare le basi per il futuro: "Davvero si può pensare che un documento di poche pagine, sintesi della sintesi nazionale, sintesi delle sintesi regionali, sintesi delle sintesi provinciali, e costato ben 140.000 €, possa corrispondere alle attese di un popolo che voleva cambiare l’Italia? Davvero si può pensare che quella stessa gente non abbia capito fin dal principio che le conclusioni erano già belle e predeterminate? E davvero si può pensare di andare avanti a forza di censura? Penso che solo qualche anno fa, di fronte alla censura subita da un parlamentare, eletto con 60.000 voti di preferenza, il Movimento avrebbe eretto le barricate. Oggi la censura arriva da un reggente Capo Politico, esperto di censura e mai eletto da nessuno, e la cosa più triste e significativa è che nessun portavoce, dico nessuno, ha espresso pubblicamente solidarietà".

Pedicini aggiunge che quella nel M5s "è stata un’avventura fantastica! Resto profondamente legato a questi anni di avventura e di lotta. Profondamente legato a quell’atmosfera che ci univa a persone mai conosciute prima".

Nel post scriptum tiene a precisare di non appartenere alla  "fronda di Di Battista e di nessuna altra fronda", anche se sottolinea che Di Battista rappresenta  "la parte migliore del Movimento"; dice poi di essere in regola con le restituzioni; e a chi gli chiede di dimettersi, perché eletto con il simbolo del Movimento, dice non solo di aver ricevuto 60mila voti, ma anche di non aver mai tradito il programma: "Se davvero si vuole chiedere le dimissioni di qualcuno allora bisognerebbe rivolgersi dalla parte di chi ha cambiato strada durante il viaggio".

Eleonora Evi

Eleonora Evi nel suo post su Facebook ricorda anche il voto sul Mes, momento in cui la rottura nei mesi scorsi si è fatta più evidente: "In una risoluzione del Parlamento sugli strumenti da attivare a livello europeo per contrastare la pandemia era presente un chiaro invito ad attivare il MES. Dopo riunioni surreali, in cui le maggioranze sono variate in modo quantomeno bizzarro (prima quasi tutti contro la risoluzione, poi quasi tutti a favore) ho deciso di non prendere parte alla votazione, perché profondamente contraria a sostenere una risoluzione con tale invito all’uso del Mes. Pur non avendo preso parte al voto sono stata raggiunta, insieme ai miei colleghi che hanno votato contro, da un provvedimento disciplinare dei probiviri. Un assurdo giuridico se ci riflettete. Sanzionata per non aver votato".

Rosa D'amato

Il lungo post di Rosa D'Amato si può sintetizzare con questo passaggio: "Vado via soprattutto per questo: non riconosco più l’identikit originario del M5S nonostante gli sforzi compiuti all’interno – soprattutto negli ultimi due anni – affinché la matrice restasse intatta. Ho dato tutta me stessa anche nella recente campagna elettorale per le elezioni regionali in Puglia, anche partecipando attivamente e fino alla fine agli inutili StatiGenerali. Ma ormai il Movimento è uno specchio opacizzato impossibilitato a rifletterci per quello che eravamo. E per quello che, nel caso mio e di tanti altri, ancora siamo!".

Di Battista critica lo strappo

"Questa vostra scelta mi dispiace" e "per me è un errore". Così Alessandro Di Battista commenta la decisione dei quattro europarlamentari europei del Movimento di lasciare il gruppo. Di Battista scrive sotto il commiato di Ignazio Corrao su Fb dove gli ricorda di aver "tante volte" espresso la sua contrarietà a lasciare il M5s: "Sei una persona per bene e sei un amico e per me l'amicizia così come la riconoscenza è un grande valore. È stato un onore aver fatto battaglie e migliaia di km insieme a te… Ad ogni modo è la tua vita. In bocca al lupo".

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