Lollobrigida difende le nuove regole nella riforma della caccia: “Fake news, testo conforme a Costituzione”

Il disegno di legge annunciato dal governo Meloni per modificare la normativa sulla caccia continua a sollevare un'ondata di critiche e timori. Oggi, durante il question time alla Camera, la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Luana Zanella, ha rivolto al ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, un'interrogazione durissima sul contenuto, ancora non pubblico, della proposta di riforma: "Un disegno di legge che, pur non essendo ancora ufficiale, circola in bozze inquietanti", ha detto Zanella. "Se venisse confermato, segnerebbe una vera demolizione della legge 157 del 1992, frutto di un compromesso storico per la protezione della fauna selvatica e per la regolamentazione dell’attività venatoria. Una riforma così rischia di violare l'articolo 9 della Costituzione e le direttive europee sulla biodiversità". Ma soprattutto, ha incalzato la deputata, "perché non risponde alla richiesta avanzata da 47 associazioni ambientaliste, animaliste, da esperti e scienziati, che chiedono trasparenza e confronto? Un disegno di legge sulla caccia non può essere scritto a porte chiuse, con i soli cacciatori al tavolo. La fauna selvatica, l'avifauna, non può essere una merce di scambio con lobby per il consenso e per le elezioni".
Lollobrigida: "Testo basato su un mandato del Parlamento, nessuna apertura alla deregulation"
Il ministro ha replicato con tono deciso, accusando le opposizioni di alimentare polemiche basate su bozze mai ufficializzate: "Le anticipazioni giornalistiche a cui lei allude", ha dichiarato, "non corrispondono al testo finale elaborato dal Ministero. Ciò lascia presumere che l’obiettivo fosse solo quello di alimentare la polemica politica, basandosi su informazioni non verificate, e di offrire una visione pregiudiziale dell’azione del Governo". Lollobrigida ha poi rivendicato la piena legittimità dell'azione ministeriale, precisando che l'iniziativa nasce da un indirizzo parlamentare chiaro, votato nella scorsa legislatura e privo di voti contrari, che impegnava il governo a rivedere la legge 157 per contrastare i danni crescenti causati dalla fauna selvatica, in particolare da cinghiali e ungulati. "La diffusione incontrollata di alcune specie provoca squilibri ecologici, danni all'agricoltura, rischi sanitari", come la diffusione della peste suina africana, "e problemi di sicurezza stradale, ha spiegato il ministro. Il nostro intento è aggiornare la normativa, mantenendoci fedeli ai principi costituzionali ed europei". Rispondendo a specifiche accuse, Lollobrigida ha poi smentito l'introduzione di norme che permetterebbero la caccia nelle aree demaniali, l'estensione delle specie utilizzabili come richiami vivi, la riapertura dei roccoli o la modifica degli orari per l'attività venatoria: "Si tratta di fake news", ha ribadito. Non ci sarà nessun ampliamento delle pratiche venatorie, spiega, ma solo una "revisione tecnica delle competenze istituzionali e l'aggiornamento dei calendari venatori secondo criteri scientifici e climatici". Ha infine assicurato che il confronto con le associazioni ambientaliste ci sarà, anche in sede parlamentare.
La replica: "La caccia è una concessione, non un diritto. La natura non può essere ostaggio delle minoranze"
Zanella ha però ribadito le sue perplessità nella replica finale: "Prendo atto della sua apertura al dialogo, ma aspettiamo di leggere il testo per capire se le sue rassicurazioni saranno mantenute. Da quanto si legge nelle bozze, sembra esattamente il contrario". La deputata ha ricordato che la caccia non è un diritto inviolabile ma una concessione limitata, che riguarda una minoranza ristretta: "Oggi i cacciatori sono circa 450mila, mentre negli anni Ottanta erano quasi quattro volte tanto. La stragrande maggioranza della popolazione italiana, così come i turisti che scelgono i nostri agriturismi, vuole paesaggi sicuri e biodiversità protetta, non fucili nei boschi la domenica".
Infine, ha attaccato il ministro sul ruolo prioritario che dovrebbe avere l'agricoltura: "Ministro, si occupi della siccità, delle difficoltà dei nostri agricoltori, del futuro dell'agriturismo. Non trasformi la natura in un campo di battaglia. Non vogliamo passeggiare nella paura. E, mi permetta, lei si chiama Francesco, non Attila".