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Guerra in Ucraina

Liliana Segre con l’Ucraina: “La resistenza va sostenuta, cantare ‘Bella ciao’ fa pensare a loro”

La senatrice a vita si schiera con la resistenza ucraina che “va sostenuta” e sul 25 aprile dice: “Sarà diverso ora che la guerra è tornata in Europa”. E ancora: “Sarebbe difficile intonare ‘Bella ciao’ senza pensare agli ucraini”.
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A cura di Tommaso Coluzzi
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A pochi giorni dal 25 aprile, la Festa della Liberazione, Liliana Segre torna a parlare dopo la guarigione dal Covid. La senatrice a vita ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui torna su quanto detto un mese fa al Congresso dell'Anpi, a proposito della guerra in Ucraina: "Mi auguro al più presto la pace. L’equidistanza non è possibile, il popolo ucraino è stato aggredito dai russi e la sua resistenza va sostenuta – chiarisce subito Segre – la pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori, ma garantendo una convivenza tra i Paesi basata sul diritto e sul rispetto".

La senatrice a vita è molto dispiaciuta che una "ricorrenza gioiosa" come il 25 aprile, quest'anno sia profondamente diversa dal solito, poiché "la guerra è tornata nel cuore dell’Europa". Segre appoggia chi ha deciso, durante la Festa della Liberazione, di "dare voce al popolo ucraino". Si tratta di "un segno di solidarietà verso i tantissimi anziani, donne, bambini, costretti a lasciare il loro Paese". Insomma, per la donna – sopravvissuta all'Olocausto – bisogna respingere ogni tipo di equidistanza, come aveva già detto chiaramente un mese fa.

Per Segre è impossibile, in questo momento, che il 25 aprile possa essere festeggiato senza rivolgere un pensiero al popolo ucraino: "Sarebbe difficile in un anno come questo intonare ‘Bella ciao' senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno ‘trovato l’invasor' – continua – Ciò non vuol dire ovviamente essere contro il popolo russo, vittima delle decisioni disumane del suo leader". Infine la senatrice a vita ci tiene a sottolineare "la Festa della Liberazione appartiene a tutti gli italiani e non dovrebbe mai scatenare divisioni".

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