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Lucia Borgonzoni, la sottosegretaria alla Cultura che diceva di non aprire un libro da almeno 3 anni

La leghista Lucia Borgonzoni torna ad occupare l’incarico di sottosegretaria alla Cultura, ruolo che aveva già ricoperto durante il governo gialloverde. Su cui però erano già nate un po’ di polemiche per alcune dichiarazioni dell’esponente del Carroccio, che aveva detto di non aprire un libro da almeno tre anni.
A cura di Annalisa Girardi
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È Lucia Borgonzoni la nuova sottosegretaria alla Cultura nel governo di Mario Draghi. Esponente della Lega, ex candidata alla presidenza dell'Emilia Romagna, aveva già occupato questo ruolo durante il governo gialloverde. Ma si era distinta per una serie di affermazioni decisamente fuori luogo, visto l'incarico ricoperto. Borgonzoni aveva infatti dichiarato in un'intervista a "Un giorno da pecora" di non leggere un libro da almeno tre anni. "Leggo poco, studio sempre cose per lavoro. L’ultima cosa che ho riletto per svago è Il Castello di Kafka, tre anni fa", aveva detto.

E non era tutto. Oltre a non aprire un libro da tre anni, l'esponente del Carroccio aveva anche detto: "Ora che mi dedicherò alla cultura magari andrò più al cinema e a teatro". Non esattamente le premesse migliori per una sottosegretaria ai Beni culturali, l'unica al ministero guidato da Dario Franceschini e la nona in quota Lega.

Negli ultimi anni Borgonzoni ha attirato l’attenzione su di sé anche per altre gaffes. Mentre era candidata alla presidenza dell'Emilia Romagna, infatti, aveva affermato che la sua Regione confinasse con il Trentino Alto Adige. O, ancora, aveva proposto di tenere aperti gli ospedali anche nel weekend "come in Veneto". Un'affermazione a cui aveva risposto il governatore Stefano Bonaccini, che ha poi nuovamente vinto le elezioni, commentando sarcasticamente: "Informo la cittadinanza che in Emilia Romagna anche questo fine settimana il servizio sanitario sarà attivo, efficace ed efficiente come sempre. Salvini, non essendo di questa Regione, può certamente non saperlo. È più preoccupante che a non sapere queste cose sia la mia sfidante: chi si candida a presidente qualcosa dovrebbero prima impararlo".

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