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Migranti, Di Maio: “Stabilizzare la Libia è una nostra priorità, ma no a interventi militari”

Il ministro degli Esteri Di Maio da Assisi ha annunciato che a giorni ci saranno novità importanti sui rimpatri: “Dobbiamo evitare che il susseguirsi di notizie di un possibile accordo sulla redistribuzione in Ue permetta ai trafficanti di uomini di convincere tanti disperati a salpare dalla Libia”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"L'Italia continua a sostenere di non potersi far carico di tutti i migranti che dal Nord Africa si dirigono all'Europa. Dobbiamo evitare che il susseguirsi di notizie di un possibile accordo sulla redistribuzione in Ue permetta ai trafficanti di uomini di convincere tanti disperati a salpare dalla Libia. Sarò fortemente impegnato a lavorare per nuovi accordi di riammissione verso quei Paesi in cui possiamo eseguire rimpatri. Nei prossimi giorni dalla Farnesina ci saranno novità". Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio da Assisi, dove ha partecipato al convegno ‘‘Libia: da Gheddafi ai centri di detenzione e la via del mare'.

"Enfatizzare troppo la ridistribuzione in Europa dei migranti potrebbe indurre i trafficanti di esseri umani a convincere sempre più disperati a imbarcarsi per raggiungere le nostre coste", ha sottolineato il ministro pentastellato. "Il numero maggiore di migranti che arriva in Italia parte dalle coste della Libia e della Tunisia", ha aggiunto, affermando che "solo attraverso la stabilizzazione della Libia, con il dialogo e il processo di pace, si possono ridurre le partenze". Di Maio ha spiegato che subito dopo la nascita del nuovo governo tunisino si recherà proprio in Tunisia: "Sarà mia premura recarmi in Tunisia per affrontare i principali dossier del bacino del Mediterrano tra cui gli accordi di riammissione dei migranti". 

"La Libia – ha sottolineato Di Maio – è una priorità strategica per nostro Paese per prevenire flussi illegali e assicurare la loro pace e la nostra sicurezza. La posizione italiana è quella dell'inclusione, con un costante dialogo con la Libia perché unica via per uscire dal conflitto è stabilizzazione del Paese. Chiamando in causa anche le nostre imprese". Secondo il ministro "non esiste una soluzione militare alla crisi in atto ma solo dialogo inclusivo tra le parti in conflitto".

Grande attenzione, da parte dell'Italia, sarà data al "Fezzan, regione spesso marginalizzata nella dialettica libica. Due gli obiettivi principali sulla Libia: il primo è la de-escaltion del conflitto; il secondo è riavviare il processo politico a guida Onu. Non perdiamo la prospettiva di nuove elezioni in Libia, ma si tratta di un obiettivo che spetta solo ai libici delineare. Trovare una soluzione alla crisi libico è un dovere morale e impegno politico di questo governo". 

"Obiettivo ultimo dell'azione italiana è avere a Tripoli un governo in grado di esercitare una effettiva sovranità, di proteggere i confini terrestri e marittimi, di rispondere alle esigenze della popolazione libica e di gestire anche i migranti e i richiedenti asilo nella maniera più adeguata e rispettosa dei diritti umani", ha ribadito il titolare della Farnesina.

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